Capitolo 1

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" Vorrei solo ritornare a quando ci baciavamo per un anno, come all'intervallo": questa frase che mi rimbomba nella testa, non finisce di tormentarmi.

Ebbi la stupida idea di iscrivermi ad uno di quei corsi a scuola per aumentare i crediti per l'esame di terza media. Sono passati tre anni e di questa scelta non so se pentirmene o no. 

Da una parte è stata una scelta di merda, perchè mi ha fatto stare più tempo a scuola; da una parte una bella scelta perchè lì, proprio a scuola, ho incontrato la persona che è la causa della perdita del mio fottuto equilibrio.

Si, il mio equilibrio. Io avevo un fortissimo controllo delle mie emozioni, della mia vita.. ma appena è entrato lui ,nella mia inutile vita ma fatta rigorosamente di controllo, tutto è andato a puttane. Tutto.

Maledetto quel giorno.

Era il 18 Ottobre del 2012, il giorno in cui iniziavano tutti questi corsi. 

Mi iscrissi al corso di Grammatica e eravamo in venticinque di noi, tra cui lui. Della mia classe, questo corso, lo fecero solo cinque persone... non conoscevamo nessuno. Per ora.

Notai uno sguardo,uno di quei sguardi che ti lasciano senza fiato... uno sguardo amichevole, anche un pò dolce.

Durante tutta la lezione, notai quello sguardo più volte, quello sguardo che mi trasmetteva sicurezza anche se, di lui, non conoscevo nulla: ne il nome e ne la classe che frequentava.

Finita la lezione, abbandono l'aula come se abbandonassi casa mia... avevo questa sensazione di vuoto che mi comprimeva il diaframma quando me ne uscì da quella classe.. quella dannata classe.

La sensazione che provai non mi piacque per nulla: avevo appena chiuso una relazione con un diciottenne pervertito che si voleva portare a letto una tredicenne indifesa. Era un animatore, lo conobbi in vacanza... una chiacchierata dopo l'altra, finimmo per baciarci e lui mi chiese di essere la sua ragazza. Io accettai, come una cretina, perchè dicevo di amarlo. Dicevo, ma non provavo del vero amore nei suoi confronti. 

La stessa identica sensazione la provai quando, dopo venti giorni, me ne ritornavo dalla vacanza e quindi abbandonavo l'animatore, lo chiamavo "l'amore della mia vita" ma non avevo idea di cosa significasse la parola "amore".

Io e l'animatore ci sentimmo per un altro mesetto, ma poi la lontananza e il lavoro che lo mandava costantemente in giro, mise in crisi la nostra relazione e mi lasciò con uno stupido messaggio su facebook, che diceva che mi lasciava perchè eravamo troppo distanti e che c'era differenza di età; anche se, detto sinceramente, non c'ho mai creduto a questa versione di fatti.

Il suo unico desiderio era quello di portarmi a letto, purtroppo lo scoprii troppo tardi.

Ritorniamo a quella strana sensazione, quella sensazione di vuoto che sentii quando uscì dall'aula. 

Era una sensazione che non pensavo di provare, un'altra volta.

Fu il fulmine che mi colpì a ciel sereno, fu il temporale inatteso. Usciti fuori, lo guardavo sempre. Ero distratta da suo sguardo, distratta dal suo modo di parlare, distratta da lui. 

Per me era come una via d'uscita dopo tutto quello che avevo passato con l'animatore.

Non sapevo nulla di lui...  Nulla. 

I miei amici mi parlavano, ma si vedeva che io ero distratta da lui.. e come se il mio sguardo lo chiamasse...

All'improvviso se ne va e mi lascia lì.. da sola.. anche se non ero sola perchè c'erano tutti gli altri.. ma mi sentivo sola. 

Mi sentivo abbandonata. 

"Stasera ci dormo su e mi passerà" pensai, e mi incamminai verso casa mia.

Arrivata a casa, vuota come sempre, mi stesi sul letto e iniziai a pensare a quel dannato sguardo.

Erano le 17.30.. era un'ora che stavo lì, stesa sul letto a guardare il soffitto e mi sorprendeva che i miei genitori ancora non fossero tornati da lavoro.

Dovevano stare a casa già da un pò.

Ma era meglio stare da soli, a volte. A me, era diverso. Stavo sempre da sola, avevo casa libera quasi ogni giorno. Ci navigavo nella solitudine e stare da sola no mi faceva affatto paura, anzi mi piaceva molto perchè potevi fare quello che ti passa per la testa nello stesso momento, non devi stare sotto il comando di nessuno.

Avevo anche poche amiche, non ne ho mai avute molte. "Meglio poche ma buone" pensavo.. ed è proprio vero.

Ne avevo una, anzi ce l'ho, ed è la mia migliore amica. L'unica che mi sostiene quando faccio la cosa giusta ma anche quando faccio quella sbagliata. In ogni circostanza mi sostiene. Ci conosciamo da, praticamente, quando siamo nate. Abbiamo solo sei mesi di differenza ma non si nota proprio. Sembriamo gemelle. 

Lei è l'unica di cui mi fido ciecamente, sempre pronta ad aiutarmi se mi metto in qualche pasticcio. Semplicemente mia sorella, la mia piccola sorellina.

Ritorniamo alle 17.30 di quel dannato pomeriggio di ottobre. Per essere Ottobre faceva caldo, o ero io che avevo caldo? Stavo pensando ancora a quello sguardo, quel cazzo di sguardo che non riuscivo a togliermi dalla testa.

Andai in cucina e aprii il frigo. Presi un thè alla pesca. Lo adoro.

Un lungo sorso e sembrava che quello sguardo si stava dissolvendo nella mia testa.. stava sparendo. 

"Bene" esclamai.

Mi siedo alla scrivania e inizio a studiare per il giorno dopo, ma ho poca concentrazione e non è da me.

Guardo l'orologio... le 18.15 e dei miei non c'è traccia. "Meglio così!" dissi.

Ma non avevano mai fatto così tardi, allora chiamo mia madre.

"Mamma, dove sei?"

"Tesoro faremo un pò più tardi"

"Perchè che è successo?"

"Nulla, tesoro.. nulla. Il treno di papà ha un piccolo ritardo."

"Ok, ciao mamma."

"Ciao tesoro."


Potevano almeno avvisare. Aprii il mobile e presi una bustina di patatine e non iniziai a divorarle. Stranamente non avevo fame. Avevo lo stomaco chiuso, arrotolato come un gomitolo. 

"Brutto segno" pensai.

Eh si, era un brutto segno.. lo stesso segno che avevo avuto quando si trattava dell'animatore.

Ma sentivo che questa volta sarebbe stato diverso.

I miei tornano e iniziamo a parlare:

"Principè come è andata oggi pomeriggio, al corso?"

" Bene papà... siamo in tantissimi" dissi, ma quello che pensavo era "Siamo tantissimi ma sono rimasta incantata da un fottuto sguardo."

"E hai fatto nuove amicizie?" aggiunse mia madre.

"No, conosco solo quelli della classe."

"La prossima lezione quando ci sarà?"

"Lunedì" esclamai felice. Non vedevo l'ora di rivederlo. 

Dopo aver mangiato, subito mi precipitai in camera e entrai su facebook.

Non sapevo nulla di lui, neanche il nome e cognome e non riuscii a trovarlo.

Guardai l'ora. Erano le 23.00. Era ora di andare a dormire. In meno di due minuti, crollai in un sonno profondo e nei miei sogni c'era lui. 





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