Capitolo 1

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[A/N: Scrivo questo capitolo di mal umore, ma grazie a questo fatto mi sono venute molte idee per questo capitolo, e mi dispiace se potrá sembrare un po' sentimentale. Ciao.]

Ero in un pub a mezzanotte spaccata. Ogni sabato sera io mi sarei trovata alla stessa ora,nella stessa posizione vicino al bancone delle bevande alcoliche. E non lo facevo per 'dimenticare' qualcosa o qualcuno, lo facevo per il vizio. Nessun piacere o gusto nel bere in quel modo cosí ossessivo e totalmente sbagliato. Ma mi sentivo meglio a parlare ad un bicchiere di Vodka mezzo vuoto, o mezzo pieno, piuttosto che parlare con delle persone normali. Che poi normali si fa per dire. Delle persone ubriache a ballare come dei coglioni, che probabilmente sono, non possono essere definite normali. E mentre guardavo gente che si strusciava contro degli sconosciuti, il mio occhio cadde su un ragazzo. La mia stessa posizione. Il mio stesso bicchiere in mano. Il mio stesso sguardo verso gli altri individui. Mi guardó per un millesimo di secondo, prima di distogliere lo sguardo,guardandomi come guardava tutti gli altri. E mi diede fastidio. Io non ero gli altri. Non ero lí a ballare, io ero esattamente come lui. Eppure mi guardó con sguardo di indifferenza e disgusto. Come se provasse disgusto non solo per le persone,ma anche per se stesso. Superai la pista da ballo e mi avvicinai al bancone opposto al mio, dove era appoggiato il ragazzo.
Feci finta di voler ordinare un altro bicchiere di qualche superalcolico o roba varia. Ma ovviamente il mio intento era diverso. Scrutai davvero a lungo il ragazzo, che non sembrava accorgersi di niente. Ma prima che potessi dare uno sguardo pieno al suo volto,il mio shot era pronto. Lo buttai giú noncurante, aspettandomi il bis, per avere piú tempo per osservarlo.

"Ti diverti a bere in questo modo?" Mi chiese inaspettatamente, rivolgendomi uno sguardo di superioritá.

"Ti diverti a farti i fatti miei?" Gli chiesi non aspettandomi una risposta.

"Fammi indovinare. Cotta adolescenziale andata male?" Mi chiese con il suo tono da sapientino. Come se sapesse davvero perchè ero lì.

"Assolutamente no. Tu invece? Mister 'io sono diverso dal branco'? Cosa ci fai qui?" Gli chiesi buttando giú il mio secondo shot. Ma quella sera non avevo intenzione di ubriacarmi. Volevo ricordarmi di quel ragazzo.

"Sono qui per un mio amico. Io non centro niente con voi." Noi? Cosa dovremmo essere 'noi'? Esseri inferiori?

"Ah certo. Noi siamo troppo inferiori a te." Risposi con tono seccato.

"Non ho mai detto questo." Si difese usando il mio stesso tono di voce.

"Lo intendevi, molto probabilmente" Dissi.

"Ah certo,tu hai capito tutto del mondo giusto? Ti senti offesa se ti paragono ad un gruppo di ubriachi idioti,ma l'unica cosa che fai è ubriacarti." Si giró completamente verso di me,cercando di intimorirmi.

"L'unica cosa che sto facendo è discutere con te. E l'unico che cerca di capire tutti qua sei te. Guardi tutti con uno sguardo del tipo 'io sono l'unico buono in tutto sto marcio' ma,notizia del giorno, sei sempre qui in questo pub, con o senza il tuo amichetto del cazzo." Feci la sua stessa cosa,provocandolo.

"Non ho ancora capito perchè sto parlando con te. Mi sai tanto di disperata." Sentii la rabbia salirmi in gola. Ma non sentii nulla quando la mia mano entró in collisione con la sua faccia. Se lo meritava e non aveva il diritto di parlarmi in quel modo.

"Ti rinfresco la memoria: per parlare con una disperata del genere hai dovuto fare l'uomo superiore a tutta la popolazione mondiale. Hai dovuto criticare anche i miei respiri, quando tu sei esattamente uguale a me" me ne andai fuori dal locale. Non volevo parlare con nessuno o avere contatti con un essere vivente.

Storm//H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora