Confessione

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Erano le 18:00 e il mio turno era finito. Andai al mio armadietto e presi la mia borsa, ritornai al bancone salutando Mery, una ragazza simpatica, solare e gentile, lavorava li da quasi due anni e io la conobbi qualche mese fa. La salutai e uscii dal bar a passo svelto. Tornai a casa, posai le chiavi sul mobile che si trovava nel corridoio di fianco le scale e salii al piano di sopra. Aprii la cabina armadio prendendo dal cassetto in basso l'intimo e il mio pigiama e corsi verso il bagno. Mi sedetti sul bordo della vasca e aspettai che si riempì con dell'acqua abbastanza calda. Entrai dentro la vasca e chiusi gli occhi, avevo bisogno di rilassarmi. Quaranta minuti dopo uscii e mi asciugai subito, per i capelli feci una treccia a lisca di pesce e misi il pigiama. Scesi giu e decisi di prenotare una pizza e guardare un pó di tv. Mi addormentai sul divano ma venni svegliata dalla suoneria del mio cellulare. Aprii gli occhi e risposi con la voce ancora assonnata. <<Pronto?>>. <Ehi piccola sono Cristian, senti possiamo incontrarci? Ho bisogno di parlarti!! > << certo vieni da me, ciao>>. E chiusi la chiamata. Dopo cinque minuti suonó il campanello e mi alzai per andare ad aprire.
Cris: ciao piccola. Mi salutó dandomi un bacio sulle labbra.
Io: ehi Cris tutto bene? Che devi dirmi?
Chiusi la porta e andammo in cucina a sederci. Mi guardó negli occhi e fu li che intravidi un pó di paura. Inizió a torturarsi le mani e poco dopo parló.
Beh.. Inzió a dirmi... Quella sera quando i tuoi genitori.. beh ecco.. Io gli feci cenno con la testa per continuare.. Dentro il camion c'erano i miei genitori e alla guida mio padre. Sputó tutto d'un fiato. Io rimasi scioccata a quella rivelazione mentre calde lacrime inziarono a rigarmi il viso.

* dopo venti minuti di silenzio*

C-cristian non è colpa tua e nemmeno dei tuoi genitori, era destino. Doveva andare cosi... Parlavo mentre piangevo a dirotto. Lui si alzó di scatto e mi arrachiuse in uno di quei abbracci che ti spaccano le costole ma ti aggiustano il cuore. Ci sedemmo sul divano e poco dopo crollammo in un sonno profondo io abbracciata a lui stretta tra le sue possenti braccia come volesse proteggermi.

INTRECCI DEL DESTINODove le storie prendono vita. Scoprilo ora