Capitolo Tre

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LIAM'S POV
Cosa cazzo ho appena fatto?
Merda, merda, merda.
Adesso mi uccide.
Silenzio, solo silenzio.
Poi il cigolio del letto.
Cosa sta facendo?
«Nel letto sotto. Lo sfondiamo se salgo lì» dice lui con calma
Cosa?
Veramente?
Ahahahahah è uno scherzo. Non è vero.
Annuisco a me stesso e mi alzo per poi buttarmi nel letto di sotto.
«Lo faccio solo perché sei appena arrivato e hai la faccia disorientata. Mi abbracci e sei morto.» oh, ecco perché.
Che cazzo pensavi, Liam?!
Annuisco e gli do le spalle, guardo l'orologio: 4,46
«Buonanotte, Zayn. »
«Buonanotte, cagnolino. »

Il giorno dopo mi sveglio abbracciato a Zayn, io non l'ho abbracciato, io sono ancora di spalle; lui mi ha circondato il busto con le braccia, e con le gambe, il bacino.
La sua posizione mi fa solo sorridere, mi giro e lo guardo. Guardo ogni singolo particolare del suo viso, è così bello.
La sua dannata barbetta.
Credo che se gli tocco la mascella, mi taglio il dito.
Ha un'aria così pacifica.
Potrei stare così per sempre.
Potrei abbracciarlo per sempre.
È così fottutamente bello da togliere il fiato. Mi chiedo come certe persone si credono ancora belle dato che esiste lui. Lo sto guardando da troppo, la mia autostima sta diminuendo notevolmente.
Mi accorgo di stargli accarezzando una guancia.

ZAYN'S POV
Mi sveglio abbracciato a lui.
Mi sta accarezzando la guancia?
«Che cazzo stai facendo?» dico scansandomi di colpo
«Pensavo che qualcuno ci stesse provando» dice ammiccandomi
«Beh, nessuno ci sta provando, chiaro?!»
Mi stava irritando seriamente.
«La tua posizione di prima dice il contrario» continua a sorridermi e questo mi manda ancora più in bestia.
O forse no.
«Vaffanculo Liam, vaffanculo!» gli urlo in faccia senza contegno.
Mi ha rotto le palle, non ce la faccio più.
«Oh, okay, va bene, va bene » dice alzandosi «Dato che nessuno ci sta provando me ne vado» continua a sorridere mentre cammina verso il cesso.
Mi giro in tempo prima di vederglielo.
Se dovrò farlo, non sarà in questo modo.
Che cazzo sto dicendo? Non glielo vedrò mai!
Guardo l'orologio: 8:19
Credo che ho tempo per fumare, così prendo il pacchetto di sigarette e me ne accendo una.
«Sta arrivando una guardia.» dice Liam sistemandosi
«Merda» dico spegnendo la sigaretta e nascondendo il pacchetto, la guardia arriva nel momento in cui mi alzo, apre la porta della cella, io e Liam ci guardiamo confusi.
«Malik, c'è una visita per te.» dice la guardia mentre io scoppio a ridere andandogli vicino.
«Voglio vedere chi è il coglione» dico ancora ridendo.
Liam mi guarda confuso mentre seguo le due guardie che mi tengono per le braccia.
Chi cazzo è che viene a parlare ad uno come me?
Mi portano dove c'è quel coso di vetro, insieme agli altri carcerati, mi fanno sedere su una sedia, rido ancora finché non vedo chi c'è dall'altra parte del vetro.
Perrie.
Che cazzo ci fa qua?
Alla sua vista divento serio, la guardo negli occhi.
«Zayn» quasi sussurra
«Perrie.» dico io con un tono molto scocciato
«Mi manchi, Zee» mi scappa una risata, ma divento serio subito
«Dillo ancora e ti taglio la cazzo di lingua.» continuo a guardarla negli occhi. «e Zee non è il mio nome.»
Lei pare sconvolta, forse non si aspettava tutta questa acidità, forse pensava che sarei corso tra le sue braccia di nuovo, come un coglione.
«Zayn, io volevo solo scu-» lei parla ma io la interrompo «Non pensi che sia tardi scusarti? Vai a farti fottere, ornitorinco.» dico io facendo per alzarmi
«Brutto bastardo! Sono venuta qua dentro per farti conoscere tuo figlio e tu mi tratti così?! Ma vaffanculo, gli troverò un padre migliore!» lei si alza, io mi immobilizzo per poi fermarla «Mi-mio figlio?» balbetto, ho la voce tremante «tu eri incinta?» ho le lacrime agli occhi. Non ci posso credere. Era incinta e non me lo ha detto. «Sì! Ero incinta e adesso è nato! Tuo figlio ha due anni e vuole tanto vedere il suo papino ma evidentemente suo padre è contrario a parlare con l'ornitorinco!» ha alzato la voce. Sta zoccola era incinta! «Voglio vederlo, voglio vedere mio figlio, ti prego.» alle mie parole si addolcisce, raramente mi ha visto supplicare per qualcosa e se supplico vuol dire che alla questione ci tengo. Ho persino le lacrime agli occhi, non riuscirò a trattenerle.
«Lo vado a prendere.» dice alzandosi. Io annuisco ancora incredulo. Sono padre. Ho un figlio. Non ci credo. Perrie interrompe i miei pensieri entrando con un bambino in braccio, capelli neri, occhi azzurri e bello paccioccoso, si siede sulla sedia e il bambino si agita guardando la madre «Papà?» Perrie annuisce sorridendo verso di lui. «Papà!» strilla buttandosi contro il vetro, le lacrime incominciano a scendere violentemente contro le mie guance.
«Ciao tesoro » dico trattenendo i singhiozzi. «come l'hai chiamato?» chiedo a Perrie.
«Daniel» risponde lei
Io sorrido, ancora piangendo, verso mio figlio che si agita sulle gambe della madre «Papà! Papà!» strilla ripetutamente indicandomi, poi apre le braccia per abbracciarmi e poi sbattere contro il vetro. «Ti sei fatto male, amore?» Perrie gli scruta la testa con attenzione mentre cerca di farlo smettere di piangere.
Perché nessuno fa smettere me?
Perché nessuno mi consola?
Prima che potessi dire qualcosa due guardie mi prendono per le braccia e mi alzano dalla sedia.
«Il tempo è finito, Malik» dicono trascinandomi via, io oppongo resistenza guardando mio figlio urlare "papà" dimenandosi verso di me; prima di sparire del tutto riesco ad urlargli un «Ti voglio bene, figliolo!»
Piango di più.
Piango disperatamente.
Voglio abbracciare mio figlio.
Mi buttano in cella e un Liam confuso mi viene vicino.

LIAM'S POV
Hanno appena buttato sul suo letto un Zayn piangente.
Chi ha voluto incontrarlo?
Cosa voleva da lui?
Perché sta piangendo?
Dannazione, è Bello anche da disperato.
Gli vado vicino, mi inginocchio davanti a lui per essere alla sua altezza, vorrei così tanto abbracciarlo e tenerlo stretto fino alla morte.
«che ti è successo?» dico guardandolo, lui si mette seduto e mi guarda sorridendo leggermente, ma senza smettere di piangere. «Ho un figlio.»
Mi immobilizzò.
Allora seriamente non ho possibilità con lui.
Mi sa che fra un po' piango pure io.
«Si chiama Daniel, ha due anni e i problemi sono due: il fatto che sono qui dentro e sua madre.» non ho più voglia di ascoltarlo, voglio solo ranicchiarmi contro il muro e piangere. Però decido di andare avanti con il discorso. In fondo l'ho incominciato io.
«Che ti ha fatto la madre da essere un problema?» dico senza peli sulla lingua, non voglio essere delicato, non ora.
«Quando mi hanno arrestato era l'unica persona su cui io potevo contare, veniva a trovarmi ogni giorno, per sei mesi, poi, senza un avviso, un messaggio, niente, non l'ho più vista. E adesso che ci penso, non può essere stato neanche per il bambino perché io sono qui dentro da quattro anni e cinque mesi, Daniel ha due anni, quindi non lo so il motivo, non mi interessa di quella Cogliona. Io sto meglio qua dentro che là fuori, però lo vorrei qua con me.»
Lo sai cosa vorrei io, Zayn? Abbracciarti, baciarti, fare l'amore con te fino a fare male. Voglio tutto di te, Cristo.
«Io credo che lui preferisca stare fuori. » dico io guardandolo.
Lui mi guarda e dice «Penso che tu abbia ragione.»
Lo guardo attentamente, lui fa lo stesso.
Restiamo a guardarci per quelli che sembrano minuti, ore.
Vorrei tanto baciarlo, vorrei così tanto sentire che sapore hanno le sue labbra.

Mi avvicino a lui.

Lo abbraccio.

NA:
Ciao babieeesss
I capitoli non sono tanto lunghi, lo so, scusatemi.
Sto cercando di pubblicare periodicamente per introdurvi la storia ma non so se riesco ad aggiornare ogni giorno come sto facendo adesso.
Votate e commentate!

Imprisoned in you 》Ziam MayneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora