Nove - Conversazioni profonde

15.8K 611 65
                                    

posso dire con orgoglio, di essere fottutamente fiera di questo capitolo.

Quella notte, non potevo dire di aver fatto le ore piccole, ma ci ero andata vicino. Era quasi l'una quando, dopo aver accompagnato Louis a casa sua e avergli dato la buonanotte, Harry finalmente parcheggiò la macchina nell'unico posto auto che aveva trovato per miracolo.

Scesi dall'auto, e così anche lui. Niall, stanco morto, s'era addormentato in macchina, come di consueto. Harry aprì lo sportello dei sedili posteriori, slacciò la cintura e prese in braccio mio fratello. Mi chiese di chiudere la portiera, avendo le mani occupate, e così feci, stando attenta a non fare troppo rumore.

Iniziammo a camminare, uno accanto all'altro. Lì regnava il silenzio, sentivo solo i nostri passi sul marciapiede. Avremmo dovuto farci due isolati a piedi, niente di che, se non fosse che avessi le gambe a pezzi. Mi bloccai dal chiedergli di prendere in braccio anche me, si era creata un'atmosfera piacevole e l'ultima cosa che avrei voluto fare, era rovinarla con una mia stupida battuta.

«È stata una bella serata» ammise, il tono era basso, e forse questo era il motivo per cui la sua voce risultò più roca del solito.

Io annuii, pienamente d'accordo con lui. Passare quel tempo relativamente poco da sola con lui, mi aveva fatto piacere, anche se a parte la discussione prima delle montagne russe e qualche commento sulle giostre sui cui saremmo potuti andare, non c'era stata una vera e propria conversazione.

Arrivammo a casa, dopo una manciata di minuti di camminata, e aprii la porta. Una volta entrati, Harry salì al piano di sopra, tenendo Niall che dormiva beato con la testa poggiata sulla sua spalla, e lo mise a letto.

Mi cambiai, mettendomi il pigiama e raccolsi i capelli in una coda. Quella sera - o meglio, notte - decisi che non sarei andata a dormire prima di aver bevuto una bella tazza di tè ai mirtilli.

Così, scesi al piano di sotto, da cui proveniva uno strano brusio. Harry era sul divano, mentre faceva zapping, probabilmente cercava un programma interessante.

«Ti va una tisana ai mirtilli?» gli domandai, insicura della sua risposta.

Si girò verso di me, mi guardò per qualche istante. La poca luce della tv e il buio circostante, non mi aiutavano di certo a capire se con quello sguardo indecifrabile volesse dirmi di sì oppure di levarmi dai piedi.

«Volentieri» annuì, scuotendo il capo. Stette a guardarmi per una manciata di secondi, poi si girò verso il televisore e riprese a cambiare canale.

Andai in cucina e misi l'acqua a scaldare. Presi due bustine di tisana e le misi in due tazze. Mi appoggiai con la schiena sul bancone della cucina, con le braccia incrociate al petto. Riuscivo a vedere la luce che proveniva dalla tv, e il fatto che fosse rimasta la stessa per quasi un minuto, mi fece intuire che Harry avesse trovato un programma di suo gradimento.

Pensavo alla sera appena passata, trascorsa al Luna Park, a quanta spensieratezza mi aveva trasmesso quel posto e quanto mi era sembrato strano, il fatto di non aver discusso con Harry, ma invece di aver passato il tempo a divertirmi in sua compagnia, che si era rivelata migliore di quanto pensassi.

Presi le due tazze stracolme di tè bollente, e camminai fino al salone mentre sentivo le dita bruciare. Harry allungò il braccio, prendendo la sua e si trattenne dall'imprecare.

Babysitter ➵ h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora