Incontro con la fava.

145 13 4
                                    

Era l'ennesima giornata umida e non mi lavavo da due settimane, mangiavo i topi che mi tenevano compagnia e vicino a me c'era un feto morto. Delle ragazze avevano gettato via un paio di mutande sporche di mestruo e merda, e ripensandoci anche io avevo le mestruazioni, così presi un topo e lo misi dentro la mia larga vagina, allargata dalle fave che mi ero ficcata dentro pensando a Favaj. Sarebbe stato facile togliere un topo dalla vagina poiché sarebbe stato necessario tirarlo dalla coda. In ogni modo, speravo che un giorno il mio cassonetto venisse aperto da Favaj.
E luce fu. Il cassonetto si aprì e mi arrivò in faccia un sacco pieno di scatole con regali. Trovai, tra essi, la nutella che avevo mandato io a Favaj e mi chiesi come fosse possibile. Uscii dal cassonetto e vidi le orecchie di Favaj in lontananza, che, sentendo il fracasso, si girò e mi guardò le tette.
《AIUTO! LA MIA SPAZZATURA SI È ANIMATA!》 urlò Favaj, sconvolto.
Io mi offesi molto e gli urlai che lo amavo.
Lui venne verso di me e mi disse: 《Di che colore sono i calzini che indossi?》
Ero sconvolta. Che significava?
《Non ho i calzini, ma ho due feti di capra morti come scarpe. Vuoi vederli?》, risposi. 《Oh, si, eccitante》, risposte Favaj.
Così uscii dal cassonetto e gli mostrai i miei piedi.
I suoi occhi divennero rossi e capii che le sue intenzioni erano serie.
Mi trascinò a casa sua.

Un amore con le cuffieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora