Cercai di sistemarmi i capelli nel miglior modo possibile e mi avvicinai lentamente, non sapendo proprio che cosa fare. Presentarmi? Si sicuro era la cosa giusta da fare ma in quel momento la mia testa era talmente piena di pensieri pesanti che non riuscii a ragionare, così che fu lui a fare il primo passo. Lo vidi venire verso di me, anche la sua camminata aveva un qualcosa di affascinante.
Le sue iridi verdi si posarono su di me, finendo a guardare fissi i miei occhi azzurri che in confronto ai suoi erano di banale bellezza. Presi la sua mano e la sentii avvolgere la mia in una stretta forte e sicura, era calda e stranamente liscia. Riuscii a percepire anche il suo profumo, dolce e allo stesso tempo pungente.
<<Hei, mi chiamo Elìas, piacere di conoscerti>>
Lo sentii parlare schiarendosi la voce e un brivido percorse la mia spina dorsale.Le nostre mani erano ancora unite ma si slegarono non appena io mi presentai a mia volta.
<<Helen, piacere.<< mi limitai a dire.
Ero una ragazza piuttosto estroversa, prima di conoscere una persona stento a fidarmi, sopratutto dei ragazzi. Ero appena uscita da una relazione durata un anno e da allora non mi ero più dedicata a nessun ragazzo, certo c'era chi avrebbe voluto ma io non mi sono mai sentita pronta.Mi avvicinai ai miei genitori, che ora stavano in cucina a parlare, probabilmente di cose che io non potevo capire e nemmeno Elìas. Non appena mia madre mi vide alzò lo sguardo e mi venne incontro prendendomi sotto al suo braccio.
<<Hai conosciuto Elìas vedo. Lui come avrai capito è il figlio di Eluise, ho preso la sua custodia, vivrà con noi, fino a che non deciderà di volare sotto un altro nido.>> La guardai corrucciando la fronte, confusa e allo stesso tempo esaltata. Poi continuò, rivolgendosi al ragazzo: <<Fai come se fosse casa tua, per ora dormirai nella stanza di Helen, poi ti preparerò la stanza degli ospiti.>> Un finto sorriso si figurò sul viso della mamma che si voltò verso mio padre, che si avvicino a me ed Elìas mettendo una mano sulla spalla ad entrambi. <<Avrete tempo di conoscervi, ora portate le valigie di sopra, nel pomeriggio io e Kate andremo a prendere il resto delle cose di Elìas.>>
Mi sentii tutto d'un tratto dimenticata e sapevo benissimo che era un pensiero egoista, ma ora che i miei genitori avevano preso con loro nella nostra famiglia quel ragazzo, ''sconosciuto'' che avrebbero fatto dormire persino in camera mia era come se fossi scesa di importanza.
Non potevo sopportare l'idea che uno sconosciuto si trasferisse nella mia camera da letto, dove c'erano tutte le mie cose, intime e non. Certo sarebbe stato un bel vedere dato il bel aspetto di Elìas ma era pur sempre un estraneo.
Sbuffai cercando di non dare nell'occhio e mi diressi in salotto, buttandomi a peso morto sul divano in pelle bianca per poi prendere un cuscino rosso e tenermelo stretto al petto. Trovai il televisore acceso così iniziai a fare zapping fra i canali, con scarsi risultati però, solo televendite o programmi banali o demenziali. Sentii dei passi dietro al divano e notai che Elìas stava venendo a sedersi vicino a me. Non sapevo come sentirmi, non sapevo se essere felice di avere una specie di modello tatuato in camera o meno ma infine decisi di non pensare a quello che sentivo io, ma a quello che stava passando lui.
Aveva perso la madre solo da poche ore e sicuramente ancora non riusciva a realizzare che lei non sarebbe mai più tornata.
Non ci sarebbe stata più per rimboccargli le lenzuola, cambiarle una volta a settimana, fargli il letto, guardarlo alle partite di calcio la domenica mattina o al concerto organizzato dalla scuola o semplicemente dargli degli orari per il rientro a casa alla sera. Spesso ci lamentiamo quando i nostri genitori ci impongono delle regole ma solo quando non ci sono più capiamo quanto sono fondamentali nella nostra vita, per aiutarci a crescere.
Rimanendo comunque seria mi spostai verso destra per fargli un po di posto affianco a me.
Rimanendo fissa a guardare la televisione sentii i suoi occhi su di me e avvampai, aspettando che dicesse qualcosa, e così fu, fortunatamente.
<<Così io e te non ci siamo mai incontrati, prima d'ora, trovo sia strano visto che tua madre e la mia erano sempre insieme.>> finse un sorriso e notai nei suoi occhi stanchi qualche striatura rossa, per via del pianto.
Annuii mettendomi composta, voltata verso di lui. <<Mia madre a volte mi parlava di te, in realtà, non mi aspettavo un tipo come te.>> Feci spallucce mordendomi il labbro.
<<E come pensavi che fossi?>> Aggrottò un sopracciglio guardandomi, confuso, come se si fosse sentito offeso da quell'osservazione del tutto in buona fede.
<<Nel senso che non mi sarei mai aspettata un ragazzo tatuato e fisicato come te, ecco.>>
Scoppiò in una fragorosa risata e mi fece avvampare nuovamente. Dovevo smetterla di farmi mettere in imbarazzo in quel modo.
<<Beh, veramente nemmeno io mi aspettavo una ragazza come te.>> Sentii le sue parole uscire frivole dalle sue labbra scuse che si leccò subito dopo. Lo vidi avvicinarsi a me, facendo scivolare la sua mano sulla mia coscia, che carezzò piano. Guardai la scena e mi spostai, alzandomi completamente dal sofà. Ora la mia espressione era tutt'altro che serena, non riuscivo a capire come potesse provarci con me così spudoratamente dopo nemmeno un ora dall'avermi conosciuta. Soprattutto non capii come fosse possibile che dopo la perdita che aveva appena subito riuscisse a pensare certe cose.
Non spiccicai parola, mi limitai a buttare il cuscino rosso che avevo ancora fra le dita della mano, sul divano vicino a lui e salire in camera mia sbuffando.
Pensavo che Elìas sarebbe stato un bene, nella nostra famiglia ma mi sbagliavo, sapevo che non saremmo andati d'accordo se avesse continuato a provare ad allungare le mani e come se non bastasse dovevo tenermelo in camera, chissà per quante notti.
Mi buttai sul letto pensando a cosa sarebbe successo nei giorni che sarebbero successivi, ormai potevo aspettarmi di tutto.
Ehi, ciao, allora, in questo capitolo Helen ed Elìas si stanno conoscendo e come avete letto a lei non va a genio che lui si intrometta nella sua vita e in quella della sua famiglia. Mentre Elìas sembra essere attratto da lei, e prova a farsi avanti alla primissima occasione.
Secondo voi cosa succederà?
Yle.
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Transformed Feeling
FanfictionHelen Rooth è una ragazza come molte altre, che cerca di vivere la sua vita al pieno delle sue possibilità. Si gode i suoi diciassette anni cercando di rendere orgogliosi i propri genitori portando a casa buoni voti dalla scuola superiore che frequ...