CAPITOLO 7

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Point of view Diego

"Pronto, ciao Sofia."

Ho detto tre parole in un secondo, calma Diego, respira; il cuore in gola, il sudore freddo, le gambe molli, e che è tutta sta roba? Calmo, è solo quella bellissima ragazza con due magnifici occhi grigi. No, forse non è la miglior cosa pensare al suo viso, il cuore mi è tornato a mille come la prima volta.

Riprendo con un gran respiro nei polmoni:" Sono Diego, il ragazzo di poco fa" ma che stai dicendo? Sa chi sei, vai al punto cretino
"Nulla, Emma mi ha dato il tuo numero, spero non ti dispiaccia, volevo solo dirti che nella fretta ti è caduto il ciondolo che avevi al collo.."
Ok, il peggio è passato, ora invitala ad uscire domani, avanti
"Non ti preoccupare però, ce l'ho io..
Che ne dici di vederci domani? Almeno posso restituirelo.."
L'hai detto, ora sta a lei rispondere, ora puoi respirare Diego.
Rimango incollato al telefono in attesa della sua risposta, ma c'è un silenzio quasi anormale dall'altra parte..
"Sofia..?" Sussurro
Nulla, silenzio.
Inizio a preoccuparmi, "Sofia, mi senti?"
Finalmente un rumore dall'altra parte, sembra quasi un grido di gioia, mi strappa un sorriso.
"Certo Diego! A dire il vero me ne sono accorta solo ora del ciondolo..
Ci troviamo fuori dalla scuola domani?"
Ce l'hai fatta, grande.
"Se per te va bene per me non c'è nessun problema! A domani allora!"

"A domani!"

Chiudiamo nello stesso istante la chiamata, lancio il cellulare sul letto, mi metto ad urlare per la stanza qualsiasi cosa mi passi per la testa.

WOW, SEMPLICEMENTE WOW

Passo il resto della sera a pensare a cosa dire l'indomani, non volevo sembrare banale, ma nemmeno esaltato dell'uscita.
Voglio sembrare sostenuto, quasi duro, ma sono sicuro che non ce la farò nemmeno per un secondo.

Mi addormento di botto, ancora con i vestiti del giorno prima addosso, mi risveglio di soprassalto, guardo le ore : 6.10
Venti minuti prima della sveglia, ho tutto il tempo di prepararmi al meglio.

Ci metto quasi mezz'ora, ma alla fine riesco ad essere al top per l'uscita di questo pomeriggio.
Treno, scuola, lezione, ed eccoci al momento clue della giornata.
Mi apposto peggio di una sentinella fuori dal cancello in ferro battuto della scuola che da questa angolatura assomiglia più ad un carcere.

Dopo 5 interminabili minuti eccola arrivare, sola, armata di quegli occhi stupendi.

Faccio una revisione generale della mia condizione, abbastanza presentabile.

Le vado incontro a passo deciso, comincio quello che sarà il pomeriggio più bello della mia vita con un:" Ei Sofia!"
Mi avvicino ma, non so per quale malato istinto, le prendo la mano..

Nessun rifiuto, si comincia bene.

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