Capitolo uno

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Era uno dei primi giorni d'estate, la scuola era terminata appena da un paio di giorni, i miei voti erano ottimi, in tutte le materie, ovviamente. Da quando avevo iniziato a frequentare la scuola elementare i miei voti non erano mai scesi sotto al nove. Tutti mi definivano un po la secchiona della classe, ma non facevo pesare più di tanto queste etichette dato che sapevo fossero solo scherzi, fatti in buona fede. Non ero assolutamente una ragazza che stava ore a studiare sopra libri, anzi, la mia vita dopo le lezioni era alquanto movimentata.
Mi piacciono le feste e mi piace organizzarne, i miei genitori mi lasciano spesso a casa da sola, nel weekand. Partono per delle escursioni, o semplicemente per rilassarsi un po, insieme.
Solo felice che lo facciano, e non perché mi piace stare sola, ma perché sono ancora una coppia molto unita a differenza di molte che si sfasciano lentamente.
Sono una ragazza strana, lo ammetto, mi piace bere, fumare fino a collassare su un divanetto, ma poi, quando si stratta di studio o compiti in classe, nessuno riesce a battermi.
Quella mattina mi svegliai strofinandomi gli occhi, la sera prima ero stata sveglia a guardare un film d'amore del quale non so il titolo, l'unica cosa che so è che mi sono addormentata molto tardi tenendo il mio gatto Lakey sulla pancia. Mi alzai controvoglia dal mio letto, la miglior cosa che l'uomo avesse inventato, dopo la pizza e mi diressi in bagno, ero in condizioni pessime: i capelli mori mi scendevano sulle spalle, ma non erano ordinati come al solito, erano arruffati e mal messi e sotto ai miei occhioni azzurri si erano formate due occhiaie nere. Sbuffai guardando la mia immagine riflessa nello specchio e tornai in camera da letto dove tolsi il pigiama rosa in fretta che buttai sopra al letto, senza nemmeno rigirarlo. Mi guardai intorno in cerca di qualche vestito lasciato per terra il giorno prima e mi infilai un paio di pantaloncini in jeans e una t-shirt con stampata una tigre dagli occhi verdi, che infilai dentro agli shorts.
Dopo esser tornata in bagno per raccogliermi i capelli in una coda disordinata ed essermi lavata denti e viso finalmente uscii dalla mia stanza. Percorrendo il corridoio al piano di sopra sentii delle voci.
Scesi le scale per sentire meglio, senza farmi vedere e sentii mia madre piangere, mio padre la consolava, ma lei sembrava disperata.
Non avevo idea di cosa fosse successo, ma avevo paura di scoprirlo, sembravano scossi.

Il cellulare di mia madre era sul tavolo, immagino che l'avessero chiamata poco prima, dandole una brutta notizia.
Sentivo un peso trattenermi su quelle scale, non avevo il coraggio di guardare mia madre e mio padre negli occhi, in quelle condizioni, ma alla fine fui costretta a farlo.
Senza fare rumore arrivai alla fine della rampa di scale, mio padre mi vide e mi finse un sorriso, era sempre molto carino con me, con tutti.
Cercava di non far provare dolore alle persone, soprattutto a me e mia madre.
Ha uno studio suo, è uno psicologo e quando ho bisogno di un consiglio lui è sempre pronto a darmelo.
Sembrava pero' che oggi non fosse riuscito a tirare su di morale la mamma, che sentendomi entrare in cucina alzò lo sguardo, mostrandomi i suoi occhi pieni di lacrime, il trucco nero sbavato sulle guance e un fazzolettino in mano, ormai troppo sgualcito e bagnato per poter essere utilizzato in qualcosa.
Stavano seduti attorno al banco dove mia madre era solita preparare da mangiare, seduti sugli sgabelli bianchi che il papà aveva comprato sotto mio consiglio.
Aggrottai la fronte preoccupata, e mi sedetti su uno di quegli sgabelli, in modo da poter prendere la mano a mia madre.
L'unica cosa che riuscii a dire fu:- Che cosa è successo?-
Non riuscivo a guardarla negli occhi, riuscii solo ad ascoltare le sue parole e una volta fatto senza che me ne accorgessi una lacrima bagnò la mia guancia.

Ehi, questa è la mia prima storia, quindi siate buoni.
Fatemi sapere cosa ve ne pare, aggiornerò al più presto.

Yle. 🌸

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