Finalmente potevo fargli sapere quello che per sette lunghi mesi gli ho nascosto, a patto che non lo sospettasse già, naturalmente.
Per giorni -o meglio, notti- provai a scrivere nelle note del cellulare ciò che gli avrei mandato appena avessi trovato un po' di fegato, ma alla fine optai per un semplice, direttissimo «ti amo», senza punteggiatura, frasi d'effetto o maiuscole, come se fosse sparato dal cuore.
"Mandaglielo appena è online, dai" mi aveva detto una mia amica.
Feci così, il 19 luglio alle 00.49, un'ora dopo che lei se ne era andata.
Senza nemmeno guardare la tastiera, inviai.
"ti amo".
"What?" mi rispose verso l'1:15.
"Nel caso domani morissi. -sì, avevo paura di morire senza essermi prima dichiarata-
Quanto può ancora andare avanti questa storia? Per quanto tempo dovrò continuare a tenermela dentro? Giorni, mesi, anni?".
Però mi sa che non avrebbe tanto senso riportare l'intera conversazione.
Abbiamo parlato fino alle 2.05 e lui mi ha detto che dopo la rottura con Miranda l'ultima cosa a cui pensa è trovare una fidanzata, che non se lo aspettava proprio da me (avrei scommesso di sì invece) e che ormai solo gli stronzi menefreghisti riescono ad avere una relazione seria. Io -che già dormo in reggiseno e mutande e per di più sono freddolosa- sudavo tutta e tremavo così tanto che ero quasi convinta d'essermi presa la febbre.
Probabilmente mi ero agitata moltissimo mentre aspettavo la sua risposta, perché il resto della conversazione è stato abbastanza tranquillo.
C'è stata però una frase che mi è rimasta dentro, una cosa che mi ha scritto lui che in effetti, nonostante io non ci abbia mai pensato, potrebbe essere giusta...
"Però sai... amare una persona significa tanto... magari ti piaccio solo e basta... passerò di moda come con molte altre... ".
Appena l'ho letto volevo rispondergli qualcosa sullo stile "NO IO TI AMO SUL SERIO INVECE!", ma poi ho riflettuto.
"E se avesse ragione? E se davvero io non sapessi neanche lontanamente che cosa sia l'amore? E se fosse veramente soltanto una moda che poi passerà?".
Gli risposi che non lo sapevo e che molto probabilmente mi sbagliavo, che ero confusa eccetera, nonostante una voce nella parte più profonda di me continuava a ripetere: "Lo sai che non è così, che non ti piace e basta. Lo sai benissimo ma non vuoi ammetterlo a te stessa, perchè la parola Amore ti spaventa".
Queste parole, apparentemente così poco importanti rispetto all'argomento principale (alias la mia dichiarazione), furono quelle che mi scombussolarono di più.
E continuano a farlo.
"Ma se non è quello che provo per lui, l'Amore cosa diavolo è?", mi domandavo
all'infinito, quella notte.
E continuo a chiedermelo.
Alla fine verso le 4 mi addormentai. Dormii male.
Eppure il mattino mi svegliai molto più leggera, con la stessa sensazione di quando, da bambini, si ha paura di togliere il "dentino che balla" ma poi, una volta tolto, si scopre che senza si sta meglio e anche se all'inizio sanguina e fa male dopo un po' ti ci abitui, perché sai che dove ora c'è quel buco crescerà ne un altro e questa volta rimarrà lì per sempre.
Speravo succedesse così anche per questa faccenda.
Volevo togliermi 'sto peso che avevo dentro da più di sette mesi dicendogli ciò che provavo per lui e poi, una volta libera, lo avrei dovuto dimenticare.
L'anno prossimo tanto se ne sarebbe andato a scuola in una città diversa dalla mia, quindi ci sarei riuscita perfettamente.
Era come togliere un dente, nulla di più difficile.
Così credevo, almeno.
Dico sempre di volerlo dimenticare, di non pensarlo più, ma alla fine sapete una cosa?
Non me la immaginerei mai una vita senza lui costantemente nella mia testa.
Non sarebbe più la mia, non la riconoscerei più.
Come potrei passare sotto alla sua casa senza dare nemmeno uno sguardo al suo balcone, nella speranza di vederlo affacciato ad esso?
O incontrarlo e non avere più le gambe che tremano? Come sarebbe possibile non avere quella sensazione di scrivergli oppure smetterla di controllargli l'ultimo accesso ad ogni ora del giorno e della notte?
Sembra assurda una vita senza più tutto questo, una vita dove il pensarlo non mi fa né caldo né freddo, come se si trattasse di una persona qualunque.
Ma forse È assurdo, perché lui una persona qualunque non lo sarà mai, neppure fra mille anni.
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Xavier
Romance"Love distorts things. Or even worse, love is something you have never asked for".