11-Dove Louis capisce troppo

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Luce.

Ecco,ora Louis la vedeva.

Gli facevano leggermente male gli occhi,ma sentiva che poteva sopportarlo.Li aveva solo socchiusi.

Riusciva a vedere i suoi piedi,sotto un lenzuolo bianco e una sorta di armadio,davanti a sè.Poi una parete bianca.

Strano,perchè l'ultima visione che aveva avuto del mondo era la sua mano insanguinata.E il buio.

Il buio da cui era scappato.

Il ragazzo ci mise circa dieci minuti per avere il pieno controllo della situazione.Certo,quello che una persona ha in un letto d'ospedale.

Sentiva solo una presenza accanto a sè,ma non riusciva a muoversi.Gli sarebbe piaciuto vedere la sua mano,per vedere se fosse ancora imbevuta di rosso.

Ma si trattenne,sapeva che anche il minimo sforzo gli avrebbe spaccato qualcosa.Si sentiva di cristallo.

Allora cercò di parlare,per far vedere la sua presenza.

"Mhhh"voleva dire qualcosa come"Sono vivo"ma gli uscì un mugolio.

Sentì la presenza accanto a sè muoversi e,in pochi secondi,gli fu accanto.Non riusciva chiaramente a distinguerne la figura,ma gli sembrava chiaramente una delle sue sorelline.

"Lou?"

Lui emise un altro suono a mo' di risposta e la bimbetta gli strinse la mano.

Poi chiamò Johannah.




Niall:Allora,si è ripreso?

Harry:sì,a quanto pare.Io devo ancora vederlo,quando si è svegliato ero andato a prendermi un caffè.

Non ci speravo più.I medici non parlavano ed io avevo paura.


Niall:beh dai,ora si è svegliato.Speriamo che stia bene a livello mentale.


Harry:già,speriamo.Ora devo entrare,poi ti faccio sapere.






Niall:okay,ciao.




Harry era parecchio eccitato.
Non vedeva l'ora di rivedere gli occhi blu di Louis aperti, che lo avrebbero guardato con il solito tono sarcastico e quasi provocatorio.Ma aveva paura.

Una paura matta che lui non si ricordasse niente o che avesse altri problemi per quanto riguarda il sistema nervoso.In realtà non vorrebbe neanche entrare nella stanza; non voleva vedere la realtà con i propri occhi.

Jay non era ancora uscita e la cosa lo preoccupava, ma aveva sentito l'accenno di una risata poco prima, quindi magari era giunto a conclusioni troppo affrettate.
Poteva stare bene.
Oppure no.

Non si accorse nemmeno che l'infermiera del primo giorno lo aveva spinto all'interno della stanza bianca, perchè infatti si trovò improvvisamente davanti la schiena di Lottie, intenta ad abbracciare la figura infagottata nel letto.

Un sorriso comparve subito sulle labbra di Harry, era rimasto tre giorni in ansia per quel ragazzo e ora, vederlo vivo e consenziente lo rendeva speranzoso.

Si avvicinò di soppiatto, dando il tempo ai suoi occhi di inquadrare pian piano la figura minuta nel letto.Era steso, con la testa sul cuscino e i capelli lisci sparpagliati attorno, mentre con i suoi occhi blu scrutava la gente attorno a sé.

Le gemelle.La madre.Poi Harry.

Harry che lo guardava intensamente, sperando che improvvisamente non lo cacciasse, riconoscendolo come uno sconosciuto.

Invece gracchiò un"Ciao"che gli gorgogliò in gola, prima di morire.

"Hey"





Non ci furono più scambi di parole tra i due.Qualche volta i loro occhi si incontravano, ma niente di più.Harry voleva ridare il tempo che si erano persi alla famiglia di Louis, non voleva tenerlo solo per sè.Beh, certo, avrebbe tanto voluto parlargli ma gli sembrava un gesto troppo egoistico.

Solo quando l'intera combriccola uscì, quindi, lui si concesse di sedersi sulla solita seggiola, per poi parlargli.

"Come stai?"

"Come può stare un ragazzo sdraiato su un letto d'ospedale?"

"Bisognoso di cibo solido? Ho preso un po' di snack, se li vuoi..."

Louis aggrottò le sopracciglia.
Harry era stato l'unico che non gli aveva raccontato dello spavento che si era preso quando era in ospedale e del fatto che lui non si era svegliato per tre giorni.

"Penso che vomiterei"

"Penso che saresti carino comunque"

Louis non fece niente per evitare di arrossire.

"Mi dispiace, comunque. Voleva solo farti una sorpresa, sai? Volevo arrivare prima e dirti delle cose, ma poi..."

"Tu stai chiedendo scusa a me? Louis,hai avuto un incidente.
Non hai niente di cui scusarti -sì okay, magari sii prudente mentre guidi-però non dovresti dire niente dopo quello che è successo"



Il piccolo ragazzo annuì, prima di chiudere gli occhi e sospirare.Era stancante parlare, ed era anche una cosa abbastanza strana visto che di solito gettava parole su parole.

"Ho capito, vuoi dormire.Scusami, ora vado.Dormi bene"


Harry si alzò dalla sedia stiracchiandosi leggermente, prima di camminare verso l'uscita.

"Fa molto cliché, ma dormi con me?"

"Louis, hai solo bisogno di riposare"



Una settimana dopo Louis era tornato a casa e l'incidente sembrava quasi un pallido ricordo.Sembrava.

Quando Harry lo aveva accompagnato in macchina, aveva ceduto un attimo nel sedersi davanti.Il problema era che aveva paura.

Naturalmente l'altro se n'era accorto e gli aveva tenuto la mano tutto il tempo e beh,non che fosse molto ma Louis si sentiva leggermente più forte.

Harry era rientrato velocemente nella sua vita.Ogni mattina veniva in ospedale dopo aver dormito in un hotel e passava il tempo con lui.Chiaccheravano, mangiavano o guardavano la tv.

A Louis faceva piacere averlo accanto perchè il riccio lo conosceva abbastanza bene da sapere quando era tempo di ridere o di essere seri e lo metteva a letto prima che crollasse dal sonno.

Però, quando il liscio si era ormai ristabilito a casa sua ed Harry era tornato a Doncaster, sentì quasi un vuoto dentro di sé.

E sapeva così bene cosa indicava.


sclero time

Mi scuso se il capitolo é corto ma avevo tante idee e tanto sonno e questo é il risultato schifoso che é uscito, quindi boh.Manca poco alla fine della storia, qualcosa come 4 capitoli che saranno tranquilli.

Mi sta venendo l'idea di scrivere qualcosa di het ma non so il perchè.

Forse , visto che non ho mai letto una ff het non cadrebbe nel banale(in realtà ne ho lette, ma taaaanto tempo fa.Tipo un anno.Non prendetemi per matta,ma le coppie het mi fanno generalmente cagare. Però nei libri cartacei no, rido).

Boh, volevo solo esporvi i miei dubbi esistenziali (pft).

bye.

Don't talk to me||Larry Stylinson||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora