CAPITOLO 13

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Corro lungo il corridoio di quel edificio diretta nella sua stanza, non so bene se Brando mi abbia seguito o meno, ma comunque sia, a me non importa, voglio vederlo, non me lo impedirà nessuno, e la fortuna mi aiuta; l'infermiera di guardia dorme.
Brando pov's
La guardai incredulo attraversare quel cancello ed entrare infine in quel edificio, per poi perderla completamente di vista.
Senza pensarci più di tanto mi affrettai a seguirla, forse per la curiosità, forse perché non avevo scelta o semplicemente perché ero preoccupato, qualunque cosa fosse la ragione ben presto mi trovai all'interno di quel edificio.
Corro spedito per raggiungerla ma invano.
Rallento il passo, ormai è inutile si sarà prima o poi fermata da qualche parte.
Dopo circa un quarto d'ora che mi ritrovavo a camminare senza una meta in un ospedale tra l'altro inquietante e totalmente al buoi, mi sembra di aver individuato un corridoio che ancora non ho percorso, così mi avvio sperando di trovare qualcosa, ma un mormorio o quasi un russare mi fa sussultare tanto da andare a sbattere contro delle stupide sedie blu, mi mordo il labro con tanta forza per evitare di fare rumori quando mi accorgo che un'infermiera, probabilmente di guardia, stava dormendo rumorosamente.
Dopo aver superato quel "ostacolo", continuo il mio "cammino" e quando finalmente alla mia destra trovo un'enorme finestra che affaccia in una stanza, vedo lei. È sdraiata su un letto, dorme e non è sola, c'è un ragazzo immobile, sdraiato di schiena che lei abbraccia con un suo esile braccio.Mirko. Sospiro, ecco dove era ricoverato. Guardo l'orario e sono già le tre del mattino, la guardo un'ultima volta indeciso se lasciarla lá o meno, ma poi, prendo la strada del ritorno. Senza di lei.

Mirkopov's
Sento il suo respiro sul mio collo, il suo naso che mi fa solletico, il suo braccio che mi circonda, e so che è lei, lo so perché riconoscerei il suo borbottare nel sonno, il suo respiro pesante e soprattutto il suo profumo, quel profumo che ti inebria le narici appena la sfiori; mai come in quel momento avrei voluto tanto stringerla a me, ma non potevo, mi sentivo debole e non sapevo cosa ci facessi inchiodato in un letto, mi sentivo paralizzato, la testa tremendamente pesante come tutto il resto del mio corpo. Cercai di aprire con fatica gli occhi e per un po' ci riuscì, ma li richiusi per la troppa luce, ero in panico, che cazzo mi stava succedendo? E che cazzo era successo?

#Giuliapov's
Mi svegliai a causa della troppa luce negli occhi, mi faceva male il collo e la schiena, mi ero addormentata in una posizione non molto comoda, mi misi, ancora mezza addormentata, seduta al margine del letto, attenta a non schiacciare qualche arto di Mirko, quando sentii qualcosa sfiorare e muoversi a contatto con i miei fianchi, sussultai e saltai in piedi.
Ma poi guardando Mirko notai che quella mano apparteneva a lui e che la stava debolmente muovendo.. Lui stava muovendo un mano.

Resto a dir poco immobile, ero incredula, ma dannatamente felice, sentii il cuore ribalzarmi in petto, gli occhi spalancarsi, le lacrime scendere, ero fuori di me, tremavo come non mai..
E poi quelle parole, Dio quelle parole mi fecero provare delle sensazioni inspiegabili e dannatamente belle:-Giu-Giulia..- Disse ad occhi ancora chiusi.

***
-Scusi signorina, è certa?-
-Si, le ripeto! Lui aveva pronunciato il mio nome! Come devo farglielo capire?- Insistetti.
-Sa, la voglia di vederlo sveglio può giocarle brutti scherzi..Ma faremo ulteriori controlli.- Disse infine.
Annuì non del tutto soddisfatta di questa suo risposta vendendo la dottoressa uscire dalla stanza.
Guardai per la millessima volta il moro, e non potti essere più sicura del fatto che lui pochi minuti fa, fosse davvero sveglio.
-Perché mi fai questi brutti scherzi eh?- Sospirai lasciandomi cadere su una sedia lì accanto.

-Mirko!- Una voce rimbombò nella stanza.-Amore..- Si avvicinò al letto per poi stampare un bacio casto sulla sua fronte non accorgendosi nemmeno della mia presenza, non mi fu difficile capire che quella donna alta con dei capelli biondi e corti che le circondavano il viso, all'apparenza dolce, fosse la madre. Non avevo mai visto la madre di Mirko venire a trovare il figlio, probabilmente perché avevamo orari di visita diversi.
-Oh, scusa cara, sono la madre di Mirko.. Tu devi essere la ragazza che lo ha sentito parlare.- Si avvicinò a me porgendomi la mano che non esistai ad afferrare.
-B-eh si..- Sorrisi incerta.
-Senti, ma sei sicura di questa affermazione? Lo sai, per me è una cosa importante.-
Ed ecco un'altra persona che dubitava delle mie parole.
-Si, si ne sono certa, altrimenti non l'avrei mai detto.- Presi una pausa per calmare il nervosismo.- Anch'io tengo a suo figlio.- Nel pronunciare quelle parole non potti che desiderare di ricacciarle nella mia bocca.
-Per caso.. state insieme?- Domandò titubante.
-C-cosa? Nono, cioè noi siamo solo..- Non sapevo nemmeno se poterlo definirlo un amico o meno, figuriamoci il mio ragazzo.-Devo andare, a casa staranno in pena per la mia lunga assenza.- Conclusi uscendo dalla stanza non dandole nemmeno il tempo di controbattere, non prima di dare però, un'ultima occhiata a Mirko.

Lo so, avevo detto che la storia non l'avrei scritta più, ma avevo questo nelle bozze e non potevo lasciarlo.

~It has the key to open my lock~{ Mirko Trovato}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora