Continuammo a baciarci per un po finché non giunse la notte che porto con se un gelido vento.
-torniamo a casa?- chiesi infreddolita.
-okay- disse passandomi il suo north face.
Salimmo in moto e le mie gambe si congelarono sotto le calze leggere.
Il tragitto sembrò piu corto che all'andata e appena arrivati facemmo una corsa alla "chi prende prima il divano se lo tiene"; ovviamente sarei arrivata prima io se lui non avesse barato saltandoci sopra ma io avevo un piano per riconquistare il mio territorio.
Cominciai a baciarlo dolcemente finche non perse cognizione dell'idea di divano, finché non la persi anche io.
Cominciò a baciarmi dolcemente il collo e a scendere sempre piu giù fino all'attaccatura della canottiera, ebbi paura.
JOSHUA'S POV
Continuai a scendere ma poi cambiai idea, le misi le mani sui fianchi e cominciai a farle il solletico fino allo sfinimento.
Sentivo lei che si dimenava sotto il mio peso finché non cademmo giù dal divano, a quel punto si alzò e si mise a cavalcioni sopra di me,i nostri bacini che si sfioravano, mi bloccò le mani sotto le ginocchia "merda ora sono cazzi" pensai fra me e me; ma allo stesso tempo avevo le sue labbra pericolosamente vicine alle mie e questo non mi dispiaceva affatto.
Iniziò a farmi il solletico come non ci fosse un domani con me sotto che piangevo dalle risate.
-chi sta vincendo adesso?- mi chiese beffarda mentre ero bloccato sotto di lei.
-io- sussurrai, le sue labbra erano ancora troppo vicine alle mie e avevo un irrefrenabile voglia di baciarla.
Dopo la mia risposta iniziò a farmi il solletico con ancora più forza finché non iniziai ad urlare che aveva vinto lei.
Si stancò e si stese in terra accanto a me. Tempo 30 secondi e già dormiva.
Ma ormai che potevo fare? Era li, che dormiva e non potevo fare altro che guardarla e chiedermi quanto fosse bella. Ne appofittai per annusarle i capelli, l'odore era sempre lo stesso, sempre quello che mi fece perdere la testa quando li avevo sentiti la prima volta.
Le accarezzai la fronte, il braccio, la guancia e non potei resistere all'impulso di posarle un casto bacio sulle labbra.
Dopo circa venti minuti che dormiva accoccolata fra le mie braccia di svegliò e io colsi l'occasione che mi aveva presentato il suo dormire e mi avventai su di lei per ridarle almeno una piccola dose di tutto il solletico che mi aveva fatto in precedenza.
-smettila, eddai smettila!-
Urlava agitandosi sotto di me.
Mi fermai per pietà ridacchiando sotto i baffi e ma decisi di rimanere steso sopra di lei.
Ci guardammo per un po finché lei non iniziò a scalpitare affinché io mi decidessi ad alzarmi.
-stai zitta!!- gli intimai ridendo.
-assolutamente no, alzati!-
-guarda che se non stai zitta te, ti faccio stare zitta io!-
-o fallo!- mi sfidò
I nostri visi erano vicinissimi, i nostri naso si sfioravano, i nostri occhi erano colmi di passione.
La baciai, la baciai come non ci fosse un domani, come se il mondo stesse per finire, come se fosse l'ultima cosa da fare prima di morire.
Iniziò titubante poi anche lei mi bacio con intensità, come se stesse affogando e io fossi la sua aria.
Ci aggrappammo l'uno all'altra e il bacio si fece più intenso.
Infilai le mani nella sua maglietta e gliela sfilai delicatamente, poi la guardai come per chiederle il permesso e cominciai a lasciarle una scia di baci dal collo fino all'attaccatura dei pantaloni. Mi sfilò la maglietta e io ripresi ciò che stavo facendo, le sfilai delicatamente i jeans e con una mano cominciai a strusciare sugli slip, li scostai e con un dito iniziai a tracciare dei cerchi intorno al clitoride.
La guardai, aveva gli occhi chiusi e la testa all'indietro come se si vergognasse di quello che stava facendo.
Le sfilai anche gli slip e mi posizionai in mezzo alle sue gambe. Continuai a baciarla mentre con la mano continuavo ad allargarla, era così stretta che sarebbe anche potuta essere vergine. Le piegai le ginocchia e scesi piano piano, baciai il collo e arrivai al seno, slacciando il reggipetto; succhiai delicatamente e stuzzicai i capezzoli con la lingua poi continua a scendere, permettendole di capire quello che stava accadendo e di darle il tempo di fermarmi, ma lei non lo fece, rimase lì, a occhi chiusi.
Aprii le piccole labbra e con la punta della lingua cominciai a leccarle la parte più esterna, sentendola rabbrividire di piacere ad ogni mio tocco, continuai e lentamente mi avvicinai al clitoride.
Leccai piano, poi succhiai, poi continuai a leccare, nel frattempo la sentivo contorcersi e gemere piano, come se avesse paura di essere sentita. Poi venne, con un sobbalzo dello stomaco è un sussurro dalle labbra carnose.
Si alzò a sedere e mi guardò spaurita, come una bambina finché non si decise a fare qualcosa e con un sorriso furbo mi fece stendere sul divano cominciò ad armeggiare con la cintura e i jeans, poi con i boxer, lentamente per paura di farmi male, sfilò il tutto e poi aspettò.
Avvicinai a lei il bacino facendole capire che stavo per entrare, poi lo feci, cominciai a entrare e uscire e a ruotare il bacino per dare maggiore piacere.
La sentivo sotto di me, che gemeva e qualche volta balbettava il mio nome.
Continuai finché anche io non raggiunsi il culmine del piacere e uscii da lei.
Ci pulimmo con degli scottex e dopo esserci rivestiti ci accendemmo una sigaretta, le sue marlboro rosse erano sempre li, sul tavolino accanto al televisore.
Ci guardammo un po, insicuri se aver fatto la cosa giusta. Poi lei si stese sul letto e rimase lì, per un interminabile periodo di tempo.
Poi si alzò, mi mostrò la mia camera e se ne andò, facendomi accorgere che quando lei non c'era un infinito senso di vuoto prendeva possesso di me.
Mi stesi sul letto ripensando a quello che era successo e fra i pensieri mi addormentai.EMILY'S POV
lo accompagnai nella sua camera senza parlare, dopotutto non c'era niente da dire no?
Ero stata solo un'altra sciocca e ingenua ragazza che aveva fatto una cazzata.
Il mio cervello era lì che mi mandava immagini a random del nostro bacio mentre la stupida vocina interiore non faceva altro che ripetermi quanto fossi stupida, forse aveva ragione, forse avevano ragione tutti.
Ero solo una stupida, chi poteva innamorarsi di una stronza, acida e impulsiva, con problemi di controllo della rabbia e un'innato senso per i guai?
Nessuno.
Poi c'era qualcos'altro, il cuore.
Ci sono tre domande che bisogna farsi per capire di essere innamorati.
-è più importante il suo bene del tuo?
-quando lo vedi muori dentro?
-quando se ne va hai un senso di vuoto?
La grande e tragica risposta arrivò da sola ma era ovvio che non volevo ammetterlo.
Smettila di mentire a te stessa Emily, ci sei cascata, ci sei cascata con tutte le scarpe; di nuovo.
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We're the source of evil
Teen FictionNuova città, nuova vita, nuovo mondo. Mi guardai intorno senza davvero essere interessata. Vedo case antiche, colorate, quasi regali. Continuiamo in macchina e passiamo a Case grigie che sorgono ovunque, confondendosi con il cielo e con le strade, t...