Capitolo 4

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Mi voltai. Era nick. corsi da lui e lo tirai in un vicolo più stretto. lo abbracciai fortissimo e gli sussurrai
H: di là c'è jack. è meglio stare qui.
non so come queste parole mi uscirono con una dolcezza incredibile. Le sue braccia mi cingevano la vita ed era una sensazione stupenda. forse lui mi amava davvero.
[parla nick]
Wow. fu stupendo. Il mio respiro era rallentato dall'emozione. Forse avrei dovuto baciarla ma non ne ebbi il coraggio forse per paura di rovinare quel momento magico.
[hope]
Rimanemmo così per qualche minuto e poi all'improvviso inizió a piovere ci staccammo e come due imbecilli iniziammo a correre in un parco lì vicino. ci tolsimo le scarpe e iniziammo a urlare di felicità. un po' come succede nei film ma in quel momento stava succedendo a me. mi riportó a casa ero letteralmente fradicia ma mi ero divertita tutto il resto non contava. ma forse a mia madre quel 'tutto il resto' contava eccome dato che si infurió perchè avevo bagnato la borsetta nuova.
il giorno dopo jack non si presentó a scuola e non sapevo se essere contenta o preoccupata. avevo uno strano presentimento e forse avevo ragione. tornai a casa e mi misi a studiare per il compito di scienze del giorno dopo ma mi arrivó un messaggio:
'Senti sono jack ho bisogno di te ti prego dobbiamo parlare è urgente.'
come faceva ad avere il mio numero adesso? Stava veramente superando il limite e poi sentii gridare fuori dal giardino
J: 'HOPEEEEE VIENI GIUU'
aprii la finestra
H: shhh o mia mamma non mi fa uscire!
J: scusami.
H: che vuoi ancora?
J: ti devo spiegare, mi devo scusare. ti prego vieni.
non so cosa mi prese ma mi fidai. lo guardai con uno sguardo come dire 'sei innocuo vero?' a quanto pare mi capii:
J: tranquilla, ho bisogno di parlarti di confidarmi... Ti prego.
H: ok arrivo fammi mettere le scarpe.
misi un paio di all star un po' scassate, avevo visto che con sè aveva una bici e immaginavo mi avrebbe fatta salire su. non pensavo male. arrivai da lui non sapevo come comportarmi; forse avrei dovuto essere scontrosa, oppure gentile (?) forse semplicemente me stessa. mi convinsi a non pensare a quello che aveva fatto precedentemente e tutto filó liscio.
J: ti posso portare in un posto?
H: guarda che mi fido eh?
J: tranquilla ahahha
H: va bene dai andiamo.
Salii sulla bici mezza scassata a ogni buca rimbalzavo e fui costretta ad aggrapparmi a jack.
Avevo tra i capelli una specie di fascia che con una folata di vento cadde. scoppiammo a ridere di sano gusto non so perchè in fondo non c'era molto da ridere. forse era per alleviare la tensione.
dopo circa 5 minuti arrivammo in riva al mare ma non sulla spiaggia ma vicino agli scogli dove di sabbia ce n'era veramente poca. Andammo a sederci sugli scogli ormai c'era il tramonto e l'atmosfera era magica, il rosa e l'arancione del sole coloravano tutto il cielo andando poi a riflettersi sul mare. ci misimo a guardare quello splendore e poi finalmente parló
J: ieri ti ho vista con nick
H: ah.
J: non che sia geloso so che siete migliori amici
H: si infatti.
J: vabbeh non sono venuto qui per parlarti di questo. ho bisogno di parlare con qualcuno e tu mi sembravi la persona più adatta. sai a casa mia non è il massimo. Mia madre è morta partorendomi, mio padre è sempre in giro e bhe fratello in teoria ne avrei uno ma avrà 30 anni ormai ed è scappato di casa alla mia età.
una lacrima incominció a rigargli il viso. si accucció e appoggió la sua testa sulla mia pancia. Non sapevo che fare mi sentivo così impotente di fronte alla sua tristezza. mi venne spontaneo mettere una mano tra i suoi ciuffi marroni tendendi al rosso e inizare ad accarezzarlo.
H: non hai caldo con quella felpa?
J: no sto bene grazie.
H: le porti sempre?
J: si
H: perchè?
J: mi fanno sentire a mio agio.
strano pensai. A inizio settembre portare le felpe a maniche lunghe. Mi avvicinai per tirargli su la manica ma mi prese il polso e mi bloccó
J: ti ho detto che sto bene grazie.
H: non posso tirarti su la manica?
J: no.
lui diceva no ma il suo sguardo diceva 'aiutami' così quando delicatamente gli alzai la manica lui non fece una piega, e poi vidi quel che non avevo mai visto. tante ferite una vicina all'altra parevano graffi; alcuni più lunghi altri più profondi. non sanguinavano ma si vedeva chiaramente che erano ferite recenti. jack era autolesionista. lo guardai negli occhi e lui fece lo stesso.
H: perchè?
J: la mia vita fa schifo. faccio il duro per cercare qualche ragazza ma niente quelle che riesco a far innamorare sono vuote, non capiscono niente. solo quando mi sono innamorato di te ho capito che il mio comportamento era sbagliato ma sai, lo uso per proteggiermi, per credermi più forte e sicuro.
H: guarda che mi puoi dire tutto. forse dal nostro primo icontro ho pensato un po' male di te ma ammettiamolo chi non lo avrebbe fatto?
J: gia..
H: comunque io ti posso aiutare ad uscirne se vuoi. insomma non so come ma voglio aiutarti.
J: grazie. sapevo che avresti capito. hope mi piaci davvero tanto.
H: un passo alla volta jack, un passo alla volta.
Cercai di farlo distrarre. gli iniziai a raccontare dell'italia, di come si vive diversamente e di cosa amavo fare anche se non avevo praticamente nessun amico peró lui non aveva neanche una famiglia ormai e questa era la parte più triste. questo mi fece capire che anche se non avevo tanti amici lì in italia peró avevo la mia famiglia su cui potevo sempre contare. decisi di non dirgli quello che mi aveva riferito nick. l'avrei solo fatto sentire in colpa.
sembravamo due fidanzati. aveva la sua testa appoggiata sulla mia pancia e mi guardava e io ero un po' imbarazzata a volte si ricambiavo gli sguardi ma se no guardavo l'orizzonte; il mare. ormai si era fatto tardi, i lampioni in strada si erano tutti accesi e solo adesso notavo la sua strabiliante bellezza. i suoi occhi color ghiaccio sembravano cosí sofferenti. le sue labbra così carnose formavano quasi un cuore. non riuscivo a smettere di guardarlo.le ultime cose che ricordo di quella serata furono le nostre risate e gli sguardi sognanti dei passanti che volevano solo essere come noi. poi non ricordo più niente. mi devo essere addormentata o forse svenuta non so. so solo che la mattina seguente mi risvegliai su un divano, a mio parere molto malandato e vecchio. una coperta era stesa sopra di me, una specie di plaid.
/spazio autrice\
Ciao tesori!!❤️ scusate il ritardo del capitolo ma ero in vacanza. grazie mille abbiamo raggiunto le 300 visualizzazioni!! Lo so che non sono tantissime ma per me è importante e se volete anticipazioni o dubbi scrivetemi💖 e niente spero di riuscire a postare il prossimo capitolo entro fine settimana baci💜
Giorgia

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