CAPITOLO 11

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Capitolo 11
~It has the key to open my lock~
-Oggi inizia il mio corso di teatro..- Porto una sedia vicino al suo letto, dove lui sta adagiato immobile, per poi sedermici.
Lo guardo con tristezza, con malinconia. Desidero così tanto che lui si svegli, apra quei occhi color cioccolata, si alzi da quel letto e che infine, mi sorrida dicendomi che va tutto bene. Anzi pensandoci, andrebbe bene anche se iniziasse a fare l'antipatico e ad urlami contro. Mi andrebbe bene tutto. Davvero.

Ben presto mi accorgo che delle lacrime rigano di già il mio viso.

Non so perché ci sto soffrendo così tanto, perché vederlo così mi faccia questo effetto; infondo lo conosco da pochissimo, e non so niente di questo ragazzo apparte il fatto che sia fottutatamemte lunatico, ma a pensarci bene, neanche questo fatto, di lui, mi dispiace.

Scaccio via le lacrime pensando a ciò che stamattina mi aveva detto Daniel, dovevo essere forte e se non per me, per lui.
-Immagina che palla..- Riomicio a parlare, sorridendo tra le lacrime che sto disperatamente cercando di fermare.-Sai, vorrei tanto non andarci, non perché non mi piaccia o altro, ma perché non me la sento, non sono capace di mettere in scena qualcosa, esprimere dei sentimenti recitando...- Gli prendo la mano sorridendo. Guardo i suoi riccioli disordinati sparpagliati sul cuscino, le sue labbra leggermente screpolate, socchiuse, senza alcuna espressione, e i suoi occhi chiusi, contornati da lunghe ciglia.-Anche se pensandoci..- Appoggio una guancia sulla sua mano che nel frattempo stringo con la mia.-La mia intera vita è una continua recita ormai..-
***
-Bene, adesso che siamo tutti, direi di iniziare a spiegare quali siano i nostri obbiettivi in questo progetto..- Spiega l'insegnante di letteratura alla ventina di ragazzi che le se presentano di fronte, compresa me che sto cercando faticosamente di stare attenta e di capire almeno le cose principali, ringrazio solo Dio che qui, accanto a me, c'è Daniel che in caso mi sfugga qualcosa, me la spiega.
-Metteremo in scena una recita romantica..- Fantastico, guardo Daniel lamentandomi con lo sguardo, lui invece sembra particolarmente preso, quasi dimenticavo che a lui certe smancerie piacciono.-La ragazza si ritrova in uno stato di depressione, è chiusa in se stessa, non si apre con nessuno se non con la sua psicologa..- Spiega.
-Mamma che allegria!- Sussuro a Daniel che ricambia ridacchiando.
Anche se pensandoci, la mia situazione è molto simile.
-Lui la conosce per pura casualità in un parco, dove lei è concentrata a leggere un libro, è una delle sue passioni insieme alla musica..- La protagonista mi rispecchia fin troppo, da questo suppongo che la mia vita è da rappresentare in un teatro. Fantastico.-Grazie a lui, lei si aprirà, riuscirà ad uscire dal guscio in cui si trova da anni..-
A quelle ultime parole mi voltò verso Daniel sorpresa, lui non sembra curarsene, ma è la stessa identica cosa detta da lui stamattina.
-" -Adesso voglio e desidero con tutto il mio cuore, che tu sia felice, almeno un pò, anche se non è il periodo esatto. Ma vedi stavamo migliorando, tu stavi migliorando, stavi ricominciando da capo, ti sei fatta nuovi amici e sopratutto hai iniziato ad uscire dal guscio in cui stavi da anni..."
***
Guardo le pareti della mia stanza da almeno un'ora, sono di un lilla chiaro, sembra quasi bianco, si intonano tanto con il piumone del letto, in cui sto comodamente sdraiata senza muovere un muscolo.
Le pareti sono caratterizzate da diversi quadri, quadri che raffigurano me e la mia famiglia, la mia famiglia senza mio padre. Le foto le ho scattate io, sono imprecise, e non sono per niente professionali, ma mi piacciono lo stesso; mi piaceva tanto maneggiare quel piccolo oggetto chiamato fotocamera, fermare i momenti, e conservarli in un'immagine. Amavo farlo. Ma adesso pensare a quei momenti mi porta una strana malinconia.

