Chapter 2⃣

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Suonò la campanella,erano le otto e venti del primo giorno di scuola,appena varcai il portone mi girai,per vedere il viso assonnato di tutti quegli alunni che controvoglia andavano a scuola.
Arrivammo per ultime in classe io e Silvia e capitammo al primo banco davanti alla cattedra.
Bene,non poteva iniziare meglio quest'anno,prima Stelvio e poi il primo banco.
Da una parte stare in primo banco non è male perché la faccia in primo piano dei professori ti permette di concentrarti quindi metà del lavoro che dovevo svolgere a casa era già fatto,ma dall'altra parte era pesante.
Entrò la professoressa di italiano,Fiordigigli, sempre composta,vestita mai fuori luogo,mai un capello fuori posto,ci alzammo tutti e dicemmo all'unisono "Buongiorno" con una voce che era un misto tra noia/sonno/svogliatezza/tristezza.
"Buongiorno e buon anno ragazzi!" Disse la prof guardandoci e sorridendo,si vedeva che anche per lei era dure rientrare a scuola,ma aveva voglia di fare e nessuno poteva fermarla. "Anche quest'anno staremo insieme,sono sicura che fa piacere a tutti voi ... " "come no!" Bisbigliò Stefano a Chiara,guardando dall'altra parte facendo finta di niente.
"Begnamini!" -Disse con voce acuta la professoressa - " cos'hai tanto da dire?"
"Nulla prof,stavo dicendo a Chiara che sento caldo" disse Stefano con una faccia talmente convinta che riuscì a convincere la professoressa che quello che stava dicendo fosse vero.
Iniziò a parlare senza sputare un attimo di quello che avremo fatto durante l'anno.
Mi persi nei miei pensieri,iniziai a pensare all'estate ormai finita,a me e Dario,a quando mi portò in spiaggia per dirmi che c'era più di un'amicizia tra di noi,al nostro primo bacio,a Anna e Laura,e i nostri selfie,al bagno di notte a ferragosto. A Raphael che mi reggeva il gioco con mia madre.
All'improvviso sentì un colpetto sulla spalla e una mano inzió a sventolare davanti ai miei occhi "Virginia torna tra noooooi" -disse ridendo Riccardo- "Sono due ore che stai fissando il vuoto,se ti becca la Fiordi ti fa il cazziatone" -affermò facendo su e giù con la testa-
La prof era andata a prendere un caffè che aveva la bocca secca (stranamente) e Riccardo si avvicinò per dirmi questa cosa.. Il tempo in cui non doveva fare niente lo passava a ridere e scherzare.

Suonò la campanella della terza ora,due ore di italiano,anche se non avevo ascoltato nulla,erano troppo pensanti dopo tre mesi di vacanza,potevano metterci religione o educazione fisica,meno asfissianti e di gran lunga più simpatici i professori.

Entrò il professore di matematica,un vecchio signore che chiamava tutti abbreviando i cognomi,tipo io da "De matteis" diventavo "Demattè" ma nonostante non fossi portata per niente per la sua materia,mi stava simpatico perché era spontaneo e parlava in dialetto,l'esatto opposto della Fiordigigli,la professoressa di Italiano.
"Professó" -dissi- "Posso andare in bagno?" ,il professore mi guardò e disse "que ha dda refà demattè?" (Traduzione: "Che devi ricombinare De matteis?") Lo guardai "Nulla devo andare in bagno che ho sete" -dissi-
Si si,come no,proprio a bere. Non ce la facevo più a stare dentro quella classe,c'era un cattivo odore e l'aria era viziata,stranamente Elisabetta ancora non aveva aperto le finestre com'era suo solito fare.
Avevo bisogno di nicotina,quindi andai nel bagno dei maschi,e mi accesi una sigaretta.
Aprirono la porta,e il destino volle che fosse proprio lui,su trecento persone,non poteva capitare Gaia,un'amica che veniva qui a fumare tutte le ore,ma lui,STELVIO.

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