Capitolo 5: Mary

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Mia madre è morta in un incendio quando avevo dieci anni.
Quella sera io, Sam e papà eravamo allo stadio per vedere una partita di baseball, era la prima volta per mio fratello ed era addirittura riuscito a prendere una palla al volo. In realtà l'avevo presa io e poi gliela avevo regalata.
Quando siamo tornati a casa abbiamo trovato i vigili del fuoco, la polizia e i paramedici sulla ghiaia fuori dall'entrata. La casa era quasi intatta, ma si vedeva chiaramente il fuoco uscire dalla finestra della cucina.
"Voi siete i Winchester?"aveva chiesto un tizio a mio padre, che aveva annuito.
"Mi dispiace, ma c'è stata una fuga di gas che ha preso contatto con il fornello acceso. Sua moglie è deceduta nello scoppio."
Quella fu forse la prima volta in cui così mio padre sul punto di svenire. Io avevo capito subito che mia madre era morta, ma Sammy, di neanche sette anni, aveva iniziato a vagare fra i presenti gridando "mamma". Dopo un po' si era seduto sulla ghiaia aspettando che nostra madre uscisse di casa. Dopo un po' si era perfino addormentato, e io l'avevo preso in braccio e l'avevo portato nella sua cameretta,rimasta intatta dall'incendio, così come la mia o quella dei miei. Solo la cucina era stata colpita.
Dopo qualche tempo arrivarono dei detective a casa nostra, dicendo che Mary Winchester si era suicidata perché era in crisi coniugale. Mio padre li aveva cacciati di casa urlando, dicendo che non avrebbe mai abbandonato i suoi bambini. Per un po' pensarono anche che fosse una malata di mente, ma io ovviamente non ci ho mai creduto. Era la mia mamma, e non c'era più.

Castiel è ancora lì, con mio padre e con Sam. Stranamente papà sta vicino al mio ex ragazzo, di solito stavano alla larga l'uno dall'altro.
-Dean.- mi sento chiamare, e mi volto.
C'è mia madre.
-Mamma?-chiamo. Lei appare, esattamente come me la ricordavo, con quel vestito rosa che aveva addosso all'ultimo compleanno di Sam che abbiamo festeggiato insieme.
-Piccolo mio...-mi sorrise, e io le vado incontro. -Sei stato bravo, lo sai? Hai unito tutti. Hai convinto tuo padre a non essere più omofobo, hai fatto rendere conto a Castiel di quanto ti amasse.
-Posso tornare?- chiedo, dando uno sguardo indietro, vedendo tutti tristi.
-Non credo tu possa, tesoro...- mi accarezza una guancia. È quasi eterea, un angelo. -Ti ho aspettato per tanto tempo, ma tu hai tenuto duro per due settimane, e sono orgogliosa di te perché ti sei dimostrato essere il mio soldatino coraggioso.-mi scompiglia i capelli, e io mi sento tornare bambino, quando avevo sei anni e il naso moccioloso, con mia madre sempre pronta a prendermi in braccio. -Ma, devi sapere, amore mio, che le cose non sempre vanno come vogliamo.- sospira, abbassando lo sguardo.
-Mamma?
-Sì?
-Ti sei suicidata?-domando.
-No, piccolo.- sussurra. -Quella notte avevo fame e sono scesa a prepararmi delle uova. Poi ho visto del fumo e ho tentato di uscire, ma poi mi sono ricordata di aver lasciato lì la collana che mi aveva regalato tuo padre per il nostro anniversario... insomma, non volevo che andasse persa, così sono rientrata.
Mi slancio in avanti e la abbraccio, la stringo forte. Mi accarezza i capelli, mi bacia la fronte.
-Sarà meglio andare, Dean.- mi tende la mano, e io la afferro.
In un attimo vedo la mia vita. L'incidente, l'officina, l'incontro con Castiel, il diploma, l'incendio a casa e la morte di mia madre, le uova e pancetta di mio padre, mio fratello che comincia a camminare e poi io che imparo a parlare. E poi davanti a noi c'è una grande porta spalancata.
Mi guardo indietro di nuovo, vedo che Castiel è stretto a mio padre e Sam mi tiene la mano.
È bello andarsene sapendo che c'è qualcuno che tiene a te.
Torno a fissare mia madre, bella, raggiante, sorridente. Come me la ricordavo.
Appena prima di varcare la soglia, però, mi fermo e mollo la mano di mamma.
-Mi dispiace.-dico. -Mi mancherai.- aggiungo, e lei mi sorride.
-Va' figlio mio. Ci sarà pace alla fine.- sussurra. -Riposati, e non piangere più.

Apro gli occhi sulla mia famiglia, finalmente sento il mio corpo.
Castiel mi fissa incredulo, poi si getta su di me e mi abbraccia, per quanto può, tentando di essere delicato .
-Avrei dato via tutti i miei domani pur di riavere uno dei nostri ieri insieme.-sussurra, e io sorrido, per poi scoppiare in lacrime. Mio padre mi mette una mano sulla spalla. -Bravo figliolo.- sussurra, io annuisco, ancora intontito e piangente.
-Dean!-esclama Sam, stringendomi la mano priva di fili e aghi.

Un giorno dirò a mio padre che ho visto la mamma, e che mi ha detto di non essersi suicidata. Gli dirò della collana, e del fatto che lei ci tenesse troppo per lasciarla fra le fiamme.
Ma prima devo recuperare il tempo che ho perso, e ringraziare chiunque ci sia là sopra per avermi permesso di tornare indietro.

Fine.

I'd trade all my tomorrowsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora