Capitolo 3

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U-un appuntamento? Oggi? P-perché?!
Finisco la mia prima sigaretta con lo sguardo perso nel vuoto. Butto il filtro e guardo l'orario. Ho ancora 15 minuti.
Corro in bagno e mi sciacquo la faccia. I miei vestiti puzzano un po' di fumo e il mio alito è anche peggio.
Merda.
Però è la sensazione più bella del mondo, il rischio; ti riempie il petto e ti strizza lo stomaco.
Quando arriva l'ultima ora chiedo il permesso per andare in bagno, dove trovo Liberty che fuma seduta sul ripiano del lavandino

" Forse è meglio non farlo qui, Liberty" dico con una voce mista a preoccupazione e scherno.
Mi avvicino strappandole la sigaretta di bocca e facendo un tiro. È davvero bello fumare.
Mi siedo sul ripiano vicino a lei e dopo aver fatto un altro tiro le restituisco la sigaretta. Mi da un deodorante e delle gomme da masticare

" I tuoi non vogliono che tu fuma?"

Lei scuote la testa
" Pensano che abbia smesso"

Mi spruzzo il deodorante e metto in bocca due gomme iniziando a masticarle

" Si sente ancora la puzza?"

Lei scuote la testa e spegne la sigaretta contro il muro per poi buttarla dentro il cestino

Quando torno a casa butto la gomma e cerco di calmarmi.

Entro in casa e saluto mia madre e mio padre sedendomi a tavola.
Mangiamo in silenzio, ed io ho ancora lo stomaco contorto perché ho paura che scoprano che ho fumato.
Scappo in camera mia a fare i compiti. Alle 16 da Starbucks. Basterà dire che devo andare a fare una ricerca.

Entro timidamente in cucina dove mia madre lavora al suo computer.
" M-mamma, devo andare a fare una ricerca.. P-posso?"
Lei annuisce senza guardarmi neanche ed io mi fiondo letteralmente sulla porta, pedalando velocemente con la mia amata bicicletta. Sono da Starbucks ed una figura nera con i capelli biondi è rannicchiata ad un tavolo che beve da un bicchiere con lo sguardo nel vuoto
Mi avvicino velocemente. Questa ragazza esce il lato selvaggio di me, mi piace.
Mi siedo garbatamente e mantengo una posizione rigida, come per diciassette anni mi è stato insegnato. Liberty mi guarda e trattiene un sorriso
" Hai le spine sotto il culo?"
Deglutisco e cerco di stare seduta più mollemente
Non appena la cameriera entra nel laboratorio Liberty si alza e sfreccia via dal locale.La seguo immediatamente
" Hai pagato, almeno?!" Le chiedo sotto voce appena uscite dal locale.
Lei ride e corre verso un vicolo. La seguo e vedo che si sta accendendo una sigaretta dietro un cassonetto. Mi avvicino a lei e iniziamo a ridere come due grandi idiote. Le rubo la sigaretta e ci faccio un tiro, per poi ridargliela.
" Se questa è fra le prime sigarette che fumi ci sono tante cose che non hai fatto, vero, sunshine?" Mi dice buttando il fumo
" Quali cose?" Chiedo ingenuamente
" Non hai mai scopato, tipo?" Chiede con disinvoltura, come se fosse naturale.
Arrossisco violentemente e scuoto la testa con energia
" Hai mai limonato con qualcuno, almeno?"
Scuoto la testa e lei ride
" Cazzo, tesoro, si dovrebbe rimediare! Allora facciamo che a mezzanotte ci vediamo qui. Ma magari con vestiti diversi, e con qualche riga di eye-liner.. No anzi, facciamo che passi da casa mia. L'indirizzo è scritto sul foglio che ti ho dato oggi."
Mi passa la sigaretta ormai a metà ed io la finisco.
" Vieni, sunshine, prendiamo un po' di vestiti."
" Non ho soldi" Dico sconsolata
" Io ho detto prendere, non comprare." Dice strizzando l'occhio
Corre verso un negozio con un insegna con stile piuttosto punk.
Entriamo ed iniziamo a destreggiarci fra gli scaffali disordinati. Liberty prende vari vestiti e mi trascina verso il camerino. Non ho mai provato cose simili
Liberty entra con me chiudendo la porta con il chiavistello.
" Non saranno mica per me, vero?" Chiedo guardando il quantitativo di vestiti sotto il suo braccio.
Lei annuisce ed inizia ad appoggiare i vestiti su uno sgabello
Con riluttanza mi tolgo i vestiti e rimango con solo l'intimo. Sono davvero a disagio, perché nessuno mi ha mai vista così nuda.
Liberty fa un fischio, perché probabilmente l'imbarazzo mi si legge in faccia
Inizio ad infilarmi i vestiti con molta riluttanza.
Mi guardo allo specchio e sussulto. Non sono io quella.
I jeans strappati fanno vedere parte della mia coscia, una maglietta di una band che non conosco e un giubbotto in pelle con borchie, spille e catene.
" Ehilà, che gran figa!" Dice Liberty mettendomi una mano su un fianco " Ma per stasera dobbiamo spingerci al massimo, ti prendo roba migliore." Fa l'occhiolino ed esce dal camerino. Mi spoglio e sono spaventata dal suo " roba migliore"
È veramente la cosa giusta, questa?
Sì, stupida verginella, è la cosa migliore.
Quando torna fisso accigliata il top corto, gli shorts, la giacca di jeans e gli stivali con tacco lunghi fin sopra il ginocchio che tiene fra le mani
" Sei sicura che non mi chiederanno un servizio? " Chiedo guardando quegli abiti decisamente poco coprenti.
" Mettili e chiudi la fogna, piccolina" dice giocando al telefono
Appena finisco di indossare gli abiti penso che i miei genitori mi ammazzerebbero di botte se solo dovessi guardare dei simili indumenti.
" Sai sunshine, ti dona il look da troia"
Non so cosa intende, ma queste scarpe non fanno decisamente per me.
" Non le voglio queste scarpe." Dico togliendomi gli stivali con troppo tacco.
Esce dal camerino e torna con delle converse lunghe fin sotto al ginocchio. Penso che rispetto a quei trampoli mortali siano migliori.
" Sei fighissima sunshine. Togli tutto che ci penso io. "
Per la millesima volta tolgo i vestiti, ma questa volta rimetto i miei. Vedo che esce una forbice dalla borsa ed inizia a togliere i magneti e le targhette, per poi ficcare tutto nella borsa, tranne gli stivali.

" Cosa facciamo con gli stivali?" Chiedo sotto voce
" Indossali e nascondili sotto i jeans. Le tue scarpe entrano sicuramente nella borsa. "
Tolgo le scarpe e infilo gli stivali. Spero non se ne accorga. Nascondo la lunghezza degli stivali sotto i miei jeans.
Usciamo dal camerino e la commessa alza gli occhi dalla rivista per vedere se dobbiamo prendere roba, ma li riabbassa subito e noi usciamo come se nulla fosse
Appena allontanate scoppiamo in una risata.
" Non ho mai fatto una cosa del genere!" Dico fra le risate
" Bella cosa il rischio, vero? " Dice accendendosi una sigaretta
Gliela rubo, senza intenzione di restituirgliela
" Si, bella cosa." Dico

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