La figlia dell'Olimpo

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Quando Ade arrivò a palazzo, andò subito da Persefone. Ovviamente, si trovava in giardino.

- Heii, tesoro.. Guarda un po cosa ti ho portato..- e le mostrò il vaso di cristallo.

- O miei dei, è per me? Ci posso piantare qualsiasi cosa?- chiese con gli occhi sbrilluccicanti.

- Eheheh, no. Ma.. Dentro c'è già un seme, un seme molto speciale, che deve essere annaffiato con del nettare o dell'ambrosia per tre volte al giorno. E pensavo che tu fossi brava in queste cose. E poi, un lavoro così speciale, devi meritartelo proprio tu.- sorrise dolcemente.

In realtá sperava solo che accosentisse a prendere incarico di quella perdita di tempo.

- Aww, che gentile... Ma che seme è? Il tulipano del flagetonte? Quelli mi piacciono così tanto.. Con tutte quelle lingue di fuoco che si muovono...-

- Nah, non è nemmeno quello. Lo scoprirai tra nove mesi, se te ne prenderai cura e se sarai paziente. Che ne dici, ti va?-

Persefone ci pensò. Moriva dalla voglia di sapere quale pianta sarebbe spuntata. Si immaginò il successo di vedere per prima quel che ne sarebbe uscito fuori.

- D'accordo...-

- Perfetto. Eccoti qui, tutto tuo. Io vado a vedere se Cerbero ha ancora quel bastone. A dopo.-

E sparì.

Persefone allungò un dito per sfiorare la sabbia fosforescente. Ma appena l'indice si posò, lei si scottò e la luce divenne quasi accecante.

E scoprì in quale responsabilità si era cacciata.

Prese il vaso e lo mise nella parte più bella del giardino, dove poteva fare più luce alle altre piante. Ma oltre a essere la più bella, era anche inaccessibile a chiunque si potesse avvicinare. Era setacciato di fiori dal profumo dolce e aromatico, ma al solo toccarli, la tua anima si staccava dal corpo come una calamita.

Persefone ne era immune, d'altronde era immortale e ci lavorava spesso con quelle piante.

Così, nei successivi nove mesi, la povera donna si dovette occupare mattina, pomeriggio e sera, di guardare e nutrire l'essere che crescieva dentro.

Doveva versare gocce di nettare fino a quando il vaso iniziava a illuminarsi.

Doveva mantenere a una certa temperatura il contenitore per evitare che si surriscaldasse troppo o se si fosse raffreddato.

Insomma, era come badare a un neonato. E per di più da sola.

Poi, tutto iniziò ad andare a rotoli.

Un giorno, per sbaglio, una foglia secca cascò al centro della sabbia di zaffiro, sprofondandone all'interno.

La povera Persefone non c'era perché era inizio estate, e piano piano, la polvere iniziò a perdere luminosità.

Essendo all'ottavo mese, il piccolo essere che si era formato dentro, cercò di rigettare quell'intruso, per quello la superfice che le faceva da membrana protettiva appassì.

Ade, era passato a vedere quel che succedeva, visto che ultimamente era lui che se ne occupava.

Appena si accorse di quel che stava succedendo, prese di fretta il vaso, effettuando il viaggio nell'ombra per andare sull'Olimpo.

Solo che, mentre era quasi arrivato, con tutto il trambusto che c'era, la bambina scivolò via dal contenitore.

E fu così, che si ritrovò a cadere dal cielo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 17, 2015 ⏰

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