Capitolo Diciotto

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Non lo abbraccio ed entro direttamente in casa di corsa.
Si vede che ci è rimasto male.
E si vede che sta trattenendo le lacrime.
«Chi è questo "tesoro"?» chiedo io incrociando le braccia e guardandolo.
Lui sembra non capire e mi guarda confuso per poi aprire la bocca ed annuire.
«È Joe, il mio coinquilino, è un travestito» ridacchia appena facendomi tirare una manata in fronte da solo.
«Scusami Lee.» corro ad abbracciarlo e gli salto letteralmente in braccio stringendolo a me. «La mia gelosia fa brutti scherzi» dico per poi baciarlo.
Lui ricambia subito il bacio e questa volta non si trattiene e scoppia a piangere.
La sua lingua mi accarezza il labbro inferiore e, capendo le sue intenzioni, socchiudo le labbra lasciandogli il libero accesso; la sua lingua cerca subito la mia e, trovandola, incominciano a danzare, giocare e a rincorrersi a vicenda.
Mi sta ancora bagnando le guance ma non mi importa più di molto, io sono qui, con lui.
Mi stacco leggermente sorridendo appena e accarezzandogli una guancia.
Joe, credo, corre giù dalle scale e mi fissa io ricambio lo sguardo «Che minchia vuoi?» dico secco.
«Sei Zayn Malik! Quello scappato dalla prigione» ha una voce tremendamente fastidiosa, mi irrita solo a sentirlo respirare.
«Ti prego Joe, non dirlo a nessuno, neanche ad una mosca, ti supplico! Lo amo, non posso sopportare di vederlo venti minuti al giorno.» dice Liam pregandolo.
«Meglio che ti nascondi bene, dolcezza. Ti stanno cercando.» mi ammicca tornando su.
Lo capisco questo passo di Noah.
Mi ha dato il tempo per arrivare da Liam e farlo abituare e poi ha denunciato la scomparsa, lo capisco, l'avrebbero licenziato altrimenti.
«Merda.» sussurra Liam prendendomi per mano e tirandomi su per le scale di corsa ed entrando in una stanza, che presumo fosse la sua, e spingendomi dentro l'armadio. «Sul soffitto c'è una scaletta per andare in soffitta, muoviti! Sarà il primo posto che controlleranno!» dice e io mi affretto ad aprire la scala e a salirci trovandomi in un posto buio e pieno di ragnatele.
«Ti vengo a prendere dopo» mi sorride guardandomi.
Io annuisco leggermente, dovrò andare avanti così tutta la vita.
Cristo, io non ce la faccio.

Passano minuti, forse ore, io sto ancora seduto in questo posto di merda.
L'unica cosa bella è che, con la torcia trovata di culo, ho "esplorato" questo posto trovando molte foto di Liam da piccolo o con il suo ex fidanzato, penso.
Sorrido guardandone una, la piego e me la metto in tasca.

Mi sdraio sbuffando, cercando di fare il meno rumore possibile.
Sento la porta della camera aprirsi, una voce profonda parlare e poi un'altra.
Sento le ante dell'armadio aprirsi.
«Payne, sappiamo che Malik è qui.»

NA:
Ciaaoo
Ho deciso che farò i capitoli un po' più corti Perché non riesco ad aggiornare tutti i giorni scrivendo capitoli lunghi.
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Zilvoa.

Imprisoned in you 》Ziam MayneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora