Cap. 3 - La festa

17 0 2
                                    

Erano le 22 in punto quando un ragazzo si avvicinò a dei fuochi d'artificio e li accese. Appena furono in aria e il rumore dello sparo riecheggiò per la spiaggia, una massa di circa una 50 di persone si avvicino al palco in meno di 5 minuti.

La musica iniziò a farsi sentire, sempre più forte, sempre più assordante. Il DJ sopra il palco che sembrava essere lo stesso ragazzo che ci aveva dato i volantini, prese un microfono e gridò:"Beeeeenvenuti raga, in questa... SUPER, MEGA, FESTA!"
Un coro di approvazione rispose subito.

C'erano ragazzi e ragazze di ogni genere: da quelli mezzi nudi, egocentrici, a quelli con semplici magliette e pantaloni da spiaggia. Tutti che ballavano a ritmo di musica, tutti con i loro bicchieri stra colmi di vodka e... tutti ubriachi in breve tempo.

Io e Paolo ballavano a ritmo di musica assieme, fino a quando non mi accorsi che qualcuno ci stava fissando. Girai la testa di scatto e vidi una ragazza con un vestito attillato muoversi mentre fissava mio fratello.

Mi avvicinai al suo orecchio e dissi: "Ehi Paul, mi sa che hai fatto colpo..." facendo cenno con la testa alla ragazza.

Si girò, mi guardò col suo sorrisetto d'approvazione e andò verso di lei.

Mi avvicinai così al bancone del bar, scuotendo la testa. Appena mi sedetti ordinai da bere degli shottini, giusto per passare un po' il tempo. Mentre prendevo il primo bicchierino, il mio cellulare squillò e apparve un nome sullo schermo: In call - Zia Meggie.

"Ciao Zia, come sta Lara?" le chiesi rispondendo al telefono.

"Ehm... Ciao Ele... Ehm, lei sta bene..."
Rispose con lunghe pause.

"Zia, ma va tutto bene?" chiesi preoccupata.

"Sì, figurati... Ci sentiamo più tardi, ok? Ciao..." e riattaccò.

C'era qualcosa che non andava nella sua voce, ma non capivo cosa. Sembrava ansiosa, preoccupata... Non capivo. Dovevo chiamare subito mio fratello, la faccenda non mi andava giù.

Sì, ma lui dov'era finito?!

Mi allontanati dal bar e iniziai a cercarlo tra quei ragazzi sbronzi e bagnati. Ad un certo punto uno di questi mi cinse la vita con le sue braccia:"Ehi piccola, lo sai che sei molto carina?" disse avvicinandosi pericolosamente al mio orecchio e cercando di leccarlo.

"Vedi di lasciarmi subito, schifoso!" sbottai cercando di liberarmi dalla sua presa.

"Uh, ma così mi offendo sai? E quando mi offendo, divento molto cattivo..." -mi prese per il braccio e mi trascinò con sé - "quindi ora vieni con me senza fare storie."
"Ti prego lasciami! Dai, ti prego" ripetei più volte, mentre il mio viso diventava sbiancava e sudava freddo dal panico.

Mi porto non molto lontano dalla festa, in un luogo abbastanza appartato vicino ai bagni.
Entrammo in uno, e lui mi spinse contro il muro, iniziò a baciarmi il collo mentre le mie lacrime irrigavano il mio viso. Non trovai il coraggio di gridare di nuovo, fino a quando non iniziò a slacciarsi i pantaloni. Lì gridai aiuto con tutte le mie forze, mentre il ragazzo con i capelli castani, un po' stempiato che mi teneva appiccicata a quel muro, cercava di tapparmi la bocca con una sua mano callosa.
Mi veniva da vomitare.

All'improvviso sentii la voce di Paolo irrompere nel piccolo bagno e abbattere la porta con un calcio.
Appena vide la scena non ci vide più nulla.
E io, senza forze, caddi nel buio.

---- Paolo's POV ----

La ragazza dai capelli ricci e il vestito aderente, era seduta su di me, ci stavamo baciando dietro ai bagni per non essere visti. Anche se a me non importava assolutamente nulla di essere visto o no, qui tanto nessuno mi conosceva. Nessuno sapeva chi realmente ero...

Stavo accarezzando i suoi capelli, quando sentii Ele urlare un aiuto smorzato, con voce disperata. Mi staccai dalla tipa e corsi subito dentro ai bagni, buttando giù la porta: "Ele!" gridai facendolo.
La scena era raccappricciante.
Un verme stava palpando mia sorella con una mano mentre l'altra cercava di sbottonarsi i pantaloni.
Non ci vidi più niente. Diventò tutto rosso e gli diedi un pugno in faccia, dritto nell'occhio. Poi un altro, e un altro ancora. Sentii la riccia gridare:"un fermati, così lo uccidi."

Ma il ragazzo era già a terra, in una pozza di sangue mentre continuavo a colpire il suo corpo senza vita, vicino a quello svenuto della mia cara sorella.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 25, 2015 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

The worst trip.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora