1. Miracolosamente

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Aprii gli occhi. Tutto era bianco. Sarà luce o forse una stanza dipinta senza fantasia. Provavo a guardarmi intorno, nulla, solo bianco. Richiusi gli occhi e li riaprii, e quel bianco così forte era ancora lì. Sembrava nebbia, ma era troppo accecante per essere tale. La nebbia era opaca, ti offuscava ma non così, era altro. Non riuscivo a vedere niente, e pure mi sentivo così serena. Sembrava stare tra le nuvole, con corpo e mente. Poi d'improvviso un grido ruppe il silenzio.
"Svegliati !"
Ma il bianco dominava ancora, non vedevo nient'altro. E a parte quel grido, ritornò la serenità. Non ricordo come ero arrivata qui, oppure stavo sognando, si dovrà essere di sicuro così, un sogno. Ero brava allora, pensai, almeno nei sogni c'era tranquillità, meglio godersela prima che mi svegliavo. Poi ancora.
"Svegliati !"
Stavolta si sentì ancora più forte. Ma lasciai perdere, era di sicuro la sveglia o mia madre che mi chiamava per farmi alzare. Volevo godermi ancora il bianco, inaspettatamente iniziava a piacermi. Iniziavo a sguazzarci dentro, quasi fosse un mare, e a rilassarmi come fosse una sedia a dondolo. In quella distesa di bianco, davo vita ai miei pensieri, alla mia immaginazione, diventai una regista e le cose che fino ad allora sembravano pesanti, come pensieri, situazioni, erano magicamente scomparse. Il bianco fu interrotto ancora una volta dal grido.
"Svegliati !"
"Ti prego, svegliati !"
Né sentii due consecutivi questa volta, più forti dell'ultima. Continuai ad ignorare, stavo così bene. D'un tratto, iniziai a vedere un'ombra scura in mezzo a tutto quel bianco, come se stesse prendendo vita qualcosa, non riuscivo a capire bene cos'era, ma mi incuriosii. Portandomi dietro tutta la serenità iniziai a camminare verso questa macchia, pareva minuscola in quella distesa di colore chiaro. Più mi avvicinavo e più cambiava forma, da ombra a sagoma, andandosi a definire sempre più. Diventò una persona. Mio nonno. Non riuscivo a crederci, ma in un millesimo di secondo mi ricordai che quello era un sogno, che tutto era possibile. Gli corsi incontro e mi ci buttai addosso, stringendolo forte e lui mi ricambiò con un'enorme abbraccio. Ero così legata a lui, facevamo tutto insieme. Mi aiutava a fare i compiti, anche se molti dovevo spiegarli io a lui, con pazienza guardava i cartoni animati in tv rinunciando ai suoi amati telegiornali che non sopportavo. Mi portava a fare passeggiate, dove mi comprava sempre un gelato o una busta di patatine. Morì quando ero piccola, all'improvviso con un infarto. Mi mancava così tanto.
"Ciao nonno! Come stai? Cosa mi racconti? Cosa fai ora?"
"Piano piccola mia. Risponderò a tutte le tue domande, ma con calma, parlami prima un po' di te. Cosa ci fai qui?"
"No dai nonno prima tu, tanto immagino che da lassù vedrai tutto ciò che combino. No?"
"Ma.."
Lo interruppi. Non mi importava di spiegargli cosa ci facevo lì, infondo era il mio sogno, e non mi importava nemmeno raccontargli di me, o almeno l'avrei fatto in breve solo per farlo contento. So che mi vedeva, sono sicura che mi teneva d'occhio lì dov'era, volevo sapere di lui. E come sempre, mi accontentava.
"Ok, va bene. Allora risponderò prima a tutto ciò che vorrai sapere."
"Raccontami nonno da quando sei andato via, fino ad'ora come sei stato? A me sei mancato così tanto."
"Anche tu. Mi sei mancata tantissimo anche tu."
Restammo così, persi nei nostri racconti. Dimenticai il bianco, dimenticai che fosse un sogno, dimenticai il contesto. C'era di nuovo mio nonno, e mi bastava. Lì accanto a lui, era come se fossi tornata di nuovo bambina. Lo osservavo mentre parlava a voce bassa, con i suoi toni soavi. Quelle rughe del suo viso che accompagnavano il racconto delle sue parole, quelle sue mani fragili segnate dal tempo ma forti perché piene d'esperienza, le poggiava sulle mie, tenendole strette, come se volesse trasmettermi coraggio e forza. Quelle cose che a lui non erano mai mancate, e che mi ha sempre insegnato.
"E' ora di tornare piccola mia."
"No dai resta ancora un po', abbiamo ancora molto da raccontarci."
"Ci sarà tempo."
Non fece nemmeno in tempo a finire la frase, che mi sfiorò il viso con una carezza e andò via. Mi ritrovai di nuovo sola in quel bianco infinito. Stavolta nostalgica, ma contenta. Sperai di rivederlo presto, mi metteva sempre di buon umore.

Ti Ricorderò, Sorridendo. #JustWriteIt  #sytycw15 #wattys2015Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora