♛𝙄𝙡 𝙍𝙚 𝙚 𝙡𝙖 𝙁𝙤𝙧𝙩𝙪𝙣𝙖

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Tutto ebbe inizio con il Collasso

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Tutto ebbe inizio con il Collasso.
Un inquietante soffio di vento, dal flebile e stridulo rumore, talmente acuto da passare quasi inosservato. Impercettibile, finché i corpi non iniziarono a cadere a terra.

Fu subito il caos. Persone, fino a poco prima in vita, colpivano il suolo esanimi. Un tonfo dopo l'altro, lasciavano questo mondo in quel silenzio assordante. E presto, i superstiti iniziarono a desiderare di aver condiviso il loro stesso destino.
La terra prese a tremare sotto il peso di un mondo in fiamme. Ogni giorno, il suolo si impregnava di sangue. Mentre catastrofi cancellavano intere città e violente guerre dilaniavano quel poco che ne restava, malattie ignote falciavano i superstiti come mietitrici senza volto. Nel cuore degli uomini si insinuò un'ombra, soffocando ogni speranza. Ogni cosa venne spazzata via, lasciando il mondo avvolto in un manto di cenere. Un luogo senza vita, senza luce. Senza futuro.

Si narra che, nei giorni più bui del Collasso, un giovane senza nome percorresse le lande desolate di quella che un tempo chiamava casa. Solo e privo di tutto, trascinava un passo dietro l'altro tra le rovine di un mondo che ormai non riconosceva più. Non aveva né una meta né uno scopo, solo il peso della sopravvivenza a gravargli sulle spalle. Eppure, continuava a camminare, ogni passo una sfida contro la miseria che lo circondava. Perché, anche in quel paesaggio disperato, c'era ancora un battito nel suo petto. Era ancora in vita. E tanto gli bastava per continuare a lottare.
Intenerita da tale vista, per la prima volta nella sua intera esistenza, la Fortuna decise di manifestarsi. Ed ecco che dopo così tanto tempo, i passi del ragazzo si incrociarono con quelli di qualcun'altro. Una giovane donna dai lunghi capelli d'argento e la bellezza antica quanto il tempo stesso. Si mise al suo fianco, ponendogli un quesito.

<<Dimmi, giovane uomo, mi disprezzi per le scelte che ho fatto?>> .
Il ragazzo, in un primo momento, non seppe cosa dire. Continuò a camminare.

<<L'umanità si è condannata tramite le sue stesse azioni, raggiungendo una meschinità che mai avrei concepito per lei. Non un'uomo, nessuno fino ad ora, ha avuto la forza e la tenacia di contrastare la malattia autoinflitta. Divenendo peccaminosi, esseri incapaci di osare invece di soccombere alla miseria di cui si sono avvolti. Nessuno ha tentato di contrastare la disgrazia nei loro cuori. Nessuno a parte te. Sei stato lasciato senza nulla. Nessuna casa, nessun legame, nessun futuro. Eppure, nel tuo cuore, vi è una forza che ho visto in pochi prima di te>>.
La mente del ragazzo, ancora malleabile dovuta alla sua giovinezza, faceva fatica a seguire il discorso dell'entità. Continuò a camminare.

<<Gli uomini meritano il declino in cui sono caduti, i loro peccati sono incapaci di essere espiati. Si sono voltati le spalle a vicenda, divenendo le belve che sono oggi. Involucri vuoti, che non credono più in me, disprezzandomi per ciò che loro stessi hanno fatto e che io ho silenziosamente scelto di accettare come punizione. Perciò ti richiedo nuovamente, giovane uomo, mi disprezzi per le scelte che ho fatto?>> .
Per la prima volta dopo tanto, il ragazzo si fermò. Alzò gli occhi verso la figura al suo fianco, trovando solo in quel momento il coraggio di ricambiare lo sguardo della donna.
<<No>> rispose, <<se è stata l'umanità a ferirsi da sola che perisca con la propria lama>>.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 28, 2024 ⏰

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