⑧-𝐈𝐋 𝐏𝐈Ù 𝐆𝐑𝐀𝐍𝐃𝐄 𝐏𝐈𝐀𝐍𝐎 𝐃𝐄𝐋𝐋𝐀 𝐒𝐓𝐎𝐑𝐈𝐀

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Calò un gran silenzio nella sala, tanto che perfino i clienti avevano smesso di mangiare per prestare attenzione a William ed ai ragazzi che aveva colto con le mani nel sacco.
In attesa di una loro spiegazione, l'uomo posò tutto nella propria giacca ed iniziò a scrutare i tre da capo a piede, decidendo infine di rompere il ghiaccio per primo.

«Voi giovani siete una grossa risorsa per il futuro, ma è anche vero che ogni medaglia dispone di due facce.»

«Senti chi parla...»

Pensò Mike linciandolo con lo sguardo, ma William continuò ingnorandolo.

«Forse non ne siete a conoscenza, ma ho passato svariati anni al capo di questa attività, andando avanti nonostante tutti i grattacapi che mi si sono posti davanti...
Quindi immagino vi sia chiaro che non lascerò di certo che un gruppo di mocciosi derubi le mie proprietà per chissà quale sciocca sfida personale passi loro per la testa.»

Spiegò l'uomo partendo subito sulla difensiva ed iniziando a camminare attorno ai ragazzi, i quali erano già stati presi di mira dallo sguardo severo di alcuni clienti.
Nel frattempo William continuò ad esprimere il suo più totale disappunto sulla situazione: non si trattava di semplici impertinenti giunti lì a ficcare il naso come se fossero a casa loro, bensì di due suoi dipendenti e, soprattutto, di suo figlio.

«Quindi fammi capire, Michael, ora è così che vuoi trattare il tuo vecchio? Mettendolo in ridicolo di fronte a della gente per bene?»

«Andiamo per favore, ora vuoi comportarti da padre solo perché ci guardano tutti? Sei davvero un lurido stro-...»

«Mike!»

Sussurò subito Jeremy poggiandogli una mano sulla spalla e facendogli notare che, tanto per cambiare, era William ad avere il coltello dalla parte del manico.
Pertanto agire di prepotenza e senza pensare avrebbe portato sicuramente la loro sfavorevole situazione in condizioni ancor ben peggiori.

«Accusarmi di non essere il padre che vorresti?
Devo ammettere che ciò è davvero coraggioso se detto dallo stesso figlio che negli ultimi mesi ha cercato di mettermi dietro le sbarre.»

«E sta certo che presto ci finirai! Cosa credi, che riuscirai a mentire in eterno? Tutti si accorgeranno che non fai altro che arrampicarti sugli specchi!»

«Io invece credo proprio che sia tu quello ad avere poca credibilità, figliolo.
Ti ricordo che mi hai portato ben tre volte in tribunale, con prove irrilevanti, ed addirittura il giudice per poco non ti rise in faccia la scorsa volta.»

«Perchè i tuoi dannati soldi fanno girare dall'altra parte le persone!
Se non fosse così saresti giá in galera da un pezzo, maledetto pazzo!»

Urlò Mike sperando di ottenere un minimo di approvazione dalla gente intorno a sè, ma poteva solo vedere sguardi dubbiosi e vari mormorii.
William dal canto suo se le stava chiaramente ridendo sotto i baffi, sapeva di avere ancora una volta in pugno la situazione.

«Eccoci quì, mio figlio che mi accusa di essere un matto mentre è ovviamente luì quì ad aver perso il senno... sapete una cosa? Sono davvero stanco e non siamo neanche arrivati a metà giornata. Quindi fatemi un favore voi tre e andate via, così che gli adulti possano riprendere a lavorare.»

«Ma io lavoro quì.» Lo interruppe Emma.

«È vero, è ciò che dice il tuo contratto, ma esso stabilisce anche che gli ordini sono ordini, signorina Fitzgerald. Quindi, se vuoi mantere l'uniforme, ti consiglio caldamente di prenderti il giorno libero.»

FNaF 2 - AUTOMOPHOBIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora