Capitolo Cinque

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Non potevo credere ai miei occhi, il mondo mi stava crollando adosso, mi mancava il respiro e il cuore batteva a mille.

《Buongiorno Signorina》

《Buongiorno Signorino Russell》

Feci finta di niente e lo salutai dandogli una stretta di mano.
Non volevo sbagliare di nuovo come ho fatto ieri e apparire come una stupida.

《Ohh...non mi chiami così, chiamami Alexander e dammi del tu》

"Cazzo é lui...è il mio Alex..." pensai contenta, ma più lo guardavo e più mi rendevo conto che tanto mio non era...
Era diveso, ora non si faceva più chiamare "Alex" ma "Alexander" e ricordo benissimo che alle superiori odiava essere chiamato così. Anche il suo aspetto era cambiato.

Non era più il ragazzino con i capelli tutti spettinati e la camicia stropicciata e sporca di terra; non era più il ragazzo che ogni volta che mi guardava distoglieva lo sguardo diventando tutto rosso per poi riguardarmi; non era più il ragazzino solare, affettuoso con tutti, simpatico e divertente...
Davanti a me c'era un uomo in giacca e cravatta, alto e muscoloso, con lo sguardo orgoglioso e sicura di sé che riusciva a guardarmi dritta negli occhi senza arrossire.

Non era più il mio Alex era quasi uno sconosciuto.

《Va bene...io vado, ho delle faccende da sbrigare. Con permesso...ah Alexander fai il bravo》

《Non ti preoccupare...è in buone mani》

Un brivido mi percorse la schiena, ero terrorizzata.

Di colpo si alzò dalla poltrona e si mise davanti alla scrivania.

《Mmmh...allora, il suo nome è?》

Mi guardò dalla testa ai piedi e in quel momento mi venne l'impulso di stringere la mia cartella da lavoro sul mio petto per proteggermi dal suo sguardo.
《L-Liz Smith》

《Liz...》

Mi guardò come se gli avessi rivelato il segreto della felicità. I suoi occhi si spalancarono e brillavano.
"Forse si è ricordato di me"

Distolse subito lo sguardo e ritornò a sedersi. Ora non mi guardava più e non sapevo se chiedergli se si ricordava di me oppure stare zitta e farglielo ricordare a lui.

《A-Alex...stai bene?》

《Per favore...evita di chiamarmi "Alex" o con nomignoli simili, le ho detto che mi può chiamare Alexander. Va bene signorina?》 disse acido puntandomi uno sguardo terrificante e glaciale, lo stesso che fece al ragazzo che ci aveva provato con me in discoteca.

《Mi scusi...》

《No...scusami tu e che lei...lasciamo perdere...comunque è assunta per questo lavoro. Ci vediamo domani alle 9:00》

《V-va bene. La ringrazio e arrivederci》

Aveva le mani tra i capelli e la testa china come in segno di disperazione. Non mi degnó neanche di uno sguardo perciò me ne andai e uscita fuori presi una boccata d'aria.

Avevo le gambe come gelatina e quasi svenivo ma mi feci forza e iniziai a camminare per scaricare l'adrenalina che avevo in corpo. Di colpo mi ritrovai in un parco...Era il Central Park. Mi sedetti su una panchina e mi rilassai ascoltando il fruscio delle foglie e gli uccellini cinguettare.

" Aaaaa!!! >.< Ma perché doveva capitare a me. Sono venuta a New York per allontanarmi dal passato ed ecco che il passato ritorna...ma non poteva andare a vivere in un'altra città. ..Nooo proprio New York doveva scegliere, ci sono tanti di quei posti belli...Che rabbia e ora lo devo vedere tutti i giorni dopo che mi ero ripromessa di dimenticarlo."

《Aaaaa>.<cavoloooo!!!》

Mi tappai la bocca e notai che tutti al parco mi guardavano strana così mi alzai e ritornai a casa.

Volevo solo versarmi un bicchiere di té verde e rilassarmi però il citofono suonò.

《Cazzo, ma chi è adesso?》

Andai a rispondere e aprí senza rispondere, sapevo che era Anna.

《Ehiiii... come hai fatto ha sapere che ero io?》

《Sei l'unica persona che conosco in tutta New York》

《E se era un maniaco?》

《L'avrei ucciso...sono incazzata oggi...》

《Perché? Non mi dire che è andato male il primo giorno in ufficio?》

《Male??? Ahahah malissimo e lo sai perché, il mio capo non è il signor Russell ma suo fratello ALEX!!!》

《Cazzuuu...ma che fortuna》

Ero distrutta e iniziai a piangere anche se ero stanca di farlo. Perché non mi aveva riconosciuta? E poi perché non mi ha dato spiegazioni sulla sua scomparsa? Mi ha lasciata così senza dirmi niente e ora l'ho rivedo e lui mi dice solo "buongiorno" come se niente fosse... non l'ho riconoscevo più..volevo il mio Alex.

《Ehi...non piangere...puoi mollare il lavoro e andare da un'altra parte...non ti preoccupare tutto si risolve》

Mi asciugó le lacrime e mi accocolò fra le sua braccia.

《N-non voglio andarmene perché non voglio che sparisca dalla mia vita di nuovo...io...io lo amo ma rivoglio il vecchio Alex》

《Ma è davvero cambiato così tanto?》

《Si...e voglio sapere perché》

Passai il pomeriggio insieme ad Anna, anche se volevo stare da sola, ma come al solito, cocciuta com'è, ha insistito.

《Ehi ho un'idea. Perché non andiamo di nuovo in quel locale dove ci siamo divertite. Almeno bevi e ti dimentichi.》

《Si, così domani faccio in ritardo a lavoro e vengo licenziata...no grazie》

《Allora cosa vuoi fare?》

《Mangiare》

《Pensi solo a quello...okay, cinese?》

《Va bene!!!》

《Il cibo ti ha risollevato il morale ahahah》

《Come sempre, d'altronde》

Per tutta la serata guardammo solo film strappa lacrime mentre mangiavamo il buonissimo take-away cinese.

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