Nel silenzio della sua camera, Tom chiacchierò con il suo nuovo amico raccontandogli un po' di cose sul mondo reale, Bill non poté fare altrettanto dal momento che non aveva niente da dire sul suo mondo "E' un peccato però: tu stai lì dentro e io sono qua" osservò Tom, era triste perché ora che aveva trovato un'altra persona simpatica poteva solo parlarci "Questo si può risolvere" esordì Bill con un sorriso furbetto "E come? Non posso rompere il vetro, tu spariresti, e non posso attraversarlo" ribatté Tom alzandosi e avvicinandosi allo specchio "Si che puoi – Tom fece una faccia incredula - . Avanti posa la tua mano".
Convinto dalle parole di Bill, il ragazzo poggiò la sua mano sul vetro: sembrava quasi liquido, come acqua in fase di cristallizzazione, non era freddo ma neppure caldo. Tom ritrasse la mano per un istante, aveva paura "Avanti, vieni da me" lo incitò Bill. Il ragazzo appoggiò nuovamente la mano sullo specchio, esercitando una piccola pressione: la mano sparì attraverso il vetro per qualche istante per poi riapparire dall'altra parte. Non vedendo alcun pericolo Tom si convinse ad entrare, ma aveva deciso che avrebbe tenuto gli occhi chiusi.
Attraversò la superficie dello specchio lentamente e quando tutto il suo corpo arrivò dall'altra parte si sentì come sospeso, non avrebbe saputo dire se qualcosa lo stesse sorreggendo o fosse nel vuoto perché ancora non aveva alzato le palpebre; solamente quando percepì che i piedi erano a terra aprì gli occhi e vide...il nulla. Non c'era niente, solo uno strano calore e una sensazione piacevole "Non è stato poi così difficile, vero?" si sentì dire, Bill era apparso davanti a lui e sembrava più reale che mai "Questa è casa tua?" domandò Tom, era una domanda insensata ma era nata dalla confusione che aleggiava nella testa del ragazzo "Non farti ingannare, qui c'è molto più di quello che sembra".
"Pensa a qualcosa" suggerì Bill, non sembrava che stesse scherzando tuttavia per Tom era difficile credergli " Mi stai suggerendo che se penso a qualcosa questa si avvererà? Non penserai che ti creda, già mi è difficile accettare il fatto che sono dentro ad uno specchio" ribatté Tom, la testa gli stava facendo male "Dove vorresti essere adesso? Pensaci, se è come dici tu al massimo non succederà niente. Se ti può aiutare chiudi gli occhi così te lo immagini meglio, non devi dirmi cosa stai pensando" Bill sapeva come convincere la gente. In effetti c'era un posto dove Tom avrebbe voluto essere, era da tanto che non ci andava e quell' immagine riempì la sua mente con i suoni e gli odori che gli erano propri. Se l'era immaginato in una calda giornata estiva, senza nessuno al di fuori di lui e presto sentì il calore della sabbia sotto ai piedi; nelle sue orecchie arrivò il rumore delle onde mosse dal vento e il profumo dell'aria salmastra entrò nelle sue narici "Scommetto che hai pensato al mare, è proprio bello sai? Dovresti proprio guardarlo" sentì dire da Bill. Quando aprì gli occhi Tom rimase senza fiato, quello che lo circondava era esattamente ciò che aveva immaginato e come lo aveva sognato "Cosa? Non ci credo" disse incredulo "Te lo avevo detto, io" ribatté Bill, negli occhi aveva lo sguardo di chi stava assaporando silenziosamente la propria vittoria.
"Ok sono decisamente andato fuori di testa, è ufficiale" disse Tom guardandosi intorno per vedere fino a dove si estendeva quell'illusione, ma non riusciva a vederne la fine "Perché dici questo?" domandò Bill "E' impossibile una cosa del genere, prima il vuoto e ora sono sulla spiaggia più bella che abbia ai visto" gridò il ragazzo, si aspettava un ritorno di voce come accadeva negli spazi chiusi ma non successe nulla, era proprio in uno spazio aperto "Qui tutto quello che immagini diventa realtà, non importa cosa sia e nemmeno se non esiste nel tuo mondo. Non solo luoghi ma anche cose che riguardano te stesso, nulla è permanente e puoi cambiare idea quando vuoi" spiegò Bill "Che?! Vuoi dire che se cercassi di immaginarmi... che ne so con dei capelli diversi o con un altro aspetto questo accadrebbe?" domandò Tom "Certo, e succederebbe anche se tu volessi vederti con qualche anno di più" "Mi prendi in giro? Vuoi dire che se desidero... di voler avere 25 anni questo si avvera? Anche se non ho un immagine precisa nella testa?" "Sembra un po' strano da capire però si" rispose Bill.
