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Io e Michael ci ritrovavamo spesso a litigare per la musica: avevo cercato di spiegargli più volte che nonostante fossi una "ballerina", non passassi tutto il mio tempo ad ascoltare Tchaikovsky. Anche quella volta, su Skype, con praticamente nove ore di fuso orario, non mi dava tregua.

Vedevo la sua figura sfocata ridere e sbadigliare spesso; del resto, a Sydney erano le undici, da me le due del pomeriggio. Era l'unico momento del giorno in cui ero libera, dalle lezioni al mattino e anche quelle al pomeriggio che terminavano sempre ad orari imprevedibili. Avremmo potuto anche solo sentirci al telefono, così mentre facevo colazione da lui sarebbe stato un orario normale, ma niente da fare. "Odio telefonare alle persone. Se parlo con loro voglio anche vederle in faccia, sai?" mi ripeteva spesso.

- Quindi ora che sei lì ascolti quella musica lì tutto il giorno, vestita di rosa? -

Io sospirai. Era senza speranze. Aveva questo stereotipo della ballerina classica che non riuscivo proprio a cancellargli dalla testa.

- Michael, sul serio? -

- Oh, scommetto che sei sempre lì in camera a fare tutti quei passetti strani con un pianoforte che segna il tempo - rispose ridendo.

- Mettimi alla prova -

- Prendi il telefono e dimmi quali sono i brani più ascoltati, su, sono curioso -

Sospirai di nuovo. Sbloccai il telefono, e, soddisfatta di me stessa, gli dissi - I due brani più ascoltati sono Thanks To You e Break Your Little Heart degli All Time Low -

- Maledizione. Mi sarei aspettato qualche cosa tremendamente pop e di moda, ora che sei a Londra e balli quella ro- -

- Michael, davvero? -

Mi fissò per un secondo, o forse un po' di più, dalle webcam, e poi scoppiò a ridere.

- D'accordo, questa volta hai vinto tu -

Avrei voluto dirgli che avrebbe potuto vincere tutte le volte del mondo, se solo si fosse svegliato.

Cathartis; Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora