Chapter 1

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Quello non sarebbe stato un giorno come gli altri, quelle poche ore di attesa prima dell'aereo le sarebbero sembrate infinite; quel giorno Lilith avrebbe abbracciato il suo idolo.
Lilith era una sedicenne come le altre, tranne per il fatto di essere una Wicca.
Quella mattina si era alzata con una strana nausea, dovuta sicuramente al fatto che quel giorno stesso ci sarebbe stato il concerto di Michael Jackson.
La ragazza aveva vinto anche il meeting con la star e ciò la rendeva molto nervosa, ma estremamente impaziente di incontrare la ragione del suo sorriso.
Lilith non era mai stata una di quelle ragazze tutto make up e niente cervello, lei era diversa, sin dalla materna.
Amava esprimere la propria personalità ed infatti quel giorno non diede retta ai consigli della madre ed indossò un vestito azzurro chiaro, senza spalline e che le arrivava fino alla coscia.
Si sistemò davanti allo specchio e pettinò i lunghi boccoli scuri, utilizzando anche un tantino di lacca per definirli meglio; quei capelli erano sempre stati difficili da domare ma quella mattina lei sarebbe stata perfetta, al costo di lasciare i propri genitori a casa. 
Dopo aver finito di pettinarsi, circa dieci minuti in tutto, Lilith afferrò il suo zaino nero e scese le scale, dirigendosi verso la macchina di sua madre.
" Muoviti Lilith, se continui così faremo tardi a scuola! " la voce squillante della madre attirò l'attenzione della ragazza, che fino a qualche minuto prima stava osservando il vicino di casa, un ragazzo davvero affascinante.
La teenager salì in macchina e prese posto accanto alla madre, lasciandole un veloce bacio sulla guancia prima di tirare giù il finestrino e riprendere ad osservare Gabriel, il ragazzo più bello ed affascinante di tutto il suo liceo.
Lilith non parlava molto spesso con lui, lei preferiva rimanere in silenzio ed osservarlo da lontano, mentre giocava con i suoi amici, e sfortunatamente anche con la sua ragazza, oppure mentre se ne stava seduto ai piedi di un albero con le cuffiette negli orecchi.
Per tutto il tragitto la ragazza non disse nulla, e quando la madre parcheggiò l'impala vicino all'entrata della scuola Lilith scese di macchina alzando il braccio in segno di saluto e si precipitò dalle sue amiche, Arianna e Linda, che tutte le mattine l'aspettavano nel solito posto.
« Buongiorno ragazze, allora... Avete già trovato qualche ragazzo bello da stalkerare? » mormorò Lilith con un lieve sorriso sulle labbra.
" Direi di sì! Hai visto quanti ragazzi ci sono? Soprattutto quelli più grandi! Ehy Lil, ma oggi non c'è il concerto di Michael? " domandò Arianna con il suo atteggiamento superiore, rivolgendo a Lilith un sorriso ingannevole.
« Sì! Per questo devo uscire prima oggi! Salterò la lezione della professoressa Evans ma vabbè, resto sempre una delle migliori della classe. » disse la ragazza prima di lasciar fuoriuscire dalle labbra una risata cristallina, mentre tutte e tre si incamminavano verso l'aula di disegno.
L'ora del professor Brunetti passò molto velocemente, considerando che il disegno e la pittura erano il passatempo preferito di Lilith; erano già passate tre ore e mancavano solo due ore al concerto, da lì a poco sarebbe arrivata sua madre per riportarla a casa.
Un clacson riportò alla realtà la giovane Lilith, sua madre era arrivata.
La ragazza non perse tempo e corse verso la macchina, sentendo l'abitazione e l'ansia salire sempre di più; allacciò la cintura di sicurezza e chiuse lo sportello, accendendo la musica per distrarsi un po'.
Non ci misero molto ad arrivare, anzi ci misero molto meno del previsto, e in breve tempo Lilith era già uscita dalla macchina ed aveva già salito le scale di casa, chiudendosi in camera sua.
Mancava davvero poco al concerto e la ragazza si era preparata a dovere, in modo da essere perfetta sotto ogni punto di vista.
Indossava dei semplicissimi leggins neri, abbinati con una camicetta a quadri blu e bianca, come quella del suo cantante preferito, aveva raccolto i capelli in una coda di cavallo, piuttosto alta ovviamente, ed aveva anche aggiunto un tocco di profumo per sembrare più femminile.
Sugli occhi aveva messo soltanto un filo di matita era e del mascara, per non appesantirli troppo; era finalmente pronta per andare al concerto più bella della sua vita.
Sua madre già la aspettava in macchina sorridente come sempre, e Lilith non perse un secondo e si mise seduta, cercando di stabilizzare il respiro.
Quei pochi minuti di viaggio sembrarono durare ore, ma quando Lilith cominciò ad intravedere l'immensa struttura dello stadio il cuore le si fermò per qualche istante.
Scese dalla macchina e si incamminò con sua madre a fianco, visibilmente agitata; quello sarebbe stato il giorno più bello di tutta la sua vita.

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