20. James

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Durante tutta la lezione di geografia fui nel panico più totale, Jane non aveva risposto al mio messaggio, ed io ero andato nel pallone. Avevo paura di averla intimorita, così me ne ero scappato il più in fretta possibile dalla classe, e riuscì a rilassarmi solamente quando mi accorsi della mano di Jane, che mi aveva rincorso, sul mio braccio. Alla fine aveva accettato di andare a fare compere di Natale con me, ed anche se non si vedeva, ero molto sollevato di questo, perché oramai noi eravamo diventati amici, e non mi andava di rovinare tutto per un passaggio. Entrammo in mensa insieme, ma fummo divisi all'istante da un tizio che si avvicinò a me.

- Ciao, tu sei James vero? – mi salutò mettendo una mano sulla mia spalla. Non potei fare a meno di notare l'espressione cupa di Jane di fronte a me.

- Sì, sono io e tu sei... - stava per rispondere quando Jane parlò.

- Mike Stevenson, atleta palestrato, super-montato e idiota. – rispose con un sorrisetto stampato sul volto.

- Vedo che non sai ancora tenere a bada la lingua cara Jane... in tutti i sensi... - guardò lei e poi me, si vedeva da lontano un miglio che Jane era più che irritata.

- Ma sentilo. Si è fatto un paio di cheerleader e adesso si sente il padrone del mondo – disse lei col suo solito tono di sfida.

- Cheerleader sì, ma mi manca ancora una stronzetta punk – prese una sua ciocca di capelli in mano, che lei senza indugiare mise dietro l'orecchio. Gli pestò il piede mettendoci quanta più forza possibile e se ne andò. Mike gemette.

- Allora puoi continuare ad aspettare – disse girata di spalle mentre si avvicinava al tavolo dove c'era Max che la guardava orgoglioso e tratteneva una risata.

- Che troia... - sbraitò Mike cercando di recuperare un po' di dignità – in ogni caso, volevo dirti che sei il benvenuto al nostro tavolo, e che ora puoi anche evitare di sederti con miss Stronzità... - stavo per ribattere quando lui mi diede le spalle e ndò verso il suo tavolo. Che egocentrico. Pensava che lo avrei sicuramente seguito. Normalmente avrei dato un bel colpo al suo ego grande quanto una casa e srei tornato da Jane, ma Mike mi ricordava molto Luke, e credevo che sarebbe stato bello conoscere altre persone.

- Ciao James! – solo in quel momento mi accorsi che al tavolo oltre ad altri atleti come Mike c'erano anche le cheerleader, tra cui le immancabili Monica e Anastasia.

- Vedo che conosci già le mie amichette – disse Mike sedendosi tra le due e mettendo un braccio intorno alla vita di ciascuna. Loro due strillarono come oche.

- Lui è Sam Vail, il secondo migliore giocatore di football di questa scuola. Secondo perché il primo sono io, naturalmente - NATURALMENTE. Ma che cazzo di coglione...

- Ciao io sono Sam – disse lui alzandosi e tendendomi la mano. La strinsi e vidi guardandolo in faccia che mi stava sorridendo. Mi sedetti al tavolo e Mike cominciò ad autolodarsi, non ascoltai per gran parte del tempo finchè non pronunciarono il nome di Jane.

- Quella troietta si crede così superiore che mi da la nausea – disse lui, stavo per rispondere, quando vidi Sam irrigidirsi sulla sedia. – insomma, ma chi si crede di essere... Non mi dirai che ti sta simpatica James – risposi all'istante.

- Sì a dire il vero mi sta molto simpatica, e credo che tu sia ingiusto a parlare così di lei alle sue spalle – ero in collera, ma non persi la pazienza.

- Mi sembri Sam... sempre pronto a difenderla... non oso immaginare cosa vi abbia fatto quella ragazza per farvela apprezzare così tanto – disse in tono malizioso. Era uno stronzo, ma Sam mi battè sul tempo.

- Sta' zitto Mike, tu non la conosci nemmeno un po'... nessuno di voi la conosce e nessuno di voi ha il diritto di giudicarla – disse in tono pacato, ma con la rabbia negli occhi. Si rimise subito a mangiare.

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