Capitolo 2.

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Capitolo 2

Era successo tutto in pochissime ore e quasi Draco non voleva crederci. Non voleva credere che già fosse a Roma. Non voleva credere che fosse in un hotel a tre stelle. Non voleva credere che la stanza che avesse prenotato quell'idiota del suo migliore amico fosse piccola, insignificante, polverosa, sporca e puzzolente, ma soprattutto matrimoniale. Il solo pensiero di dividere il letto con Harry gli face desiderare di avere Blaise a portata di mano solo per strangolarlo a morte.

"Come si è permesso di farmi una cosa del genere?! Stupido!!  Vuole rendermi  la vita un inferno anche lui, adesso?! Migliore amico un corno. Anzi, ex migliore amico. Dopo questa non ne voglio più sentire parlare di Zabini. E' deciso."

Già vedeva Blaise a ridersela per bene.  Draco aveva già chiuso un occhio per i nomi strambi dei documenti, ma quello era troppo. Superava la linea di sopportazione Malfoy.

Draco, appena arrivato a Roma, si era levato la giacca del completo quasi disperato. Aveva arrotolato le maniche della camicia e l'aveva aperta leggermente sul davanti.  Sentiva il sudore addosso che rendeva la sua pelle appiccicosa e avrebbe tanto desiderato darsi una  rinfrescata. Per non parlare della puzza..

"Che schifo. Come mi sono ridotto..."

Harry invece sembrava essere a proprio agio, come se non sentisse né caldo e né stanchezza.  E Draco lo odiava.

-Tom, posso andare al bagno?

Draco sentì una vena della fronte pulsargli forte, come se volesse scoppiare da un momento all'altro.

Ecco cosa non andava.

Tom. Perché proprio Tom?! Che razza di nome era Tom Felton?! Da proletario. Da poveraccio! Blaise l'avrebbe sentito, appena sarebbe ritornato a Londra. Eccome se l'avrebbe sentito.

Le urla di Draco Malfoy si sarebbero sentite per tutta Londra.

Nei documenti Harry risultava un certo"Daniel Radcliffe". Nome che lui aveva gradito tantissimo e in effetti Daniel era meglio di Tom.

"Perché il nome di Potter è migliore del mio?!"

Aveva aggiunto questo alla lista del "Perché odio Harry Potter".

Come se non bastasse, il moro, per ogni cavolo di azione chiedeva il permesso: "Posso mangiare?"

"Posso andare in bagno?"

"Posso dormire?"

"Posso sedermi?"

Francamente Draco si chiedeva perché ancora il ragazzo non avesse usato la domanda "Posso respirare?!"

Cosa cavolo era?! Un elfo domestico che eseguiva gli ordini!? A suo parere il ragazzo si era completamente rimbecillito. Più di quanto non lo fosse già.

-Sì, Daniel, puoi andare in bagno. Tutte-le-volte-che-vuoi-, Draco scandì le parole, per farsi capire bene stavolta.

-Grazie!-, Harry gli fece un sorriso raggiante.

"Da voltastomaco."

-P-r-e-g-o-, la voce di Draco era risultata molto fredda e scocciata, ma Harry sembrò non averci badato, perché continuava a sorridergli.

"Che cazzo sorridi?!" Avrebbe voluto sbraitargli, l'ex Mangiamorte.

Dopo che Harry entrò in bagno, Draco si lasciò sfuggire un sospiro di puro sollievo. Gli girava tremendamente la testa se ripensava a tutto quello che era successo in così poco tempo. Sembrava un grande incubo, eppure era la dura realtà.

In quel bagno c'era Harry Potter. Il suo nemico degli anni di scuola. Il suo rivale.

Erano a Roma. In una calda e afosa città dell'Italia. Piena di distruzioni e di superstiti. Pieno di pietre e massi e cose inutili a suo parere. Davvero la gente impazziva per quei luoghi? Sciocchi.

Anche Lucifero era un AngeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora