Il fantasma di un amico

133 10 0
                                    

"Senti Bill, posso chiederti una cosa?" era da tanto che Tom portava questa domanda con sé, ma non aveva mai avuto il coraggio di pronunciarla per paura di ricevere una risposta negativa "Spara" lo spirito era tutt'orecchie "E' possibile far materializzare persone...o animali...morti?" finalmente l'aveva detto "In teoria sì, anche se naturalmente non sarebbe mai come l'originale: sarebbe esattamente come tu lo ricordi. Se per esempio questa persona, o animale, era malata e tu la immagini così la faresti materializzare con la malattia; bisogna fare attenzione con questo tipo di cose. Perché me lo chiedi?" domandò Bill a sua volta "Circa un anno fa è morto il mio cane, Seth. Non era proprio il mio, in realtà era di mio nonno però gli volevo veramente tanto bene e andavo sempre a trovarlo. Era un bellissimo pastore tedesco così pieno di energia e mi faceva sempre le feste quando mi vedeva; però se l'è portato via un brutto male" raccontò Tom, non l'aveva detto all'amico ma a volte quando andava dai nonni sperava quasi di veder sbucare il cane da un angolino della casa "Mi dispiace, doveva volerti molto bene come tu ne volevi a lui. Possiamo provare a farlo apparire, mi piacerebbe conoscerlo, però a quello devi pensarci tu lo sai" suggerì Bill, dopotutto lui non aveva alcuna idea di come fosse fatto un pastore tedesco.

Tom prese un grosso respiro, il suo cuore batteva forte e doveva fare ordine nella sua mente per focalizzare la figura di Seth. Ritornò col pensiero a quando ancora non avevano scoperto la sua malattia, quel brutto cancro all'intestino che se l'era portato via in un mese o poco più, a quei giorni in cui giocavano a rincorrersi nel cortile della casa dei nonni e dopo poco sentì qualcosa leccargli le mani. Era qualcosa di ruvido e bagnato, però era una sensazione famigliare, fu solo quando Bill gli disse di aprire gli occhi che ebbe la sorpresa: quel qualcosa di ruvido e bagnato altro non era che la lingua di un pastore tedesco, e non uno qualsiasi.

Seth era proprio come se lo ricordava, un cane vivace e affettuoso dal mantello nero e marrone che non smetteva mai di fargli le feste e di comunicargli tutto il suo amore con i suoi occhi nocciola; era come se non se ne fosse mai andato. L'unico timore di Tom era che il cane potesse dimostrarsi diffidente verso Bill e invece, forse grazie al fatto che loro due erano identici, Seth si era scagliato addosso allo spettro dello specchio per leccargli amichevolmente il viso "Così questo è un cane?" domandò lo spirito mentre faceva conoscenza con il cane "Esatto, una delle tante razze, ogni giorno ne scoprono una nuova...o la creano gli uomini incrociando le razze. Per noi loro sono degli amici fedeli, per me lui era il mio migliore amico" spiegò Tom accarezzando la testa di Seth che scodinzolava felice la sua coda nera e marrone "Fanno parte della famiglia, quindi. Peccato che lui non sia reale" le ultime parole di Bill avevano fatto sparire il sorriso dal volto di Tom "Già è vero, a volte vorrei che questo fosse il mondo reale: qui ho te e ora lui. Là fuori non c'è nessuno con cui sono veramente legato" ardue parole per uno della sua età.

Bill non rispose, preferì piuttosto cambiare discorso "Perché non giochiamo un po' con Seth, così mi fai vedere cosa sa fare" propose "Certo, quando era vivo sapeva fare un sacco di giochetti" rispose Tom cancellando la malinconia dai suoi occhi. Per giocare con un cane non c'era posto migliore della spiaggia in riva al mare dove Tom fece vedere all'amico come si giocava al riporto e dove fece fare a Seth una piccola esibizione dei classici trucchetti che di solito si insegnano ai cani: dare la zampa, rotolarsi, stare in piedi su due zampe, eccetera. Anche Bill dopo che ebbe superato il suo timore verso quell'animale, e soprattutto verso i suoi denti, fu molto partecipe al gioco e poté sostituire Tom quando questi divenne troppo stanco per continuare "Tu non ti stanchi mai?" domandò Tom all'amico, una domanda lecita dal momento che non lo aveva mai visto riprendere fiato "Sono uno spettro, non ho la necessità delle persone reali: non mangio, non bevo...non mi stanco. Non sapevo nemmeno cosa fossero prima che me li spiegassi tu" spiegò lo spirito "Cavolo cha fortuna" "Penso di sì, però sinceramente preferisco il tuo mondo. Là tutto è reale" disse Bill sedendosi accanto a Tom, il cane lo seguì accucciandosi tra loro due " Ma tu non puoi proprio uscire da qui? Non c'è nessun modo?" chiese Tom pensando a quante belle cose avrebbero potuto fare insieme nel mondo vero "No, io devo stare qui" rispose Bill con un tono di rammarico "Se ci fosse anche solo un modo, io ti aiuterei. Sarebbe fantastico se tu potessi passare nel mio mondo" "Non preoccuparti, mi va bene anche così. Almeno adesso non sono più solo, ci sei tu che mi vieni a trovare" cercò di consolarlo lo spettro "Ma io invecchierò, e poi morirò. Tu invece no e dopo resterai di nuovo solo" constatò il ragazzo con i dreadlocks "Non pensare a questo adesso. Pensiamo solo a divertirci".

"Divertirsi", per Tom divenne difficile adempiere a quel concetto per il resto del tempo che passò con Bill. Ormai nella sua mente si era insidiato il pensiero che dopo di lui non ci sarebbe stato nessun altro a occuparsi dell'amico, tra un po' di anni sarebbe ritornato a un'esistenza di solitudine. Era un'idea che lo rese malinconico anche a cena tanto che se ne accorse persino sua madre "Tesoro cos'hai? E' successo qualcosa?" gli domandò Simone. La risposta del ragazzo fu evasiva, non voleva farla preoccupare, e per tutta la serata cercò di simulare una finta serenità tentando al contempo di scacciare nel profondo della sua mente quell'orrido pensiero.

Al contempo, nel vuoto del regno dello specchio, Bill sogghignava mentre accarezzava la testa di Seth "Credo che così possa bastare, è il momento di passare alla fase due del piano".

BR䘪{

Tokio Hotel - Evil MirrorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora