La figlia dell'Olimpo

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- Silenzio, perfavore.- il tono autoritario di Zeus rieccheggiò nella sala dell'Olimpo, mettendo a tacere i presenti. O almeno per più di tre secondi...

Efesto era distratto a gingillarsi con dei chiodi e del fil di ferro, fantasicando su qualunque oggetto potesse fabbricarne.

Atena lanciava occhiate fulminee a Poseidone per averle sfiorato il trono.

Ares faceva un gran baccano lucidando le lancie per la prossima guerra.

Demetra era esausta, Afrodite non si staccava da lei, continuava a ripeterle che con quei suoi capelli lunghi e dorati avrebbe potuto farci altre acconciature invece di incastrarli sempre con dei frumenti.

Apollo spettegolava con Artemide, o almeno, era lui che non smetteva più di parlare. Anche lei annoiata per i discorsi del fratello, ignorandolo.

Ermes era da qualche parte sul soffitto, suonando una lira e mangiando uva.

Quel giorno c'era anche Estia, che come al suo solito, era accovacciata davanti al fuoco.

Zeus si sovrastava davanti al suo trono e aspettava ancora il silenzio della sala.

- Ti consiglierei di dirlo più forte...-
Gli disse Era seduta al trono vicino a quello del marito.

- Prestate attenzione, fate silenzio!- disse seguendo il consiglio della moglie. Ma ciò nonostante, nessuno gli prestò attenzione.

Con un sospiro, si alzò Era, che vedendo le saette che provenivano dalle mani di Zeus, decise di prendere parola.

- Esiguo silenzio!- e, momentaneamente, tutti si girarono prestandole attenzione.

- Grazie, tesoro.- disse rivolgendole un sorrisetto.

- Olimpi, come ben sapete vi ho radunati per.... DIONISO!!-

Dioniso era alle spalle di Zeus, che cercava di versarsi del vino in una coppa. Ripeto, cercava. Appena il padre lo aveva rimproverato, per la sorpresa del dio, la coppa che teneva in mano fece un gran salto, rovesciando il liquido che ne conteneva.

- Vai subito al tuo posto.- lo brontolò di nuovo.

- S..si padre.- e con piccoli passetti svelti, tornò ad accomodarsi tra i suoi tralci d'uva.

- Allora, come al solito, Ade è in ritardo, quindi inizieremo senza di lui...- disse, alzando gli occhi al cielo.

Ma guarda un po, stranamente Zeus era irritato. Normalmente non lo è mai....(ironica)

- L'altra sera, quando ero sulla terra..-

- A fare cosa?- lo interruppe Era.

- Uhmm, niente, mia cara. Stavo facendo solo una passegiata.-
In realtà, penso che sappiamo tutti cosa stava facendo.

- Comunque, tralasciando il motivo del perché ero sceso dall'Olimpo, una donna è venuta a parlarmi.-

I Bisbigli si sollevarono nella sala.

Era, se avesse avuto il potere di uccidere a vista, lo avrebbe già fatto.

-... No no, calmati mia cara, ti spiego tutto. Successivamente, scoprii che la donna, era nostra madre (mamma, okay tesoro? Era solo la mamma). La titanide Rea.-

Altri bisbigli e sussulti si poterono udire.

- Dopo aver parlato e scambiato qualche aggiornamento, lei mi ha dato un incarico.- gonfiò il petto.

- E sarebbe?- chiese Ermes, ancora sulla trave del soffitto.

- Ma che diamine ci fai lassù? Scendi subito o ti polverizzo.-

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