CAPITOLO 3

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Point of view Sofia

- Sofia!! Ti vuoi svegliare, maledizione??? Non ti farò alcuna giustificazione se arrivi in ritardo, sappilo! -

Le urla di mia madre mi fanno sussultare, interrompendo quel meraviglioso sogno che stavo facendo.
Stanotte il sonno profondo è stato ripetutamente interrotto; freddo, ansia e voglia di incontrare nuovamente quelle iridi cangianti sono le cause principali della stanchezza di questa mattina.
Mi alzo svogliatamente dal caldo letto e mi dirigo verso il bagno.
Come di consueto, è tardi e devo darmi una mossa.
Dopo 20 minuti nei quale riesco a prepararmi e avviare il mio cervello, saluto frettolosamente mia madre e mi dirigo verso la stazione ferroviaria.
Non c'è traccia di Emma e mi affretto a scriverle un messaggio.

*Emma! Dove sei finita??*

Immersa nei miei pensieri ripongo il cellulare in tasca e salgo sul treno.

"Oddio. No. Ti prego cervello dimmi che non è lui"

C'è lui. Seduto sul sedile di fronte a me del treno col cappuccio nero sulla testa e, dal suo modo di vestire, presumo stia ascoltando della musica rap dalle sue cuffiette.
Prego in tutte le lingue del mondo che non mi veda ma, dato che la fortuna gira dalla mia parte, alza lo sguardo proprio in quel momento.
- Ehi!! Anche tu sul treno?? Volevo chiederti scusa per ieri - dice alzandosi dal sedile e facendo cadere a terra il cellulare.

"Calma Sofia, ha solo due mappamondi al posto degli occhi e una voce meravigliosa, mantieni la calma"

- Ehm, ciao.. Si vado a scuola.. sono salita sul treno.. -

"Ma che dico??? Sono le 6:45 di mattina, è ovvio che stai andando a scuola!"
Senza rendermene conto mi perdo nei suoi occhi e sento le mie guance prendere fuoco.
Ho caldo. Devo andare via da qui.
Prima che lui potesse rispondere, mi invento una scusa.
- Scusa devo andare da una mia amica, ciao -
Mi metto a correre velocemente verso la seconda carrozza sentendo le sue parole:
- Ma puoi sederti qua.. Non scappare via.. -
In questi 15 secondi riesco a inciampare sui gradini e cadere per terra.

"Ecco, lo sapevo!!"

Sento due mani forti che mi cingono i fianchi, e grazie a esse riesco a rialzarmi.
Mi giro per ringraziare ed è lui, col suo profumo dolcissimo che inonda le mie narici e quegli occhi che da stanotte mi perseguitano.

- Grazie.. io sono un'imbranata.. -
- Non è niente tranquilla, volevo presentarmi.. cioè no.. volevo chiederti se volessi sederti vicino a me.. io sono Diego.. -
- Ehm, io Sofia, non lo so devo cercare una mia amica.. Devo andare.. ciao -

Sento ogni millimetro quadrato del mio corpo che ha una temperatura assurda.
Non può essere, non voglio.
Io non voglio innamorarmi...

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