Vengo strappata dai miei pensieri, dal mio cellulare che suona a ritmo dei 5SOS.
Daniel.
-Dimmi..- Arrivo dritta al punto, non ho voglia di parlare con nessuno, nemmeno con lui.
-Uhm..- Mormora insicuro, sentendo il tono freddo della mia voce, ma fa finta di niente e continua:-Domani è venerdì quindi..-
-No, non mi va proprio di venire al Grande Parco, la risposta te la potevi anche immaginare.- Lo interrompo alquanto sgarbata, l'ultima cosa che voglio è uscire, non posso sapendo dov'è Mirko ora.
-Senti, se lui sta così, di certo la colpa non è mia, perciò smettila di rimuginare su quel cazzo di letto e fai qualcosa! Smettila di essere arrabbiata con il resto del mondo, perché la colpa non è di nessuno, nemmeno la tua cazzo!- Stacca. Mi stacca in faccia, non dandomi nemmeno il tempo di pronunciare una sillaba, ma non lo biasimo.
Rimango sconvolta dalle sue parole, fanno male, ma è la pura verità. Me la prendo con il mondo per ciò che è successo, ignorando il fatto che la colpa in realtà non è di nessuno. Finisco per trattare male le persone che mi amano per poi allontanarle, è così. Sempre.
***
Sono le sette di un venerdì sera, un triste venerdì sera.
Un orribile venerdì sera.
Sto sdraiata sul divano da circa tre ore a guardare uno stupido film romantico, che d'altronde, mi sta annoiando.
Il polso mi fa terribilmente male.
Sono sola in casa, mia madre lavora come al suo solito e mio fratello fortunatamente è a dormire da un amico.
Daniel a quest'ora sarà davanti un falò a cantare felice a ritmo della chitarra di Carmine.
Non ci sentiamo da quando abbiamo litigato.
Sospiro affondando il viso nel cuscino.
-Non ci voleva proprio..- Mi lamento.
Vengo distratta da quel momento angoscia, dal campanello che suona rumorosamente. Fastidioso. Troppo fastidioso.
-Chi diamine rompe alle 19:30 di sera?- A fatica poggio i piedi per terra, infilandoli a loro volta nelle infradito.
-Chi è?- Urlo mentre scendo rapidamente le scale.
-Sono io!- Risponde di rimando, e come non riconoscere la voce roca di Daniel.
Mi sarei aspettata chiunque, ma non lui.
-Che diavolo ci..- Mi blocco appena vedo meglio chi c'è in realtà, oltre a Daniel, dietro la porta.
Carmine, Aurora, Angela e addirittura Brando sono dietro Daniel che mi sorridono raggianti.
Che diamine sta succedendo qua?

-Hey bellezza!- Mi scompiglia, più di quanto non lo siano già, i capelli Carmine, per poi entrare in casa senza nemmeno l'invito, lasciandomi a bocca aperta.
-Hey tutto bene?- Mi sorride ampliamente Angela dandomi un sonoro bacio sulla guancia per poi entrare anche lei in casa seguita da Daniel che mi da un'occhiata d'intesa veloce. Sono felice che non sia arrabbiato con me. Mi guardo per un secondo il polso che pulsa ancora, mi sento in colpa per aver tradito Daniel un'altra volta.

Ben presto mi sento circondare il corpo con delle esile braccia che mi stringono forte.-Mi sei mancata!- Mi bacia la guancia Aurora, questo suo gesto e queste sue parole mi fanno sentire per una volta nella mia vita, speciale.

Dopo di ché, rimane solo Brando, con Brando non ho mai avuto una vera e propria conversazione, se non dei saluti, dei veloci saluti per precisare, ma mi è sempre sembrato simpatico.
-Hey!- Sorride grattandosi la nuca nervosamente. È imbarazzanto, e non posso biasimarlo, lo sono anche io, è anche normale, cioè non ci siamo mai considerati ed ora lui è a casa mia.
-Hey!- Ricambio il sorriso.
-Scusa l'irruzione! Ma Carmine mi ci ha trascinato!- Ridacchia, è davvero molto carino.
-Figurati!- Sorrido per rassicurarlo.-Entra su!- Faccio segno di seguirmi dentro dove tutti sono sparsi ovunque, c'è chi è sul divano a studiare la casa e chi fruga in cucina, beh si, quelli sono Carmine e Daniel.
Vedere quella scena, quella scena che mi si presentava, mi scaldava il cuore. Avere tutti questi.. amici..Si penso di poterli chiamare così, in casa, che parlano allegramente..Scene così le ho viste solo nei film.
Servirebbe una foto, per immortalare questo momento che posso definire importante. Almeno per me lo è.

~It has the key to open my lock~{ Mirko Trovato}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora