Capitolo 3

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A casa pensai molto a questa storia. A come mai ero così curiosa di conoscerlo e arrivai alla conclusione che forse perché sembrava all'apparenza simile a me. Misterioso, intellettuale e avevamo lo stesso gusto di libri. Capii che forse avvolte per trovare se stessi abbiamo bisogno di qualcuno simile a noi per capirci e quindi il fatto di trovare qualcuno simile a me mi faceva sentire più vicina a me stessa. Compresi quindi che non avevo bisogno di qualcuno simile a me per vivere, così lascia stare nonostante la mia curiosità combatteva con la mia ignoranza verso il resto del mondo. Aprii il libro di chimica e mi misi a studiare concentrandomi esclusivamente su quello. Il giorno dopo fu un giorno normale a scuola. Stetti con Jennifer e i suoi amici ma restavo silenziosa come al mio solito. I giorni successivi furono gli stessi di sempre e non si sentii più parlare di Daryl Patterson neanche nella mia mente.Venerdì, cioè l'ultimo giorno della settimana di scuola, all'uscita mi sedetti un'attimo nello scalino per controllare di non aver lasciato le cuffie in qualche aula e mi ritrovai accanto Daryl che stranamente mi guardò. Fui sorpresa di ritrovarmelo accanto poiché sembrava che si fosse seduto di sua spontanea volontà ma ci feci caso più di tanto perché in quel momento ero concentrata a cercare le cuffie. Guardò poi dritto a se osservando le persone e disse: 

-L'ho letto.- 

-Il peccato?- chiesi guardandolo ma poi ritornai al mio zaino.

-Si e anche l'oblio- mi rispose

-hai letto entrambi in meno di una settimana?!-

-Sono veloce a leggere- lo guardai e lui mi guardò poi tornammo tutti e due a guardare la strada dritta a noi

-Ti è piaciuto?- 

-l'oblio?-

-si e anche il peccato, insomma ti sono piaciuti?-

-si molto, sono interessanti- rispose. Io mi alzai mi misi lo zaino tra le spalle e anche lui si alzo e continuò a parlare

-Devo chiederti una cosa del libro-

-okay...- dissi

-Ecco dovrei andare alla farmacia..- non finì di parlare che io subito li proposi:

-Se vuoi ti accompagno così me ne parli- lui mi sorrise e fece un cenno di approvazione 

-comunque mi chiamo Lucy..Dunn- dissi allungando la mano verso di lui

-Daryl Patterson- disse prendendo la mia mano e stringendola così ci incamminammo verso la farmacia più vicina anche se io non sapevo dov'era perciò seguivo lui. Intanto iniziò a parlarmi

-Allora il libro è davvero interessante trovo che i sentimenti dei personaggi siano scritti molto bene e questo mi è piaciuto molto. La descrizione dell'emozioni in modo così cupo.. mi stupisce-

-Si è vero è un libro molto interessante in questo senso-

-Ma la domanda è perché l'oblio?- mi chiese ma non capii la sua domanda e lo guardai con curiosità e continuò

-Insomma l'oblio rappresenta la dimenticanza intesa come fenomeno non temporaneo ma come stato più o meno duraturo, come scomparsa del ricordo con accento sullo stato di emozioni il titolo è oblio perché? -

-L'oblio in questo caso è diretto verso la moglie di Andrew non dei suoi sentimenti verso lei- risposi

-capisco- rispose lui

-Tu hai paura dell'oblio?- chiesi dopo pochi secondi di silenzio

-Essere dimenticato? no non proprio, non credo che una persona possa essere dimenticata da un'altra così dal nulla. Credo che sempre ci ricorderemo delle persone che hanno appartenuto alla nostra vita, che siano state cattive con noi o meno-: A quelle parole lo osservai con stupore. Non solo ero estremamente d'accordo ma molto stupita dal modo in cui si esprimeva, il modo in cui ragionava e capii che Daryl era veramente interessante come tutti dicevano così mi fu spontaneo chiedergli:

-Perché tu che sei una persona così intelligente ti rifiuti di avere amici, o per lo meno così ho sentito dire...insomma sei una persona così interessante-

-Per lo stesso motivo tuo, Lucy Dunn- disse prima di entrare in farmacia. Io lo aspettai fuori osservandolo entrare quando uscì continuò:

-Non voglio avere amici così superficialmente mentre tutte le persone della nostra scuola sono troppo semplici, mi piace il complicato-

-Come fai a sapere che io non sono un tipo come loro?-

-Perché tu sei qui a parlare con me di un libro al posto di andare a giro a fare cazzate insieme ad altri e poi perché mangi da sola!?!-

-E tu perché lo fai?- gli chiesi guardandolo e poi a entrambi scappo un sorriso.

-Che medicine sono quelle che hai preso?- chiesi

-Medecine per il cancro.. mia madre, un cancro al seno- Lo guardai tristemente e vidi che nonostante disse questo i suoi occhi brillavano lo stesso di una luce propria. Mi chiedevo come mai lo dicesse a me,una persona che conosceva da poco.Ma smisi di chiedermelo e silenziosamente continuammo a camminare anche se non capivo verso dove. Guardai l'ora sul cellulare che segnavano le 16.04 poi pensai che forse avrei dovuto tornare a casa poiché ormai eravamo nel silenzio più assoluto e questo mi metteva ansia. 

-Io dovrei tornare a casa-

-Sicura siamo vicino casa mia, se ti va di prendere un bicchiere d'acqua o qualcos'altro...- disse

-No grazie mille ci rivedremo, Daryl- 

-A presto allora- disse. Così terminò quel momento imbarazzante e io me ne tornai a casa  





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