4. Don't look at me like that.

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Avevo passato una notte insonne, pensando solo a lui.

A quel messaggio, a quei sorrisi veri spuntati dietro un cellulare.

Erano le 10 e 30, di lì a poche ore lo avrei rivisto.

Avrei rivisto quel ragazzo che mi aveva fatto perdere la testa in una discoteca. Quel ragazzo dagli occhi smeraldo e dai ricci sensuali che mi aveva rubato il cuore con un semplice "Ehy".

Stavolta avrei dovuto pensare a cosa mettermi, avevo tutto il tempo neccessario, per decidere, dato che l'appuntamento sarebbe stato nel pomeriggio.

Mi lavai schizzinosamente ogni parte del mio corpo, partendo dal viso.

Mi lavai i denti e tornai in camera.

Cazzo la colazione.

Andai in cucina, mangiai un muffin ricoperto di glassa alla fragola e mi resi conto che mi sarei dovuto lavare un'altra volta i denti.

Che idiota che sei Louis.

Ero in ansia,  cercai di perdere tempo per evitare di andare nel pallone completamente.

Mi misi ad ascoltare qualche canzone dei The Fray, il mio gruppo preferito, per rilassarmi un po'; "you found me" non so come ci riesce, ma mi calma in un modo impressionante.

Passò un'ora ed io ero sempre in mutande.

Che cazzo mi sarei dovuto mettere?

Ero in crisi.

Maglietta nera? No, troppo semplice. Blu con righe bianche? No, odio quel colore. E allora perché te la sei presa deficiente? Camicia? No, troppo formale.

Dopo aver rovistato per quasi mezz'ora nel mio armadio ed aver scaraventato tutti i vestiti "bocciati" sul letto, feci la mia scelta.

Presi una maglietta bianca a righe rosse e un paio di pantaloni neri, forse troppo aderenti.

Erano le 2 del pomeriggio.

Fra due ore lo avrei rivisto, oh Gesù.

Faceva un caldo bestiale, era luglio e nonostante a Londra il clima non fosse dei migliori, vista la continua pioggia, eravamo arrivati a quasi 30 gradi. I meteorologi lo avevano detto che sarebbe stata l'estate più calda di tutti i tempi.

Ed io, come un cretino mi ero messo i pantaloni neri, giustamente.

Mi misi una spruzzata di Calvin Klein ed uscii, visto che non abitavo proprio vicino a Leicester Square. Abitavo a Newbury Park, un quartiere di londra sulla linea central e avrei dovuto fare 14 fermate, con un cambio per arrivare là.

Non appena misi piede fuori di casa, mi arrivò un messaggio, ma stavolta non era Harry, ma Bryan.

"Hey Lou, ti va di fare un giro oggi pomeriggio?"

"Mi dispiace, non posso, ho già un impegno" risposi.

"Oh, che impegno?" madonna che persona insistente.

"Devo uscire..."

"Ho già capito, con quello della discoteca! Poi devi raccontarmi TUTTO!" rispose entusiasta.

"Già...okay, allora ci sentiamo più tardi, ciao Bryan."

Presi la metropolitana, affollata come sempre e mi diressi a Holborn, per poi prendere la Piccadilly line.

Quando scesi per cambiare, inciampai nella scala mobile, facendomi male al ginocchio destro. Mi rialzaii e cercai di camminare in maniera abbastanza eretta, anche se il dolore non me lo permetteva poi così tanto.

A love to remember||larry.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora