Capitolo 4

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Eravamo la famiglia dal pesce fresco in tavola, dalle carni di prima qualitá e dal caviale. Eravamo indistruttibili sotto gli occhi di tutti. Eravamo la famiglia perfetta. Ma soprattutto,eravamo falsi.
Mia mamma faceva le corna a mio padre.
Mio padre faceva le corna a mia madre.
Ma ovviamente,io non lo sapevo. Ero rimasta completamente allo scuro di tutto,e come tutti i passanti che ci guardavano con occhi di ammirazione,anche io pensavo di essere nella famiglia perfetta. Lo scoprii a sedici anni,quando la cosa era ancora piú marcia. Lo scoprii attraverso l'amante di mia madre. E poi,tutti i sassi vennero a galla. Tutte le stronzate e gli stereotipi della 'famiglia perfetta' furono brutalmente rimpiazzati e strappati.
Mi distaccai dagli altri,per darmi aria e tempo. Decisi di andare a vivere da sola,e loro non me lo impedirono. Non avrebbero nemmeno potuto.
Rinunciai a tutti i soldi di mio padre, a tutte le false promesse di mia madre e alla mia intera famiglia. Eravamo la barzelletta di tutti. Perfino la mia.

Quel giorno, infatti, tutti i drammi vennero nuovamente a galla, riportandomi traumi. Li annegai. Non ne avevo voglia di essere sentimentale, volevo togliermi i drammi. Uscii di casa,prendendo le chiavi,e mi catapultai al parco. Era mattina,e tutto era tranquillo. Era meraviglioso. La mattina non passó,la schivai. Mi addormentai su una panchina del parco.
Fu un piccolo colpo alle spalle che mi fece alzare di scatto,presa alla sprovvista.

"Triman,non mi aspettavo fossí cosí disperata da dormire su una panchina" lo guardai torva per l'aggettivo usato, ma non gliene feci una colpa. Avrei pensato la stessa cosa di un altra persona.

"Nemmeno io,Harry" ridacchiai.
Mi sorrise,e si mise accanto a me.

"Ti piace tanto questo parco allora." Constató,guardando gli alberi davanti a noi,ingialliti dalla stagione autunnale.

"Lo adoro" dissi sinceramente.

"Si,umh,è carino" mi disse incerto.
Lo guardai con un sopracciglio alzato.

"Carino?" Dissi,mantenendo l'espressione allibita sul viso "Dai,è meraviglioso" continuai.

Mi guardó sorridendo per un minuto,per poi parlare.
"Okay,okay,è meraviglioso" mi imitó,assumendo un espressione buffa in volto.
Risi,spensierata,seguita a ruota da lui.

Era una bella sensazione,quella di stare seduta su una panchina di un parco,che per me era davvero tanto, a ridere. Forse non era nemmeno una sensazione,ma ero sicura che potesse diventarla.
Harry stava seduto fissando un laghetto davanti a noi, con lo sguardo a contemplare delle papere. Ogni cosa sembrava rallentare al suo sguardo,compreso il mio battito cardiaco.
Harry era una di quelle persone che mi ricordavano l'autunno e le foglie, che suonavano canzoni che non conosci,con una chitarra in mano.

"Merda!" Imprecai. Avevo perso la cognizione del tempo. Erano le sette di sera. Avevo dormito cosí tanto?

"Cosa?" Mi guardó Harry,curioso.

"Sono le sette di sera!" Gli annunciai, ma sul suo volto non apparve nessun segno di preoccupazione.

"È sabato sera,rilassati" mi vennero i brividi.
Era sabato sera. Ma quella sera,non avevo intenzione di andare nel solito pub a guardare i soliti coglioni ballare senza un ritmo preciso,strusciandosi contro delle ragazze con abiti succinti e letteralmente troppo scoprenti.

"Sabato sera?" Gli chiesi retoricamente.
Erano passate tre settimane dal nostro primo,sgradevole incontro.

SERA POPULUM.
Tutto bene?

Sto in fissa con Sheldon Cooper.

Aiuto.

-Eleo.

Storm//H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora