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-Ha detto che Annmarie all' età di 14 anni fu mandata in collegio. Che lavoro le assegnarono dopo?

-I signori Jones non avevano avuto altri figli quindi mi dissero che avrei dovuto occuparmi di pulire la biblioteca. Si trovava in una stanza al centro della casa ed era enorme. Non avevo mai visto tanti libri in una volta. All' ora avevo 23 anni, l' anno più brutto di tutta la mia vita.

-Perché l' anno più brutto?

-Un mese dopo che mi fu assegnato l' incarico il signor Jones tornò dal lavoro e rimase per più di tre settimane. All' interno della biblioteca c' era anche il suo studio. Così mentre io pulivo lui stava seduto alla sua scrivania, leggeva e compilava carte. Più di una volta però lo sorpresi a guardarmi e io iniziai ad aver paura. Avevo visto i responsabili nelle piantagioni. Quando volevano stuprare una donna o una ragazza, prima la guardavano per giorni con desiderio. Io riconobbi quel desiderio negli occhi del signor Jones. Chiesi di poter essere assegnata ad un altro lavoro e la signora Caroline mi disse che potevo occuparmi del giardino. Una sera però il signor Jones mi raggiunse vicino a un cespuglio di rose che stavo annaffiando. Mi disse di seguirlo in un capanno degli attrezzi ma io trovai una scusa per non farlo così se ne andò. Pensavo di essere riuscita a salvarmi, infatti il giorno dopo il signor Jones sarebbe dovuto partire. La mattina però scoprì che si sarebbe fermato per altri tre giorni. E la sera ritornò, quella volta in compagnia. Riconobbi l' uomo insieme al signor Jones, era uno dei responsabili della piantagione, il signor Smith. Mi condussero con la forza nel capanno e cominciarono a ridere, erano molto ubriachi. Il responsabile si avvicinò per primo e con uno schiaffo mi gettò a terra. Dopo di che mi immobilizzò le spalle e vidi il signor Jones abbassarsi i pantaloni. In un attimo fu sopra di me e cominciò a spingere. Allora ero ancora vergine e anche se sapevo delle donne stuprate e di cosa accadeva loro rimasi sconvolta. Inizia a piangere e urlare per il dolore ma più gridavo più i due uomini continuavano a ridere. Dopo il signor Jones fu il turno del responsabile. Quando finirono uno dei due, non ricordo chi, mi sputò in faccia. Rimasi nel capanno a piangere tutta la notte.

-La mattina dopo che accadde?

-Una delle schiave mi trovò, mi portò nella mia stanza e si prese cura di me. Il pomeriggio ricominciai a lavorare e mi fu ordinato dalla signora Katherine di servire il pranzo a lei, al signor Jones e al signor Smith. Fu terribile servirli e vedere nei loro occhi da animali la lussuria. Vedevo che spesso si scambiavano sorrisi compiaciuti e verso la fine del pranzo il signor Smith mi sfiorò un seno. Allora non ci vidi più, presi un vassoio e glielo sbattei in faccia. Se c' è una cosa nella mia vita di cui vado particolarmente fiera è questo. Quando si rialzò vidi la sua espressione scioccata e poi una rabbia feroce. Prese un coltello dal tavolo e iniziò ad avanzare verso di me. Il signor Jones lo fermò prima che mi colpisse poi mi ordinò di pulire il pavimento. La signora Katherine era allibita, ma stranamente non disse niente. La sera seppi dalla signora Caroline che sarei tornata nella piantagione.

-Signor giudice, questa storia è un' assurdità. Non ci sono prove per dimostrare che sia accaduto.

-Avvocato Brooks ci sono dei testimoni?

-Sì signor giudice. La donna che soccorse la signora Numba si trova in questa sala. Si alzi signora Ndomba.

Tra la marea di gente di fronte a me vedo alzarsi Berta. Ha dieci anni in più di me e pure sembra giovane e attiva come lo era all' ora.

-Signor giudice è tutto vero. Quella mattina trovai Dalanette nel capanno rannicchiata in un angolo a piangere. Aveva le gambe sporche di sangue.

-Obiezione respinta. Continui con le domande.

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Storia di una schiavaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora