3 Dicembre Ore 03:12

279 10 0
                                    

Caro Diario,quest'oggi la neve ha appena attutito al suolo e con essa è arrivato anche il periodo invernale.
Presto sarà Natale ed ormai ho completamente dimenticato il sapore della festa.
L'albero colmo di lucine brillanti,i doni,il cibo,il calore del camino e dalla famiglia.
Il magnifico sfondo bianco candido.
I canti natalizi,il vischio.
L'amore.
Tutto ciò che io non potrò mai avere.

03:42

Ero ancora intenta a scrivere,quando ho sentito dei suoni sospetti,che ricordavano un gelido vento d'Alaska.
Ho lasciato cadere la penna ed il diario e mi sono nascosta sotto uno sporco materasso.
L'odore di piscio e vomito è davvero forte.
Ho trattenuto il respiro ed ho atteso altri rumori.

Lo riconosco.
È il Walrider.
È venuto a prendermi.

Cos'è che vuole?Sfogarsi su qualunque cosa si muova?Vendicarsi per le ingiustizie subite?
Rivuole forse il suo corpo?
Non ne ho idea,l'unica cosa che posso fare è scrivere.
Scrivere finché non sarò spacciata.
Nessuno riesce a sopravvivere al Walrider.
Nessuno.

Ore 04:10

Sono ancora in balia di una crisi di nervi.
Mi sono rifugiata in un bagno dell'ala maschile nei pressi dei forni crematori.

In preda al panico sono scappata e non mi sono nemmeno resa conto della direzione in cui stavo andando.

Sono raggomitolata in me stessa,cercando di sfuggire all'incubo del Walrider.

Ho ancora impressa nella mente,come sono impresse nel mio taccuino le parole,la scena che ho subito pochi minuti fa.

La scena del Walrider che mi preleva dal mio nascondiglio e mi stringe tra le sue grinfie.
Mi strangola con le sue capacità maligne e mi soffoca in un turbine di ombra.
Ho creduto di soffocare,ero circondata dal buio,senza che nessuno potesse aiutarmi.

Fu quando il carnefice udì i gemiti e le urla della vittima,che la lasciò andare.

La sua espressione era sconvolta e sorpresa e mi passò attraverso.

Io caddi,atterrando sul materasso di cui mi servì precedentemente.
Credo di avere un polso slogato,per fortuna si tratta della mano destra, e
Non della sinistra che è di vitale importanza per me.

Dopo essere atterrata,fuggì senza pensarci due volte,con un affanno che non avevo da anni ormai.

Percepii la sua presenza alle mie spalle e da lì mi resi conto che lo avevo alle calcagna.

Merda.

Pensai,credendo di essere giunta alla termine della mia esistenza.
Ma non fu così.
Riuscì a seminarlo,correndo,non fermandomi mai.

Suppongo che mi abbia risparmiata,se avesse voluto uccidermi,sarei già un cumulo di organi e membra sparse per un pavimento.

Lo avrà forse fatto perché sono una donna?

Se è questa la ragione non mi risparmierò,e troverò un modo per ridurlo in cenere.

Tutti devono temermi.
Sono io l'unica Regina di questo losco e lurido posto.
Io sono sopravvissuta.
Io sono la Dea di Mount Massive.

Outlast 3: Dagli occhi di una pazienteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora