Capitolo_3

20 2 0
                                    

È domenica notte e non riesco a dormire. Ho sete mi decido finalmente di andare di sotto a bere...
Scendo di sotto; tutto buio ma nonostante l'oscurità riesco ad orientarmi fino a che non sento un rumore, sembra quasi una bottiglia di vetro che rotola, -cazzo succede? Dov'è la cucina?? Mi sono disorientata- non rieso più ad orientarmi e vado ad accendere la luce. Accendo. Bella sorpresa! papà è steso nel divano praticamente in coma con due o tre bottiglie di vodka vuote a terra. Mi avvicino prendo le bottiglie per buttarle. Mi avvio in cucina getto le bottiglie nel cestino e bevo un po. Torno in salotto e chiamo papà per portarlo a letto.
Io:"pà.." nessuna reazione "paaá" lo scuto un po "papaaá" lo scuto con violenza e nessuna reazione -si è ubriacato- pensai -è andato giù col sonno- penso mentre continuo a scuotendo con violenza
-impossibile si sarebbe svelgiato- mi allontano da lui e chiamo l'ambulanza mi vesto poi torno da papà che non dava segni di vita gli tasto il polso per sentire il battito
-DEBOLE- dico tra me e me.
Sento la sirena apro la porta e indico il salotto. Gli infermieri lo prendono e lo posano nella barella.
Io:"vi raggiungo in moto" dico a gli infermieri che annuisco.
Salgo i moto allaccio il caso e corro alla stessa velocità dell'ambulanza. Arrivo al ospedale ed entro i medici mi chiedono di aspettare fuori dalla stanza. Dopo dieci minuti mi sono già stufata scendo al piano di sotto per andare alle macchinette per prendermi un caffè, prima di svoltare l'angolo sento una voce conosciuta ma non riesco a metterla a fuoco quindi svolto verso le macchinette e vedo un ragazzo di spalle che parla con un suo amico credo. La mia attenzione ricade sul suo braccialetto verde fluo -cazzo Betta certo che non riesci proprio a tenerti lontana dai guai!-. Mi avvicino per prendere il caffè e noto lamico bisbigliare e poi indicarmi. Metto i soldi tolgo lo zucchero e clicco "caffè lungo deca". Mentre aspetto noto piu particolari su quel ragazzo: ha i copelli sul rossiccio gli occhi noccuola, abbastanza alto. Aspetto due minuti ma quando faccio per prendere il caffè il tipo mi sorpassa e me lo frega.
Io:"Con comodo!Prego!" Dico indicando il mio caffè. Lui fa una piccola risata che coinvolge anche l'amico.
X:"grazzzzie" sibila "non penserai di averla passata liscia per l'altra sera" in quel momento alza il viso e noto che ha il sopracciglio tagliato con dei punti su.
Io:"io avevo cominciato con le buone maniere" sospiro "sei tu che hai deciso di fare il cazzone" sorrido sforzandosi di sembrare il più serena possibile
X:"comunque piccola ora se mai.. ti fai sottomettere" mi guarda maliziosamente
Io:"fanculo" dico a denti stretti
X:"cosa? Non ho capito bene" butta il bicchierino nel cestino e poi fa in passo verso di me.
Io:"ho detto che se non vuoi che con un altro cazzotto ti spacco tutti i denti è meglio che stai al tuo posto e non mi scartavetri i coglioni.. ok?" Sbuffo ma lui fa in altro passo in avanti, io uno indietro e poi lui si mette al suo posto. -Se devi aspettare ancora tanto è meglio che trovo un altro discorso-.
Io:"allora?? Come mai qui??"
X:"Rachele ha fatto un tiro di troppo e.. si insomma hai capito.." sbuffa
Io:"e voi sapevate che non la reggeva?"
X:"lo sapevo solo io" ride -Betta calma il tuo istinto omicida- faccio un respiro profondo prima di sbottare "ma sei coglione?! sai che non regge e tu la fai fumare? Mi sa che ti hanno messo al mondo per rovinare la gente! Ma guardati! Per colpa tua una povera ragazza rischia la vita! Nn ti comporti da cazzone! Lo sei è diverso!" mi giro per non saltargli addosso ed ucciderlo e mi avvio verso la stanza dove hanno messo mio padre. L'infermiera appena mi vede ni raggiunge con uno sguardo malinconico. Dal cartellino noto che si chiama Chiara. Prima che potessi chiedere qualcosa la donna mi avvisa che non è niente di grave ma che deve smettere di bere almeno per un po di tempo perché non gli fa bene.
Chiara:"quindi le chiediamo di tenere d'occhio suo padre" fa un sospiro prima di allontanarsi per fare gli ultimi controlli.
I dottori se ne vanno e io mi avvicino a quell'uomo, l'unica cosa che ormai è restata della mia famiglia. Mi addormento con la testa appoggiata al materasso con la mano di mio padre premuta sulla guancia.
Mi sveglio. Sono le 6:05 mi alzo prendo la borsa, scrivo un biglietto agli infermieri dove lascio il numero di telefono per qualsiasi problema.
Arrivo a casa. Faccio una doccia. E mi preparo per andare allo studio.
In giro di 15 minuti sono davanti alla porta dello studio. C'è una macchina nel parcheggio
-dev'essere quella del ragazzo- penso -sicuro- apro la porta lui è di spalle non penso mi abbia sentito entrare di fatti non si gira... lo guardo dall'alto al basso...
Abbastanza alto e magro. Capelli sul rossiccio.. scalo lo sguardo sul braccio e mi suffermo sul suo braccialetto verde fluo.. quel maledetto braccialetto verde fluo.. si gira occhi noccuola e taglio sul sopracciglio. Mi sento cadere e mi aggrappo alla porta.
Penso di scappare ma ormai si è girato, mi ha vista e si è reso conto di chi sono. E di una cosa sono sicura: mi sta già in Culo.
X:" e tu saresti la dolce Elisabetta??" Il suo sguardo non dice nulla.. è illeggibile..
Io:" e tu il fantastico Lorenzo" so che lo disprezzo ancora prima di conoscerlo ma non riesco a trattarlo in nessun altro modo.
Lorenzo:"sono lusingato di fare la tua conoscenza" dice con il più falso sorriso al mondo.
Io:"mai quanto me.." sbuffo.
Si avvicina per stringerti la mano ma lo sorpasso e vado dietro al bancone verso i computer. Li accendo e metto la musica dalla chiavetta. Sospira e si avvicina. E comincia a parlare di sé. Come se me ne importasse qualcosa. Ad un certo punto riemergono dai miei pensieri.
E mi rendo conto che deve aver smesso di parlare da in bel po. Difatti sta seduto sull'altra poltrona a ritagliare le foto al computer prima di inviarle alla stampante.
E quasi mezzogiorno quando decido di provare a fare conoscenza.
Mi avvicino a lui con la sedia. Mi guarda.
Io:" allora?" non so proprio cosa dire
Lorenzo:"allora che??" Mi guarda strano.
Io:"buh. Non so pensavi avessi voglia di parlare" mi guarda peggio di prima
Lorenzo:"ho parlato per circa dieci minuti nella speranza che tu mi ascoltassi ma a quanto pare non ci sono riuscito.. è ora mi esci fuori con *pensavo avessi voglia di parlare*" dice imitando la mia voce
Io:"non parlo così " dico mettendo un finto broncio.
Lorenzo:"Sì cara" mi alzo offesa e mi giro di scatto e il mio sedere si sente osservato mentre porto la sedia nuovamente alla mia postazione.
Lorenzo:"ma lo sai che hai proprio un bel culo..." Spalanco gli occhi. Mi ci è voluto un secondo per rendermi conto di quello che ha detto. Ma decido di affrontare la cosa in tutt'altro modo da come se laspetterebbe "Grazie" rispondo.

~Hola~
Scusate il ritardo...
Non riuscivo più a scrivere qualcosa di concreto...
Spero di non annoiarvi....
Baci baci la vostra
MARTY

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 08, 2015 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

PhotographerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora