Videogioco

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"Sembri molto felice oggi Tom. Cosa ti è successo di tanto bello?" domandò Gustav al ragazzo mentre si gustavano il gelato comprato in quella che loro consideravano la gelateria migliore di tutta Leipzig. L'osservazione che aveva fatto Gustav non era stata affatto fuori luogo, da quando Tom aveva scoperto il segreto del suo specchio era molto più felice del solito, aveva anche iniziato a legare di più con i compagni di classe "Nulla di particolare, forse il sole mi porta il buonumore" fu la risposta di Tom "Peccato, pensavo che avessi trovato una bella ragazza cui fare il filo" disse ironico Georg sapendo che il giovane amico era un tipo che attirava molte ragazze "Nulla del genere, è solo che... ho conosciuto un nuovo ragazzo, è veramente molto simpatico" Tom lo aveva detto senza pensarci e subito dopo se n'era pentito, Georg e Gustav sicuramente avrebbero voluto conoscerlo ma non avrebbero mai potuto "E' nella tua scuola?" domandò Gustav incuriosito "Eh...si. Però purtroppo non ha molto tempo libero, il suo sport gli occupa tutti i pomeriggi" rispose il ragazzo arrampicandosi sugli specchi, doveva far si che ai suoi due amici non venisse la voglia di chiedere di incontrarlo "Ah peccato, almeno potete incontrarvi a scuola è già qualcosa no? Come si chiama? Non ce l'hai ancora detto" domandò Georg dopo aver dato un'occhiata veloce al suo orologio "Bill, abbiamo molte cose in comune".

Con gran sollievo di Tom venne presto l'ora di rientrare a casa, le domande di Georg e Gustav sul suo nuovo amico si facevano sempre più specifiche e questo gli rendeva difficile dare delle risposte plausibili. Durante la loro conversazione aveva dovuto fare un gran sforzo mentale per creare l'identità di Bill. Era arrivato a casa sfinito, aveva consumato con calma la cena preparata dalla madre e poi si era rinchiuso in camera sua dove lo aspettava Bill "Ti sei divertito oggi?" domandò subito lo spirito "Ho parlato di te a Georg e Gustav" rispose Tom poco prima di attraversare la superficie dello specchio, ormai non gli faceva più paura "Hai parlato di me?" "Già, però dal momento che non vi potrete mai incontrare gli ho detto che lo sport che fai ti occupa tutti i pomeriggi" .

Una volta esaurito il racconto della giornata, era il momento per i due ragazzi di giocare un po', questa volta Tom aveva deciso di interpretare il personaggio di un videogioco ambientato nell'ottocento. Era un cacciatore di presenze soprannaturali di ogni genere e con il suo fidato assistente, impersonato da Bill, andava in giro indagando in ogni angolo per uccidere quelle creature con le armi più improbabili. Tom era sempre più affascinato da ciò che lo specchio riusciva a creare, a quello che la sua mente poteva immaginare. In quella realtà gli apparivano mostri già visti nei film e altri che non aveva mai visto, alcuni facevano veramente tanta paura che un paio di volte il ragazzo esitò prima di tirar fuori l'arma adatta alla situazione "Hai paura?" commentò Bill in un'occasione "Ma scherzi? Io non ho paura di niente, ma ammettilo faceva proprio schifo" aveva risposto Tom. Quando il gioco finì e tutto tornò buio, Tom si accorse che c'erano due copie dello specchio non molto distanti tra loro e osservando la loro superficie il ragazzo poté scorgere in uno il meraviglioso paesaggio di maree nell'altro l'oscuro mondo dei mostri "E questi?" chiese a Bill "Sono le porte dei mondi che hai creato, così potrai tornarci quando vuoi" spiegò il ragazzino dai capelli scuri "Forte, è come essere in un videogame. Anzi è meglio, le persone continuano a muoversi anche se non ci siamo" disse Tom mentre vedeva le onde del mare muoversi al vento e gli zombi che si nascondevano nei vicoli in attesa degli ignari passanti.

Ben presto il ragazzo scoprì che i portali potevano essere creati anche all'interno delle ultra-dimensioni, una cosa che gli permise di creare dei veri e propri labirinti all'interno del mondo ottocentesco: ad ogni porta corrispondeva l'entrata in un'altra dimensione.

Anche la dimensione 0, come a lui piaceva chiamare la zona vuota, si riempì di nuovi portali che portavano nei luoghi più diversi: d'avventura, brivido, posti paradisiaci in cui rilassarsi magari stando su di un'amaca tra due palme delle Hawaii, oppure parchi divertimenti. Alcune volte Tom portava con sé qualche libro per studiare o anche semplicemente per leggere in modo da poter insegnare qualcosa a Bill. Gli piaceva spiegare all'amico come funzionava il mondo reale, quello che faceva a scuola e come passava il suo tempo con gli amici i cui fantasmi erano entrati a far parte delle loro numerose avventure. Era diventato un passatempo che confondeva la realtà con la fantasia, le regole cui era abituato erano state stravolte.

BBh

Tokio Hotel - Evil MirrorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora