- Non mi fai vedere la scuola?- chiedo timidamente fermandomi davanti al grande edificio.
- Veditela da sola- conclude Camila per poi andarsene.
Era venuta a prendermi da casa e per poco non facevo ritardo.
Ora mi trovavo davanti a questo edificio con un cartello su cui scritto in grande ' High School Miami Dade'.
Ragazzi a destra e sinistra che si spingono correndo per andare alla prima lezione della giornata.
Mi dirigo all'interno, trovando un corridoio lungo con tanti armadietti blu, alcuni mezzi rotti, altri con delle scritte e altri con diversi lucchetti colorati.
Arrivo ad una porta, poco distante dall'ingresso, con un cartellino su cui scritto 'segreteria' attaccato alla porta. Entro e mi avvicino ad una signora sulla sessantina con capelli bianchi e occhiali neri che scivolavano sulla punta del naso.
- Mi chiamo Lauren Jauregui, dovrei ritirare il mio orario settimanale delle lezioni.- dico rivolgendomi alla segretaria.
Dopo alcuni secondi distoglie lo sguardo dal computer, e prima di rispondermi mi squadra.
- Signorina..?-
- Jauregui, Lauren Jauregui- nel frattempo sento la campanella suonare.
- Un attimo..- risponde masticando, credo una gomma, nervosamente.
Perfetto,penso, il primo giorno e faccio anche ritardo alla mia prima lezione.
Dopo averci messo un secolo per trovarmi sulla tabella degli studenti ero arrivata alla mia prima lezione, Geografia, in ritardo e facendo la solita figura.
Busso timidamente alla porta prima di entrare.
- Avanti- sento l'insegnate dall'altra parte della porta, io prendo un ultimo respiro ed entro.
- Buongiorno, scusate per il ritardo ho la giustifica dalla segreteria.- dico rivolgendomi all'insegnate senza degnare uno sguardo alla classe.
Non sono la solita ragazza timida ma in quelle situazioni non puoi non essere imbarazzata.
- Mi faccia vedere- mi risponde la professoressa estendendo la mano.
Dopo avermela firmata mi fa accomodare in un banco in seconda fila affianco ad uno che puzzava e una che masticava la gomma a bocca aperta, facendolo rumorosamente, e con una mano si girava una ciocca di capelli, sembrava abbastanza antipatica.
Dopo l'ora di Geografia vado al mio armadietto, avendo preso il numero dalla segreteria, numero 222.
Dopo cinque minuti abbondanti lo trovo, mi avvicino ed estraggo il biglietto con il codice del lucchetto.
- Sei nuova?- mi chiede una ragazza probabilmente della mia stessa età aprendo il suo armadietto affianco al mio.
- Già, vengo da Tampa- rispondo inserendo il codice del lucchetto.
- Tampa, bel posto, come ti trovi qui?- mi chiede appoggiandosi all'armadietto.
- Bhè.. Per essere i primi due giorni posso dire che sono stati due giorni di merda profonda, non vedo l'ora di scoprire il resto della mia vita guarda..- finisco per poi girarmi e andarmene, avendo preso la materia successiva.
Storia, ho sempre odiato storia più di non so cosa, certo dobbiamo sapere la storia dei nostri antenati, ma è uno spreco di tempo se sai che il giorno dopo dimentichi tutto.
Per fortuna non sono arrivati ancora tutti e quindi posso sedermi nell'ultima fila vicino la finestra.
Poco prima del suono della campana entra l'unica persona al mondo che non voglio vedere, Camila.
Entra e mi guarda per alcuni secondi, fa un sorrisetto e si avvicina.
- Ciao sfigata- accenna un saluto con la mano per poi sedersi affianco a me, io non le rispondo, distolgo solo lo sguardo.
- Sei ancora arrabbiata con me?- continua, continuandomi a guardare.
- Cosa vuoi?- rispondo rivolgendole finalmente uno sguardo.
- Ti sei svegliata male sta mattina? Hai il ciclo?-
- Ti sei mai chiesta se sei tu il problema?-
Fa una mezza risata - Non voglio dare spettacolo qui, ma mo che andiamo a casa sono cazzi vuoi- fini per poi sporgersi in avanti e baciarmi la guancia.
Fu l'ora più lunga della mia vita, oltre alla materia dove la professoressa continuava a dire parole sconosciute, ci si metteva anche Camila.
Continuava a scrivermi biglietti e lanciarmi palline di carta, mi toccava la coscia, cercava di prendermi la mano.
Avevo paura di scoppiare da un momento all'altro.
Per fortuna suonò la campanella e mi alzai velocemente per scappare da quella classe, ma fui bloccata da una persona che mi prese con forza il braccio.
- TI aspetto all'uscita vicino la mia macchina, non fare ritardo cretina- mi sussurrò all'orecchio per poi baciarmi il collo e andarsene.
Mi percorsero brividi per tutta la schiena dopo il contatto. Non riuscivo a capire perché si comportava in quel modo, non riuscivo a capire perché continuava a baciarmi se mi trattava male, non riuscivo a capire molte cose. Non riuscivo a capire lei.
Per sfortuna le ore passarono veloci, che stronzo il karma no?
Quando vuoi che le ore passino in fretta ti sembra che il tempo si sia bloccato, ma se vuoi che il tempo si blocchi ti ritrovi già alla fine della giornata. E quindi mi ritrovavo a camminare per il parcheggio in cerca di quella che si dovrebbe definire una persona.
- Dio quanto sei lenta!- sbuffò appena mi vide, spostandosi dal punto in cui era appoggiata sulla macchina e andare a sedersi nel posto del guidatore.
Non le risposi neanche, volevo solo andare a casa e dimenticarmi di quest'ennesima giornata di merda.
Appena arrivò di fronte casa cercai di scendere velocemente ma lei mi prese il braccio e mi fermò.
- Cos'è tutta questa fretta?- disse facendo il suo solito sorrisetto.
-Non ci sono i tuoi giusto?- continuò guardando in direzione della casa. Titubante risposi.
- No..-
- Perfetto andiamo- concluse uscendo dalla macchina.
- Andiamo dove?- chiesi confusa.
- Ti è ritornata la voglia di parlare? Cammina dentro casa e taci.- disse chiudendo la macchina.
Quando entrai dentro casa mi guardai nervosa intorno, non capiente di cosa voleva fare li.
- Dov'è la tua camera?- chiese dopo aver squadrato la casa.
La portai li senza parlare e senza incontrare il mio sguardo con il suo. Appena arrivate lei fece un giro della stanza guardandosi in torno e osservando dei quadri in cui c'ero io e le altre mie amiche. Dopo aver ispezionato bene bene la stanza mi guardò negli occhi duramente, facendo quasi paura. Fece dei passi verso me per poi scansarmi e chiudere la porta. Mi girai ancora confusa per poi guardare lei che mi stava già fissando.
- Stenditi sul letto..-
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Aloha gente!
So di essere un po' in ritardo, lo so.. Avevo detto che sarei stata più frequente dopo la scuola ma evidentemente è successo tutto il contrario.
Non avevo più ispirazione e non sapevo che scrivere.
Cercherò di aggiornare appena posso e appena ho l'ispirazione giusta.
Mi scuso ancora per tutto questo tempo e spero che la storia vi continui a piacere.
-Ad
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A Piece of Paper
FanfictionE' solo uno stupido messaggio.. -Eppure credevo di conoscerla...