Capitolo 1

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Da piccola avevo un amico, con cui condividevo ogni singolo attimo dei miei giorni. Eravamo due anime che si completavano, così diversi, eppure così vicini. All'epoca avevo ancora i capelli lunghi, e li lasciavo liberi al vento, come lunghe spighe di grano, finché non mi ricadevano sugli occhi verdi. Lui, invece, era così tenebroso, con la sua carnagione chiara, quasi pallida, gli occhi liquidi come due pozzi d'inchiostro e i capelli simili a piume di corvo scompigliate dal volo. Eppure era sempre allegro, solare, non mancava mai di ridere alle mie battute e sorrideva sempre. Io ero così insicura, paziente, lui così istintivo e impetuoso. Cos' diversi, eppure così vicini. Passavamo il nostro tempo a esplorare il mondo che ci circondava, scoprendo le abitudini dei piccoli roditori, cercando di capire come le piante crescevano, dal bocciolo fino a quando il fiore sbocciava.

Un giorno si presentò a casa mia con un cesto pieno di frutti e il suo solito sorriso. – Che ne dici di andare un po' più lontano oggi?- corsi subito a chiedere a mia madre, e in meno di un minuto fui fuori con un paio di stivali e una borsa. – Dove andiamo?- -Aspetta e vedrai- ci dirigemmo verso la città, poi a un certo punto abbandonammo il sentiero e lui iniziò a guidarmi in una zona che non avevamo ancora esplorato. Gli lancia uno sguardo curioso, ma si appoggiò un dito sulle labbra per farmi segno di non chiedere. Dopo poco iniziai a sentire uno strano rumore, cristallino e gorgogliante, mischiato al dolce odore del grano. Finalmente sbucammo in una radura affacciata su un torrente, circondata da un boschetto di faggi, gli unici alberi che avessi mai visto in questa zona dell'impero, come un piccolo angolo di paradiso rigoglioso in mezzo all'arida campagna. Corsi sulla piccola spiaggia sassosa, mi sfilai le scarpe e immersi i piedi nell'acqua. Era così fresca e piacevole, con le piccole onde che mi lambivano le braghe. Rimasi col naso in su a fissare le fronde verdi che pendevano verso di me, danzando nel vento in un fruscio di foglie. Avevo già visto degli alberi, ma i boschi si trovavano vicino alla città, non in piena campagna, dove l'ambiente era dominato dai campi arati e dalle spighe. Rimasi ancora un po' a rimirare quello spettacolo, poi mi avvicinai all'ombra degli alberi, dove Eric aveva già steso una coperta sull'erba e aveva tirato fuori dal cesto delle mele e delle nocciole, i miei frutti preferiti.

– Com'è l'acqua?-

- Un po' fredda, ma fantastica.-

Mi sedetti accanto a lui e diedi un morso al pane che mi porgeva.

– Allora, Ella, che succede di interessante da te?-

Mi aveva sempre chiamato così, diceva che il mio nome non gli piaceva, perché la M gli ricordava il male, mentre la L gli ricorda la luce e la libertà. Avevo smesso di protestare molto tempo fa e avevo deciso di assecondarlo, anche perché mi piaceva come suonava sulle sue labbra, così speciale e unico. Con un'alzata di spalle gli risposi:

- Niente di che ... il raccolto va piuttosto bene e mia sorella ha deciso di frequentare un corso per imparare a cucire. Sono convinta che tra minimo tre mesi la troverò in un negozio, a vendere quelli che diventeranno i vestiti più ricercati dell'impero.- gli sfuggì una risatina, ma lo zittii con un'occhiataccia. – E tu, invece? Che succede da te?-

- Mio padre è riuscito a trovare un libro che non ha ancora letto. Non so in che angolo nascosto della bottega l'abbia trovato, però è davvero di ottima fattura, antico ma in buono stato. Racconta una storia così appassionante, di avventure e misteri. In questi giorni ne è così assorbito che non si è nemmeno accorto che sono uscito. Credo che per un paio di giorni avrò campo libero.-

Mi lanciò un'occhiata intensa, poi, con un tono quasi disinteressato, aggiunse: - Visto che ho tutto questo tempo, che ne dici di andare qualche volta, di notte, a vedere le stelle, sdraiati in mezzo al campo, oppure qui, su questa spiaggia? In questa stagione il cielo è meraviglioso.-

OMBRACenerentola e il Principe NeroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora