Mi alzo alla mattina, mi sento come ogni mattina, affranta,stanca.
Sento le urla di mia madre che mi ordina di alzarmi.
Vado in bagno mi lavo il viso, rimango qualche minuto a fissare la mia immagine riflessa, mi sento tanto fragile..tanto vulnerabile.
In filo un paio di jeans, maglietta bianca è una camicia a quadri rossa.
Prendo lo zaino ed esco senza preoccuparmi della mia pancia, non ho mai sofferto di fame, sembra proprio che non riesca a sentire la sensazione di inoltrare cibo per procurarmi energia.
Mi siedo sul mio banco in fondo lontano da tutti, guardo la classe nel complesso da lontano.
Mi sento fuori posto, mi sento la pecora nera del Gregge, il tuo chicco marcio della pannocchia.
Mi sono sempre sentita così non é una sensazione nuova.
Affondo la testa nel libro e dimentico tutto e tutti.
Esco da scuola accendo la prima cicca del giorno, finalmente mi sento liberata, le Marlboro sono la mia salvezza.
Finalmente torno a casa, butto accanto alla porta lo zaino, mi tuffo nel letto.
Guardo il cellulare neanche un messaggio nemmeno una chiamata.
Mi sento tanto inutile, vorrei questo periodo passasse in fretta, vorrei trovare le risposte a certe domande.
Vorrei cambiare, svegliarmi una mattina totalmente nuova.
Ma impossibile i miracoli non esistono ho imparato ad accettarlo.M.passi