Capitolo 17

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Mentre stavo scendendo, mi ricordai delle sue parole: "io ti amavo".

Un brivido mi invase la schiena.

Mi guardò con i suoi occhi neri e poi li abbassò.

Furono due secondi di pura tensione.

Ero ancora invaghita di lui, e gli dovevo parlare.

Stasera avremmo fatto la serata dei giochi.

Per tutta la giornata, non mi rivolse la parola.

Ero dispiaciuta. In fondo era colpa mia anche... non dovevo trattarlo male stamattina.

Mi squilla il telefono per la settima volta. Christian.

"Amore finalmente. Mi stavo preoccupando."

"Sto bene, non preoccuparti.. e solo che il telefono non lo sentivo.. stavo facendo la doccia che dopo devo scendere."

"Sicuro che stai bene? Devi dirmi qualcosa Marika?" disse con un tono abbastanza deciso.

"C'è una cosa che dovrei dirti, Christian. Beh, ti ricordi del mio ex? È qui anche quest'anno... ma gliene ho dette quattro... se lo meritava, in fondo." mi si strinse il cuore dicendo quelle cose. Dovevo rassicurare Christian. Anche lui mi amava e io amavo lui.

"Cazzo, me lo sentivo.. ma io non voglio assolutamente che tu parli con quello, chiaro? Non ti devi avvicinare a lui. Sei l'unica cosa bella che mi sia capitata e non voglio perderti." la sua voce era rauca... sembrava che stesse piangendo.

"Oh Christian." e scoppiai a piangere. "Tra tredici giorni sarò da te. Mi manchi"

"Da morire amore. Ora devo andare. Ti amo."

"Ti amo anche io, Christian. A domani."

Il mio uomo era Christian e mi mancava da morire... volevo colmare quel vuoto che mi sarebbe stato nel cuore per quindici giorni con lui, il mio ex.

L'essere umano non è in grado di vivere con un vuoto nel cuore per molto tempo, e di conseguenza si aggrappa al passato. È la mente umana che gioca questi stupidi scherzi. Siamo incapaci di rimanere soli, la solitudine ci fa paura... ed è questo il nostro più grande problema... ci aggrappiamo a persone sbagliate, ed io dovevo aggrapparmi all'unica persona che mi faceva stare bene.

Il mio Christian.

La persona che mi stava aspettando a casa, per abbracciarmi e starmi vicino.

Avevamo solo altri due mesi.. poi le nostre strade sarebbero cambiate.

La bile mi salì in gola.

Come avrei fatto senza di lui? Come sarei sopravvissuta?

Sarebbe stato impossibile.

Al sol pensiero mi salirono le lacrime agli occhi.

Scacciai il pensiero dalla mia mente e scesi giù, dove c'era il mio gruppetto ad aspettarmi.

Erano le 21 e il mio ex ancora non era venuto. Era strano, dato che, gli animatori alle 20 dovevano stare giù.

Decisi di andare a casa sua e andarlo a chiamare.

Bussai alla porta e lui subito mi aprì.

"Ciao, sono venuta perché mi stavo preoccupando ... ancora non dovevi scendere."

"Tranquilla, volevo stare un po' da solo a pensare.."

Quelle parole mi fecero morire dentro, era tutta colpa mia.

"Allora ti lascio da solo, se vuoi." dissi con rimpianto.

"No resta, per favore."

Mi sedetti sul letto e aspettavo che lui si facesse la doccia e uscisse.

Iniziai a frugare tra le sue cose... fu più forte di me.

Trovai una cosa che non potevo fare altro che piangere.

La nostra foto in un cuore.

Mi amava ancora se la teneva conservata.

Sentì lo scroscio dell'acqua fermarsi e misi tutto al proprio posto.

Uscì dalla doccia con solo un asciugamano sui fianchi ed era sensazionale.

Quell'asciugamano gli cadeva alla perfezione.

"Scusami se ti ho fatta imbarazzare." disse lui con una voce seducente.

"Tranquillo, non mi hai imbarazzato molto.. siamo stati fidanzati.. è ovvio che ci sia ancora confidenza tra noi." dissi facendo l'occhiolino.

All'improvviso, inciampa sul lenzuolo e si trova su di me, con solo l'asciugamano addosso.

Dio, quanto era perfetto.

Oh no. Dannazione.


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