Galvanizzato alla sola idea, Tom pensò intensamente di voler vedere se stesso a 25 anni. Uno strano formicolio attraversò il suo corpo, non era una sensazione sgradevole tutt'altro, e in pochi secondi sentì il suo corpo mutare. Per potergli dare una visione d'insieme Bill fece comparire davanti all'amico uno specchio lungo e Tom vide sulla superficie un giovane uomo in gran forma con i dreadlocks e un piccolo accenno di barba, non credeva a quello che vedeva "Porcaccia...se sarò veramente così tra qualche anno gli altri uomini faranno meglio a starmi alla larga o faranno una bruttissima figura" disse tutto soddisfatto di se e della propria voce da adulto, poi diede uno sguardo a Bill "Tu sei in grado di farlo?" domandò "Certo, questa è casa mia e le regole valgono anche per me" fu la risposta secca del ragazzino "Fammi vedere". Dal momento che quello di Tom sembrava un ordine, Bill fece come gli era stato richiesto e si invecchiò fino a raggiungere l'età giusta e poi si mise al fianco dell'amico davanti allo specchio "Fortissimo, sembriamo proprio due gemelli – commentò Tom, ma qualcosa non lo soddisfaceva - . Però... " "Qualcosa non va?" domandò Bill "Stavo pensando che sei troppo uguale a me" fu la risposta pensierosa del ragazzo "Ti ho già spiegato perché, e poi mi sembrava che ti piacesse l'idea di avere un gemello omozigote" rispose lo spirito ritornando alle normali dimensioni "Non fraintendermi, adoro il fatto che tu sia fisicamente uguale a me perché ho sempre avuto un gemello. Vedi però a me non è mai piaciuto molto il fatto di vedere dei gemelli perfettamente uguali anche nell'abbigliamento, perché penso che in questo modo uno dei due non può seguire il proprio stile. Mi piacerebbe che anche tu possa trovare un tuo modo personale" gli spiegò Tom mentre anche lui tornava alla sua forma originaria, sperava di essersi espresso bene "Te l'ho detto, io conosco solo quello che vedo su di te e non ho altri punti di riferimento. Non saprei nemmeno da dove cominciare" precisò di nuovo Bill, dal suo tono di voce però non si poteva capire se era dispiaciuto o irritato "Questo l'ho capito, però adesso che so come funziona qui potrei darti io una mano, se me lo permetterai" propose il ragazzo, aveva già qualche idea in mente "Si può fare, però attento perché se non mi piace te lo dirò subito. Tanto per cominciare queste maglie così larghe non mi piacciono".
Dopo aver appurato che Bill non andava pazzo per lo stile hip-hop, Tom provò ad immaginare in quale altre vesti avrebbe potuto vedere se stesso (e di conseguenza il suo nuovo amico). Per l'occasione fece materializzare un enorme negozio di abiti per tutti i gusti, ogni volta che scartava qualcosa maglia o pantalone che fosse andava personalmente a prenderne un altro dai grandi scaffali. Venne illuminato quando gli capitò tra le mani il ciondolo della collana che portava sempre al collo: un plettro bianco e nero comprato ad un concerto cui aveva assistito. Bianco e nero erano i colori simbolo degli opposti, così decise che avrebbe giocato su questo anche per il nuovo look di Bill. Velocemente prese una maglia nera con un grosso teschio stampato, un paio di jeans strappati entrambi aderenti, un paio di anfibi e qualche accessorio: il look del perfetto rocker. Quando Bill uscì dal camerino con gli abiti che Tom aveva scelto aveva un' espressione felice, gli piaceva che i vestiti sottolineassero un po' meglio la sua figura. L'unico elemento del suo look che non gli piaceva erano i capelli, aveva ancora i dreadlocks e anche il colore non lo soddisfaceva molto "I vestiti mi piacciono, ma i capelli non mi convincono molto" commentò guardandosi allo specchio "In effetti lì sopra non stanno molto bene. Potresti farli corti, magari con un piccolo ciuffo davanti a un occhio e magari farli diventare neri" suggerì Tom ricordandosi di quando aveva visto una propria foto di quando aveva i capelli corti, non aveva il ciuffo ma il taglio non gli stava male. Bill seguì il suggerimento dell'amico e trasformò i capelli come gli era stato detto, dovette ammettere che gli piacevano molto di più e si armonizzavano meglio con l'abbigliamento "Così sei perfetto, fratellino" a Tom venne spontaneo chiamarlo così.
Purtroppo i loro giochi finirono lì, infatti in lontananza si sentì una voce femminile che Tom non faticò a riconoscere "Questa è mamma, accidenti è già così tardi?" si chiese lui, non si era accorto di quanto fosse passato veloce il tempo "Sarà meglio che tu esca da qui, tua madre impazzirebbe se non ti vedesse" disse Bill, aveva fatto scomparire il negozio ed era tornato il vuoto che Tom aveva trovato all'entrata. Aveva fatto ricomparire anche il portale da cui si vedeva la camera del ragazzo. Tom esitò un poco, non avrebbe voluto ritornare nella sua camera da solo, ma non voleva recare un dolore a sua madre e così attraversò di nuovo lo specchio lasciandosi un pensiero alle spalle che riecheggiò nel vuoto del mondo di Bill "Vorrei che tu fossi reale".
Z-'y
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Tokio Hotel - Evil Mirror
FanfictionTom è solo, è figlio unico di genitori divorziati e nonostante la sua vita possa dirsi felice c'è qualcosa che gli manca: un fratello. Un sogno impossibile quando entrambi i genitori non hanno intenzione di intraprendere una nuova relazione. Un'occa...