Chiuso

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Ecco come promesso un capitolo vero e proprio.
Buona lettura.
(È figo scrivere cosí)

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Stai zitto. Respira. Sudato. Nei tuoi ultimi attimi di vita. Che ti stanno stretti. Stretti. Stretti come muri. La chiamano claustrofobia. No. C’è di peggio. Non sono pareti, sono come pareti, sono peggio di pareti e stringono, stringono stringono stringono, stringono sempre di più e tu non sai come fare non sai come puoi fare non sai come potresti fare inizi a sentire il calore e il sudore che si appiccica e capisci che c’è poco da fare non c’è niente da fare non lo potrai fare perché tanto oramai tutto sta scivolando finirà ma sarà troppo tardi per finire è troppo stretto è troppo presto per morire e sento dolore oddio sono giovane aiuto aiuto. Aiuto. Aiu.

Aiuto.

Battiti che tornano quasi regolari. Non lo senti quasi, lo strazio. Le pareti, le pareti si allontanano. Ma no, non sono pareti, sciocco. Lo hai sempre saputo che non erano pareti. Pressano come pareti. Ma non crepano. Ticchettio. Lieve. Leggero. Felpato come passi. Ora aumenta. Quasi bussa, sulla tua testa. Ora spedito. Veloce. Nervoso. Nevrotico. Incontrollabile. Martella. E grida. Pulsa sulle tempie. Sanguina. Ricomincia. Mi soffoca. Oddio, oddio, o dio bastardo che qui mi rinchiudi. Le pareti le pareti le pareti le pareti oddio le pareti odio le pareti oddio ‘ste pareti odio ‘ste pareti salvatemi salvatemi si avvicinano stringono soffocano straziano strappano carne  e sangue e non respiro e non ne esco e  forse spiro e non ci riesco e ansimo e mi contorco come tronco che si snoda e serpe strana che vi si annoda e porco cane salvatemi da tal angoscia di vivere e stringere e mani che tastano e lo sento che strizza sempre di più e pressa e tartassa e scalpita. E la mia pelle. La mia pelle sanguina. È la mia pelle. È la mia pelle che mi soffoca. Contorto. Claustrofobia. No. C’è di peggio. Non sono pareti, sono come pareti, sono peggio di pareti e stringono, sono pelli, sono carni, sono ossa sono tutti questi involucri che premono e stringono e si affannano, sono corpo sono mio corpo sono questa crisalide di mio corpo che spoglio e io che mi piego e mi strappo per sgusciarne ma non posso oddio non posso oddio non riesco oddio uccidetemi oddio liberatemene liberatemene liberatemene liberatemene liberatemene liberatemene. Lo sento piangere. Lo sento sanguinare. Lo sento stretto. Non lo sento più.

Angolo autrice.

Oddio sembrano i pensieri di un bambino durante il travaglio.

Secondo voi ?

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