Primo Capitolo

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"Sveglia Sarah" gridò Matteo.
E con quelle urla mio fratello mi avvertì che era finalmente il primo giorno di liceo.
Dopo essermi trasferita qui a Milano per lavoro, i miei non c'erano mai. Sempre indaffarati, andavano al lavoro la mattina presto e tornavano entrambi la sera tardi. Così teoricamente vivevo con mio fratello Matteo, un anno più grande di me.
Cercai di scendere dal letto e mi infilai una maglietta ed un paio di jeans.
Andai in bagno, cercando di rendermi presentabile almeno il primo giorno. I miei capelli neri come la cenere mi incorniciavano il viso, mentre con la mano tremante cercavo di darmi un po di mascara.
Mio fratello, oh lui non era affatto come me. Capelli biondi e occhi azzurri, sempre attivo, grande a scuola e bravi negli sport. Quanto lo invidiavo.
Scesi di sotto dove Matteo mi aspettava con una tazza di cioccolata calda in mano (bensì fosse ancora estate).
"Cioccolata calda?"
"Dai Sarah, sai quanto la amo"
"Mah, credo che oggi salterò la colazione"
Stavo per chiedergli dove avesse comprato quella maglia che indossava, ma venni interrotta dal rumore dell'autobus. Era ora di partire Così Matteo ed io salimmo sull'autobus. Tutti i posti erano occupati tranne due in fondo, così ci sedemmo.
Mi chiusi nel mio mondo, misi gli auricolari e alzai il volume al massimo. Amavo la musica, mi salvava sempre.
E poi accadde quella cosa che odio, quella cosa che prima o poi accade sempre, soprattutto se si ha un fratello come il mio. Un'anziana signora salì sull'autobus e non trovando un posto, rimase in piedi disorientata. Naturalmente mio fratello si alzò e gli cedette il posto, così mi toccò stare una buona mezz'ora accanto ad una vecchia.
Quando finalmente arrivammo, il cuore mi batteva all'impazzata. Scesa dall'autobus restai sbalordita. La scuola era gigantesca, due immense vetrate padroneggiavano l'ingresso. Un giardino immenso incorniciava quella che sembrava la scuola del paradiso. Magari il liceo non era poi così male.
Salutai mio fratello ed entrai nella mia classe. Scrutai qualche ragazza, ma sembravano tutte così... Strane. Vestite come se dovessero sfilare per la più grande rivista del mondo... Insomma tra minigonne e tacchi smisurati non si sapeva cos'era peggio; per questo mi misi vicino ad un ragazzo, l'unico che sembrava normale in quella gabbia di matti. Quel ragazzo sembrava piuttosto simpatico e particolare
"Mi chiamo Luca e amo tutto ciò che mi circonda"
"Mi chiamo Sarah e odio tutto ciò che si muove. Ahahaha no dai stavo scherzando. Non mi conosce nessuno e questa cosa mi rabbrividisce"
"Sei nuova di qui?"
"Eggiá ho appena traslocato"
"Buono a sapersi. Ti lascio il numero così mi scrivi e ti faccio conoscere un po di gente"
"Vabbene ma..."
Non mi lasció il tempo di finire che arrivó un suo amico e si mise a parlare di calcio con lui. Sembrava molto conosciuto e a dire la verità era bellissimo. Continuai a fissarlo per tutte le cinque ore scolastiche e tornai a casa ancora con la testa sulle nuvole.
Quando Matteo mi vide mi abbracció e mi disse
"Ragazza, amo questa scuola"
"La amo anche io"
"Tocca a me cucinare il pranzo, oggi toast con il prosciutto. Complessi no?"
"Fin troppo. Portameli in stanza valà, vado di sopra"
"Non ti intossicare con tutta quella musica che ascolti"
Salii di sopra e scrissi subito a Luca:
Sarah: Ehi fanatico del calcio
Luca: Sara, mi hai scritto... Ehm... Fanatico del calcio? Come sai che gioco nella squadra della scuola?
Sarah: Ti ho sentito parlare con il tuo amico.
Luca: ah okay ahaha, comunque no ti prego, tutto tranne i puntini in fondo alle frasi
Sarah: perchè?.
Luca: sono da paranoica. No dai comunque stasera organizzo questa festa, ho invitato tutti quelli della classe, praticamente è un modo per conoscerci meglio, sai siamo tutti molto timidi voglio un po interagire. Bella idea no?
Sarah: Direi fantastica Non vedevo l'ora di andare a quella a città, nuova casa, nuova scuola, volevo ricominciare da capo. Preso un vestito rosso di mia madre e lo tagliai al punto giusto. Completai tutto con delle scarpe rosse con il tacco.
Feci per uscire quando mio fratello mi fermò:
"Dove pensi di andare conciata così?"
"Alla festa di un mio compagno di classe, sai un modo per conoscerci"
"Assolutamente no, vai in camera tua e non uscire fuori"
"No, non sei mio padre non mi puoi costringere!"
"Sarah vai nella tua stanza e non uscire"
Corsi piangendo nella mia stanza, ma saltai giù dalla finestra e andai a casa di Luca.
Aveva una villa enorme, era una casa stupenda. Ero in anticipo ma bussai lo stesso alla porta:
"Oddio Sarah, ehm, sei fantastica"
"Ahahah grazie mille"
"Accomodati, ho qui molti film da vedere, per ora è arrivato solo il mio migliore amico, Lorenzo"
Lorenzo sembrava essere abbastanza socievole, mi diede un occhiata e mi porse la mano:
"Piacere Lorenzo, tu sei?"
"Sarah"
"Ah già, ti ho vista oggi al corso di matematica."
Quando finalmente arrivarono tutti inizió la vera festa. Luca alzó la musica a palla e iniziammo tutti a ballare.
Dopo qualche ballo con Luca, la situazione inizió a degenerare, chi si ubriacava, altri che fumavano.
Ad un certo punto arrivò Lorenzo, probabilmente ubriaco:
"Ehi, ehm vuoi ballare?"
"No grazie."
"Almeno bevi un po di birra"
Mi lasciai andare e sorseggiai quella che credevo fosse birra.
Dopo un quarto d'ora ero completamente ubriaca.
Andai da Lorenzo, non so con quale istinto, ormai non capivo nulla, lo baciai lentamente senza motivo.
Lui,completamente andato rispose al bacio e mi abbracció forte. Dopodichè non mi ricordo più nulla...

Il mio anno al liceoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora