Settembre, questo vuol dire solo una cosa: l'inizio dellla scuola, della stagione invernale e la fine dell'estate.
Non mi dispiace molto, anzi, ne sono abbastanza felice. La stagione estiva la odio fin da quando ero piccola: troppo caldo e in più odio il mare. La sabbia, il vento troppo forte.. no, non faceva assolutamente per me.
La sveglia siona, le 07:30.
Mi alzo dal letto non so con quale forza, ma devo.
Oggi inizio il mio secondo anno di scuole medie, wow, che gioia.
Ho lo stomaco sottosopra, quindi per stamattina almeno, è meglio evitare la colazione, casomai mangerò qualcosa a ricreazione.
Entro in bagno, mi sciacquo la faccia e cerco di sistemare i miei capelli castani quanto posso.
Finito tutto il resto, eco dal bagno e decido di aprire la finestra per sentire la temperatura fuori.
Fa decisamente freddo per essere solo il 14 settembre.
Così, prendo il mio paio di jeans preferito e sopra decido di abbinarlo con un maglioncino bianco leggero.
Prendo la borsa, regolarmente preparata la sera precedente e scendo le scale.
Una volta arrivata in cucina per bere un bicchiere d'acqua, mi aspetto di trovare mio padre mentre prende il suo caffè, ma di lui, stamattina, nessuna traccia.
Per puro caso, butto un'occhiata sul frigo e trovo un post-it.
Scusa piccolina, sono dovuto uscire presto stamattina. Buona fortuna nella tua nuova scuola, ci vediamo stasera. Papàx
Sorrido. Mio padre è così premuroso con me.
Prendo le cuffiette ed esco di casa, o meglio, dalla mia nuova casa.
Io e mio padre ci siamo appena trasferiti qui. Abitavamo sempre a Roma, ma in un quartiere diverso.
Credo che questo quartiere mi piaccia molto di più: sono praticamente circondata da parchi e il verde e la natura mi sono sempre piaciuti. Mi fanno sentire libera. E in più, questa è una piccola villa, a differenza del vecchio appartamento circondato da mille palazzi. I tredici anni più brutti della mia vita.
Attraverso la lunga strada di casa mia e dopo una decina di minuti, arrivo alla fermata dell'autobus.
Qualcuno mi ama da lassù, forse, perché il bus arriva praticamente subito.
Sono 15 minuti di viaggio, sopportabili. E inoltre sembra non esserci molta gente a quest'ora.
Entro in classe e sono le 8.29, la campanella suona alle 8:30.
Noto, ovviamente, il primo banco libero e decido di mettermi seduta lì. Non voglio nessuna distrazione quest'anno.
La campanella suona e iniziano ad entrare i miei futuri compagni di classe.
Li osservo tutti, non sembrano male, ma nessuno si siede vicino a me. Così, rassegnata, apro la borsa per prendere l'astuccio e un quaderno per gli appunti.
Quando mi rimetto seduta composta, per poco non muoio dallo spavento.
"Ehi ciao, scusa davvero per lo spavento. Ti dispiace se mi metto seduto qui accanto a te?" dice il ragazzo che mi sta a pochi centimetri dalla faccia.
"N-no figurati, va benissimo" tento di rispondere dopo lo spavento. Dio, dov'è finita la delicatezza?
Il coraggioso ragazzo che, oltre a mettersi al primo banco, ha avuto le palle di avvicinarsi anche a me, si siede e una colta poggiato il suo zaino rosso a terra, si gira e mi sorride porgendomi la mano.

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Again
FanfictionEra un amore vero, quelli con la 'a' maiuscola. Un amore che iniziava, finiva, per poi ricominciare. Un cerchio, un continuo, che Harry e Charlotte erano abituati a sopportare. Ma quanto potrà durare questo tira e molla tra loro?