Una brutta giornata

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Le tre e trenta del mattino.Il pub era ancora pieno di vita:le persone non smettevano di ballare,ordinare drink e filtrare.Non sentivo più i piedi,le braccia erano doloranti e la testa scoppiava.Normale.I fine settimana sono tremendi.Ti distruggono,ma ti rallegri guardando il barattolo delle mance strapieno di soldi.

Versando l'ultimo drink della serata,non vedo l'ora di andare a casa e finire direttamente a letto. Prendendo la borsetta e intrattenendomi meno a lungo del solito a fare due chiacchere con i colleghi,mi incammino verso il parcheggio buio,aspettando che arrivi il mio pulman.A New York è troppo costoso anche comprarsi uno stupido motorino figuriamoci una macchina. A diciotto anni,o hai genitori ricchi o giri in pulman o taxi.

Guardandomi intorno,mi chiedo dove siano finite le guardie di sicurezza che si aggirano come sempre per il parcheggio.Le tre file di lampioni lasciano una parte della strada oscurata.Mette i brividi.
Stringendomi nel mio cappotto,prego che il pulman si sbrighi ad arrivare.Generalmente ritarda sempre di cinque o dieci minuti,quindi niente di preoccupante.

Chiudendo gli occhi,un pò per il freddo un pò per la stanchezza,non mi accorgo della figura imponente che corre velocemente verso di me.Prima che me ne accorga,si avvicina così tanto da sovrastarmi.
Cadendo sull'asfalto con un urlo,assumo una posizione di difesa.Ha il volto coperto da un passamontagna ma gli occhi azzurri risplendono nel buio.Con uno strattone,cerco di alzarmi ma perdendo l'equilibrio cado a terra ferendomi con un pezzetto di vetro.Piangendo per il dolore,non mi rendo conto di star stringendo tanto forte la borsetta.Appena lascio la presa,lui la prende,l'infila sotto braccio e correndo via sparisce nell'oscuritá. Incredula e scossa rimango lì. Controllo la ferita sulla mia gamba destra e mi spaventa.C'è un taglio sanguinante che va dal ginocchio al polpaccio,tutta colpa di quei ubriachi che lasciano costantemente bottiglie di birra per strada.
Ancora con le lacrime agli occhi,prendo il telefono dalla tasca del cappotto con l'intenzione di chiamare aiuto. La domanda che si aggira nella mia testa è " Che cosa è appena successo?"

Sul bordo del per sempreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora