5° CAPITOLO

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Io mi spostai un pó da lui, avevo le mani sudate.
Lui fu perplesso notando il mio comportamento, ma ignorandolo mi offrì del caffé.

Iniziammo a chiacchierare, e non riuscivo a smettere di sorridere come un cretino mentre parlavo con lui.

- Adesso tua madre sta a casa mentre tuo padre sta lavorando, giusto? -

Mi domandó.

Ad un tratto il mio sorriso svanì, sentivo che le lacrime stavano per farsi spazio sul mio viso, non volevo sentire parlare a nessuno dei miei genitori.

Lui notó il mio comportamento.
Si avvicinó a me e mi strinse, senza dirmi una parola, io scoppiai a piangere sulla sua spalla.

- Fabry prima ho detto qualcosa di sbagliato? -

Mi disse con un'aria dispiaciuta.

- Mia madre é morta quando andavo in prima media a causa di un tumore al seno.. -

Risposi tutto ad'un fiato.

- Mio padre ritorna sempre a casa ubriaco, oggi per fortuna non viene...-

Aggiunsi veloce.

Le mie mani stringevano i miei pantoloni, trattenevo le lacrime, non volevo piangere..non lì.
Mai mostrare le ferite, il sangue attira gli squali.

Lui mi guardó negli occhi.

-Fabry io..perdonami non pensavo che..insomma tutto questo.. -

Mi disse non trovando le parole adatte a quella situazione, perché si.. era una situazione difficile.

- Non importa -

Lo interruppi freddo.

- Certo che importa, come stai? -

Domandó lui.

- Male, male senza mia madre. -

Risposi infastidito.

- Mi manca, quel giorno mi é caduto il mondo addosso, da quel giorno mio padre torna a casa ubriaco e... -

Aggiunsi.

Non volevo fargli sapere i cazzi miei, ma ormai.. eravamo entrati nell' argomento, e dovevo essere aiutato, da tempo aspettavo qualcuno che mi salvasse da questi pensieri che mi assillavano la notte, e non so perché.. ma volevo che lui fosse il mio salvatore.

- E...? Continua Fabry, ci sono io, non diró nulla a nessuno. -

Mi disse serio.

- Mi piacchia, mio padre mi picchia. -

Risposi con la voce spezzata dal pianto.

Lui mi abbracció.

- Tu non meriti tutto questo, sei buono Fabry, ma ti prego.. non piangere, odio vederti così. -

Disse.

Dopodiché mi asciugó le lacrime e mi bació la fronte.

- Dato che stanotte tuo padre non torna, vuoi restare qui a dormire?-

Aggiunse sorridendomi.

Non potevo resistere a quel sorriso.

Accettai entusiasto, mi prestó il suo pigiama.. era qualche taglia più grande di me.
Lui rise vedendomi uscire dalla sua camera con quel pigiama che mi andava grande.
Io gli lanciai un cuscino in faccia.

-Non é colpa mia se sono nano. -

Dissi facendogli il broncio.

Mattia mi sorrise senza dire una parola e mi abbracció.

Quel silenzio valeva mille parole, ci parlavamo con gli occhi.

Andai a dormire con lui nel suo letto, fui costretto, aveva solo un letto e sul divano dormiva suo fratello.

Dall'imbarazzo mi allontanai un pó da lui restando sul lato destro del letto.
Prima di addormentarmi sentì una voce che mi sussurró all'orecchio..

- Lui non ti farà più del male, io ti salveró perché tengo a te. -

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