Capitolo 3

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L'ho conosciuto al mare, a Rodi. Un giorno, cambiando spiaggia per curiosità, sono capitata sullo sdraio vicino al suo. Ho pensato fosse veramente molto carino. I capelli biondi e lucidi, di un biondo caldo, simile all'oro. Le sopracciglia perfette, anch'esse dorate. Un fisico strabiliante, magro, tonico. E gli occhi... di un azzurro incredibile. Una di quelle sfumature che ti fa rimanere stupito per qualche secondo, cercando di trovare una somiglianza con qualche altro colore mai visto. E invece no, è tutto inutile, e più li fissi, più ti ci perdi dentro. Penso di aver capito di essermi presa una cotta per quel bellissimo ragazzo dalla nazionalità nordica imprecisata quando è entrato in acqua con quella pensavo fosse sua sorella, o sua cugina. Ho poi scoperto essere la figlia di sua sorella, quindi sua nipote. Lo osservavo da dietro le lenti nere dei miei occhiali da sole, mentre sollevava in aria la bimba e la lanciava facendola gridare eccitata. Giocava con lei a palla, la rincorreva. La guardava e mentre lo faceva gli brillavano gli occhi. E nel vederlo così, gli occhi scintillanti e un sorriso dolce stampato sul viso, il mio cuore non ha retto ed ha iniziato ad affogare lentamente in un immenso oceano azzurro.

L'ho osservato di nascosto per tre interi giorni. Alla fine del terzo, cercando di soddisfare il mio bisogno di stargli accanto, l'ho seguito in acqua, nuotando leggera a qualche metro da lui.

- Flashback-

L'acqua è tiepida e scivola dolcemente sulla mia pelle. Il sale sta facendo raggrinzire le mie labbra e i miei occhi si stanno arrossando a causa del sole, ma non ho intenzione di uscire. Non ancora. Lui è là, dietro di me. Sta nuotando, e così faccio anch'io, sbirciando continuamente il suo volto assorto. Non sono ancora riuscita a capire come si chiami. Ho sentito sua madre chiamarlo, così come la bambina che gioca sempre con lui. Credo inizi con la M. Mi sembra Polacco. Mia mamma dice Russo, ma non mi convince questa ipotesi. Ieri ho stupidamente scritto " kocham cie M " sul bagnasciuga, sperando lo leggesse e comprendesse la mia dichiarazione d'amore in polacco. Non capisco come tutto il mio buonsenso possa sparire nel giro di un paio di giorni. Mi immergo gettando la testa sotto la superficie del mare. Sento l'acqua scivolarmi tra i capelli ed entrarmi nelle orecchie. Proiettato sulle mie palpebre chiuse c'è un colore arancione. Sento i pesciolini sfiorare leggermente la mia pelle passandomi vicino mentre muovo i piedi cercando di raggiungere il fondo. Le mie mani toccano la sabbia morbida e facendo un po' di forza riesco a premere la pancia sul fondale. Qui sotto fa più freddo, ma si sta così bene. Sono passati solo pochi secondi da quando mi sono immersa, ma qua è tutto così quieto che il tempo sembra fermarsi e dilatarsi in un infinito presente.

I polmoni iniziano a bruciare, avvertendomi di essere arrivata al limite della mia resistenza senza ossigeno. Mi affretto a tornare in superficie. Appena fuori prendo una grande boccata d'aria. Gli occhi chiusi, per non far entrare l'acqua salata.

-Hello-

Sobbalzo cercando miseramente di mascherare lo spavento. Mi sfrego velocemente gli occhi, li apro e aspetto che si abituino alla luce. Davanti a me c'è lui. Proprio lui.

Il mio cuore inizia a battere talmente forte che credo mi verrà un infarto proprio qui, davanti al ragazzo più bello del mondo. Sorrido, anzi no, produco un vero e proprio ghigno che non riesco a controllare. I muscoli delle guance mi fanno male, ma non riesco in alcun modo a diminuire l'intensità di questo mio agghiacciante sorriso.

-Hi-

Rispondo, la voce tremante. Mi sento una stupida. Le mie guance sono completamente rosse. Lui sorride. Dio, ha il sorriso più bello del mondo.

Quella sera non riesco a prendere sonno. Nella mia mente c'è lui, Maciej. Avevo ragione, è polacco. Abbiamo passato un'intera ora a parlare, prima che il sole si abbassasse all'orizzonte e i miei decidessero che era ormai troppo tardi per stare in spiaggia. Non riesco a dimenticare il suo saluto. L'immagine di lui che sorride dolcemente guardandomi negli occhi, quegli occhi di un blu così intenso, dicendomi due semplici parole, "a domani", si ripete nella mia testa, come se il mio cervello si fosse inceppato in modalità replay. Perché mi sento così leggera? Come se in questo momento il mondo avesse perso tutte le ingiustizie, i dolori, le malvagità. Ma so che non è così. Tutta questo è dentro me. È dentro di me, che è sparito il dolore.

-fine flashback-

il suono della campanella mi fa sobbalzare, e mi affretto a girarmi di schiena, fingendo di cercare qualcosa nello zaino, mentre gli altri rientrano chiacchierando in classe. Ho gli occhi lucidi. Questi ricordi non mi fanno bene. Non dopo tutto quello che è successo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 03, 2015 ⏰

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